Editoriale
Neuromarket

di Giovanni Sarubbi

I mass-media, in tutte le loro forme, sono un enorme strumento finalizzato alla diffusione di pubblicità. Gli articoli giornalistici, le inchieste, il dibattito politico o culturale, tutto ciò che va sotto il nome di “giornalismo”, ma anche tutto ciò che può essere definito “arte”, è ciò che serve a spezzare il flusso pubblicitario che altrimenti sarebbe ininterrotto e non sarebbe più efficace.
Mass media “emergenza democratica” abbiamo scritto qualche mese fa ed è sempre peggio.
Due notizie significative sono state sostanzialmente taciute dai mass-media mainstream nella scorsa settimana. La prima riguarda la RAI, condannata per “pubblicità occulta”[1]. La seconda riguarda la decisione di Cipro di dar vita ad un codice di regolamentazione della pubblicità delle scommesse estremamente rigido e virtuoso, come non si trova in nessuna parte d’Europa e come certamente non esiste nel nostro paese[2].
Nel primo caso i fatti risalgono al 2008. Una nota conduttrice nel corso di una trasmissione della Rai, indossò gioielli di una nota marca di cui era stata testimonial. Nonostante la legge lo vieti espressamente, sia i gioielli che il marchio furono resi molto visibili da inquadrature mirate. Inutile dire che la trasmissione in questione era una di quelle cosiddette “popolari”, dove si mischiano continuamente giochi demenziali, storie più o meno dolorose o sdolcinate, salotti pseudopolitici e pubblicità. A dimostrazione dello stretto legame tra pubblicità, in questo caso persino occulta e perciò sanzionata dall’autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) con 60mila euro di multa, e storie varie usate come traino per la pubblicità. Tutto serve alla pubblicità.
Nel secondo caso se si dovessero applicare in Italia le norme stabilite a Cipro, la pubblicità delle scommesse semplicemente non esisterebbe. Ecco spiegato perché su tali notizie non c’è stato alcun dibattito.
Verrebbe da dire: fortunati i ciechi che non possono vedere e i sordi che non possono sentire. I sordo-ciechi potrebbero considerarsi addirittura beati. Sono queste le uniche persone che non sono costrette a subire la martellante pubblicità che ha oramai invaso tutta la nostra vita, e che colpisce il nostro udito e la nostra vista e penetra in profondità nelle nostre coscienze.
L’alternativa è vivere sulla cima di una montagna, senza elettricità, senza telefoni di alcun tipo, TV, radio, PC e rete internet. E senza mai essere costretti ad andare in un qualsiasi paese a comprare una qualsiasi cosa, dal cibo ai vestiari o ciò che è necessario per vivere.
La pubblicità è dappertutto. Siamo ad oltre 3000 messaggi pubblicitari al giorno fra spot televisivi e radiofonici, e poi internet, cartelloni pubblicitari posti dappertutto, ma in particolare sui mezzi pubblici, e poi pubblicità sui giornali stampati, dove le notizie vanno a riempire gli spazi vuoti lasciati liberi dalla pubblicità. E senza dimenticare gli annunci delle varie radio private esistenti in tutte le grandi catene commerciali o nelle stazioni. Dovunque c’è qualcosa che ti ricorda che sei un consumatore e non un essere umano.
Chi usa internet tutti i giorni subisce pubblicità in ogni momento di collegamento alla rete. Sono pochi, pochissimi, i siti internet privi di pubblicità ed il nostro sito è fra questi.
È la pubblicità, lo abbiamo detto più volte, la fonte della ricchezza dei padroni dei social-network, la fogna sociale propagatrice di notizie false e di violenza.
3000 messaggi pubblicitari al giorno significa che la pubblicità è in grado di coprire oltre 16 ore di vita di ogni individuo. Vedere uno spot in TV, ascoltarlo alla radio o guardare un cartellone pubblicitario o un giornale stampato, ti cattura per circa 20 secondi che è la durata, non casuale, degli spot televisivi.
Spot che sono realizzati con lo scopo di impossessarsi delle menti delle persone manipolandone l’inconscio. Lo chiamano neuromarket, ogni spot, ogni immagine o suono è studiato nota per nota, fotogramma per fotogramma, parola per parola. Importanti università a livello mondiale conducono da anni ricerche approfondite sul funzionamento del cervello umano quando esso è sottoposto a determinati stimoli visivi o uditivi o olfattivi per determinare quali zone del cervello vengono stimolate al fine di acquisire una conoscenza intima del cervello dei consumatori per condizionarne le scelte.
Questi studi, per esempio, sono alla base dell’uso della sessualità che è presente in qualsiasi pubblicità perché è stato stabilito che esiste un rapporto tra desiderio sessuale e pulsione di acquisto e ciò vale anche per le immagini riguardanti i bambini.
In genere si considera l’informazione come qualcosa legata al “giornalismo” propriamente detto. In realtà i padroni dei mass-media hanno ben altra idea. Tutto ciò che essi veicolano attraverso i mass-media è informazione, ed è informazione anche e soprattutto la pubblicità, che serve alla manipolazione delle coscienze delle persone.
E allora come rompere il neuromarket? Come far prendere di nuovo coscienza alle persone e farle riacquistare uno spirito critico oramai inesistente? Queste le domande che ci affliggono e su cui invitiamo tutti a riflettere.
Giovanni Sarubbi
NOTE



Domenica 01 Ottobre,2017 Ore: 22:40