Editoriale
Il lucignolo fioco che ci indicherà la strada

di Giovanni Sarubbi

Il vecchio mondo sta morendo. Quello nuovo tarda a comparire. E in questo chiaroscuro nascono i mostri.“
Il fascismo si è presentato come l'anti-partito, ha aperto le porte a tutti i candidati, ha dato modo, con la sua promessa di impunità, a una moltitudine incomposta di coprire con una vernice di idealità politiche vaghe e nebulose lo straripare selvaggio delle passioni, degli odi, dei desideri. Il fascismo è divenuto così un fatto di costume, si è identificato con la psicologia barbarica e antisociale di alcuni strati del popolo italiano, non modificati ancora da una tradizione nuova, dalla scuola, dalla convivenza in uno Stato bene ordinato e bene amministrato.
Antonio Gramsci
 
Due frasi di Antonio Gramsci scritte all’incirca un secolo fa. Descrivono la situazione di quegli anni con l’Europa devastata dalla Prima Guerra mondiale e la nascita da un lato del primo stato socialista al mondo, e dall’altro della nascita del fascismo e del nazismo in Italia e Germania. Due frasi che però descrivono ancora bene la situazione attuale, basta cambiare la parola “fascismo” col nome di uno dei movimenti politici che oggi vengono definiti “populisti” o antisistema. Anche per tale motivo ciò che succede oggi viene identificato come una riedizione del fascismo. La radice è la stessa, il male da cui provengono i fenomeni attuali e quelli di un secolo fa è lo stesso.
È un male che si chiama “sistema capitalistico”, giunto al suo massimo sviluppo e alla sua massima degenerazione, che è in agonia, sta morendo e si dibatte diffondendo morte e distruzione attorno a se.
Morte e distruzione che si realizza con la guerra mondiale attualmente in corso dall’11 settembre 2001.
Non c’è nulla di nuovo sotto il sole. Il male si ripete nella sua eterna banalità. E riviviamo il male che l’umanità ha già vissuto: questa la pena a cui siamo oggi condannati dalla cancellazione della memoria collettiva che troppi anni di ignavia, di revisionismo storico e di martellanti pubblicità edonistiche hanno prodotto nella società.
E così ritorna la strategia della tensione. Viviamo da diversi decenni in un costante clima di minaccia creato artificialmente. La mia generazione, quella del mitico ‘68, lo vive proprio da quegli anni. Gli attentati e le stragi dei neofascisti prima; poi il “terrorismo” cosiddetto “rosso”, culminato nel rapimento di Aldo Moro e nella sua successiva uccisione di cui nelle settimane scorse si è celebrato il quarantesimo anniversario. E poi le leggi speciali che dovevano essere temporanee e che invece sono diventate una costante limitazione delle libertà democratiche, tanto che nessuno le ricorda più.
E proprio nel corso delle celebrazioni del 40° anniversario del rapimento di Aldo Moro sono venute fuori dichiarazioni provocatorie di qualche ex terrorista di allora. E si è manifestata la minaccia di una nuova stagione “terrorista”, con la ripetuta profanazione della lapide posta a via Fani a ricordo degli uomini della scorta di Moro li uccisi. Profanazione realizzata prima con l’uso di simboli nazisti, poi usando la sigla “B.R.”. Aspettiamoci il risorgere della dottrina degli opposti estremismi ed anche del “metodo Kossiga”[1].
E sono di questa settimana di Pasqua gli arresti a raffica di migranti di religione islamica accusati di essere terroristi legati all’ISIS. Da quello che riporta la grande stampa si capisce che si tratta di arresti spettacolari fatti con l’unico scopo di creare tensione. Sono arresti destinati probabilmente a risolversi in un nulla di fatto, come già successo in casi simili in passato. E anche in questi casi nessun risalto verrà dato alle scarcerazioni e ai non luoghi a procedere nei confronti di quanti sono stati arrestati con grande clamore mediatico.
In uno di questi casi, quello dell’imam egiziano arrestato a Foggia, gli viene imputato di aver tenuto lezioni sulla nascita dell’Islam che fu caratterizzato da aspri scontri, anche armati, fra i seguaci del profeta Muhammad e quelli che gli si opponevano, identificati con la parola “miscredenti”, che una certa pubblicistica islamofobica nostrana utilizza per aizzare allo “scontro di civiltà”, dottrina anch’essa creata a tavolino negli uffici del Pentagono oltre 25 anni fa[2].
