Editoriale
Due giugno

di Giovanni Sarubbi

Spettri vestiti da uomini sfilano impettiti;
midolli spinali marciano al suono delle fanfare;
sprizzano violenza da ogni poro,
sguardo fiero e occhi glaciali.
Ci sono anche donne, da sempre fonti di vita,
sfilano ora con i morti.
Mostrano il petto pieno di medaglie.
Impugnano armi con le quali si può solo uccidere.
Mostrano forza ma testimoniano solo paura.
Dicono che la morte è il loro mestiere.
Li dichiarano eroi e li riempiono di medaglie
e danno i loro nomi a piazze e strade.
Ma il loro ricordo perpetua la morte e
fa diventare lecito ciò che tutte le guerre e gli eserciti nascondono.
Si fa guerra per i soldi, per il potere e il dominio.
Milioni e milioni di morti per l'arricchimento di qualcuno,
principi, re, imperatori, e oggi capitani d'industria, così li chiamano.
Ma non sono altro che furfanti, ladri, corrotti e assassini.
E chi li benedice in nome di un qualsiasi "Dio" è un ladro e un corrotto anch'esso.
E il "dio" nel nome del quale marciano è il "dio denaro",
l'unico "dio" a cui credono tutti i sacerdoti di qualsiasi tempio e di qualsiasi religione.
Simoniaci, questo siete,
profittatori della credulità popolare.
Adoratori di statue, santi e madonne che favorite la morte e non la vita.
No, voi non mi rappresentate.
Voi non siete l'Italia nata dalla Resistenza,
siete il suo tradimento, la sua ignominia.
Io sto con l'altra Italia.
Quella di chi "ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali".
Pace, pace, pace!
Giovanni Sarubbi



Domenica 11 Giugno,2017 Ore: 10:02