E proprio partendo dall’arresto di Foggia e da quello che a noi sembra un evidente travisamento della realtà, la presidente di Fratelli d’Italia, partito erede del M.S.I, Giorgia Meloni, ha proposto la istituzione del reato di “integralismo islamico”, aggiungendo che «Per fortuna la musica sta per cambiare», alludendo al fatto che spera di poter andare al governo e di poter così avere mano libera di stracciare allegramente la Costituzione che sancisce la libertà di religione. La sua proposta, invece, dietro la “paura terroristica”, introdurrebbe di fatto una pesante limitazione a questo diritto costituzionalmente garantito. Se passasse quella proposta, un qualsiasi insegnante di storia potrebbe essere accusato istigazione alla violenza se solo si mettesse a raccontare con dovizia di particolari gli episodi della storia dove gli squartamenti sono stati all’ordine del giorno. E la storia ne è piena. Come piena di squartamenti sono le scritture ebraiche e cristiane racchiuse nella Bibbia. Altro che “integralismo islamico” di cui ci si riempie la bocca solo ed esclusivamente per alimentare il clima di tensione necessario ad approvare leggi liberticide e a fomentare la guerra.
Ed infatti rullano i tamburi di guerra. Drammatiche sono le notizie che arrivano dal confine tra la striscia di Gaza e lo Stato di Israele. Si contano già diverse decine di morti e diverse migliaia di feriti fra i palestinesi ad opera di un esercito israeliano elogiato dal premier Netanyahu per quella che è unanimemente considerata come un’azione indegna[3].
Ed è guerra anche la raffica di espulsioni di diplomatici fra i paesi della NATO e la Russia, scatenata dall’Inghilterra che ha preso lo spunto dall’avvelenamento dell’ex-spia russa doppiogiochista Sergej Skripal i cui contorni non sono affatto chiari come pretenderebbe invece la prima ministro inglese Theresa May. Caso Skripal che sembra anch'esso creato ad arte per soffiare sul fuoco della guerra.
E della guerra fanno parte anche i dazi decisi da Trump contro la Cina, ma lo sono anche le sanzioni economiche nei confronti della Russia decisi dall’Unione Europea.
E siamo oramai in guerra da quasi 17 anni, dall’11 settembre del 2001, ma tutti temono "la guerra che potrebbe venire fuori dopo questi ultimi provvedimenti". “Si avanza verso la guerra”, scrivono i commentatori e ripetono le TV, ma nella guerra ci siamo immersi completamente.
La cecità è totale. Non vediamo e non comprendiamo quello che stiamo vivendo. Le TV e tutti i mass-media mainstream oscurano, mistificano, fanno carte false per distruggere le oramai minime capacità di analisi della maggioranza del popolo italiano, a cui si propongono continuamente “programmi fognatura” e argomenti di “distrazione di massa”.
E c’è chi si consola con il "prima gli italiani" e con le promesse elettorali fatte nelle recenti elezioni politiche. Pochi comprendono che quelle promesse elettorali significano guerra. E a pagare la guerra sono sempre le classi povere mentre i “capitani di industria” si ingrassano. Come per i terremoti, dove c’è chi piange e chi ride per i lauti affari che farà con la ricostruzione.
Ed è la 17ma Pasqua di guerra che oggi celebriamo e nel mentre parliamo di resurrezione siamo in mezzo ad un mare di morti e di distruzioni.
Poveri, donne e bambini, affamati e uccisi. E i migranti uccisi, ed il razzismo montante, e la disumanità che trionfa sui social network e alle TV. E le chiese cristiane tacciono con l’unica eccezione di Papa Francesco che è sempre più isolato nella sua stessa chiesa.
Che dire di più che non sia già noto ai miei quattro lettori?
Ed è anche questo il motivo che mi ha indotto ad osservare un periodo di silenzio dopo il mio editoriale scritto subito dopo le elezioni del 4 marzo scorso[4]. Che dire ancora? Su cosa impegnarsi, quali argomenti proporre ai nostri lettori? Oppure buttare la spugna e chiudere questo nostro spazio informativo?
Giammai è la risposta! Mai perdere la speranza. Anche nei momenti più bui un lucignolo fioco ci indicherà la strada.
Ed eccomi ancora qui a ripetere cose già scritte e a tentare di analizzare cosa ci aspetta e a provare a promuovere pace, dialogo, incontro, solidarietà e lotta decisa contro tutti coloro che promuovono la guerra e sostengono le ingiustizie sociali.
Dalla parte degli ultimi, sempre!
Buona Pasqua se potete.
Giovanni Sarubbi

 

NOTE
[2] Vedi libro “Lo scontro delle civiltà” di Samuel P. Huntington
[3] Vedi articolo sul nostro sito Sparavano a tiro al segno ... come al luna park,di Domenico Stimolo



Domenica 01 Aprile,2018 Ore: 19:06