Editoriale
Mica siamo tutti rincitrulliti!

di Giovanni Sarubbi

Venerdì 15 luglio di prima mattina. In un bar di Avellino la tv manda le immagini della tragedia di Nizza, 84 morti e diverse centinaia di feriti. Notizie contraddittorie e date in modo confuso. Un avventore dice:”L'attentatore si chiama Mohamed, è Tunisimo, pare sia anche scuro di pelle”. Un altro dice: “È sicuramente un terrorista”.
Sabato 16 luglio. Sul Corriere della Sera uno degli editorialisti di punta del maggiore quotidiano nazionale così apre il suo articolo: «Ammettiamo che si tratti di un “lupo solitario”. Persino che si tratti, ancora più banalmente – se si può usare questo termine per un evento di tale smisuratezza sanguinaria – di una persona affetta da disturbi psichici. Resta il fatto che la nazionalità d'origine dell'autore della strage di Nizza, le modalità e l'obiettivo della strage stessa, il suo contesto simbolico, tutto lascia credere che Mohamed Lahouaiej Bouhlel abbia agito perlomeno – perlomeno – sotto l'influenza di quella «retorica jihadista»» (Articolo di Ernesto Galli della Loggia in prima pagina de il “Corriere della sera” del 16 luglio 2016 dal titolo “Le premesse per perdere”).
Di fronte a tali affermazioni, lo confesso, a me cadono le braccia. Mi viene voglia di buttare via le penne, i libri, di spegnere il computer e di non accenderlo più. Non riesco a definirle neppure una “bestialità” perché più conosco la natura umana più cresce il mio rispetto per le bestie, a cominciare dai somari, che hanno molta più intelligenza e umanità di molti presunti uomini. Un tunisino, per il solo fatto di essere tunisino non può, secondo Galli della Loggia, non essere impregnato di «retorica jihadista». Un tunisino sarebbe così un potenziale terrorista a prescindere. Come i napoletani che sono tutti camorristi o i siciliani tutti mafiosi. Io sono napoletano ma non ho nulla a che fare con la camorra. Mi crederà Galli della Loggia oppure no? Il mio amico Augusto Cavadi, filosofo, siciliano, è Palermitano ma non è mafioso? Ci crederà Galli della Loggia oppure no?
E se vediamo per strada un africano nero di pelle, o un cinese giallognolo, dobbiamo aver paura oppure no? In quale retorica essi sono cresciuti di cui dovremmo aver paura? Ci illumini sig. della Loggia!
Siamo alla fobia pura e semplice, mista a stupidità, malafede e ignoranza. Non sapendo su quali specchi arrampicarsi per trasformare un atto drammatico, commesso da una persona affetta da gravi disturbi psichici, in un atto terroristico, ecco che si ricorre alla nazionalità dell'attentatore. È tunisino, non può essere che un terrorista! E questa sarebbe la “superiore civiltà occidentale”? E questa sarebbe la nostra “superiore democrazia e libertà”?
No! Questo è puro e semplice razzismo, puro e semplice delirio di onnipotenza di chi ritiene di appartenere alla “razza eletta”. Si svegli signor Galli della Loggia, oramai è provato scientificamente, le razze non esistono se non nella mente malata dei razzisti e di chi gli tiene bordone.
Oramai la cosiddetta “società occidentale” è così malata in proprio che una qualsiasi organizzazione politica che volesse destabilizzarla non dovrebbe far altro che attribuirsi tutto ciò che di marcio e terribile viene fuori ogni giorno sui mass-media, dalle quotidiane stragi che avvengono negli USA per le troppe armi da fuoco esistenti, agli scontri tra i treni, alle migliaia di incidenti automobilistici che ogni giorno falciano vite umane innocenti. E articoli come quelli di Galli della Loggia sono il sintomo più evidente di una diffusa pazzia mentale esistente tra gli addetti ai mezzi di comunicazione che non sanno più che cosa inventarsi per fare audience e continuare a fare soldi, con la pubblicità e la vendita di giornali la cui lettura è oramai calata verticalmente. E che dopo qualche giorno sia arrivata la rivendicazione dell'ISIS, non fa altro che confermare la strumentalità di tutto ciò che è stato organizzato attorno al dramma di Nizza. Chi inventa e pilota e gestisce queste rivendicazioni? Qui nessuno e fesso, si dice a Napoli!
A Nizza c'è chi in questi giorni sta piangendo e soffrendo dolori atroci. Ma, ne siamo sicuri, c'è anche chi in queste stesse ore sta ridendo, è felice e si frega le mani e conta i tanti soldi che ha già guadagnato e che ancora guadagnerà per effetto sia di ciò che è accaduto, sia di ciò che sarà ulteriormente provocato dalle immagini della tragedia e dalle parole scritte dai “giornalisti“ come Galli della Loggia. Ci riferiamo ai venditori di armi, dalle “semplici” pistole ai missili, che stanno facendo affari d'oro sia con la guerra, sia con l'implementazione di sistemi di sicurezza che trovano la loro origine solo nella paura. E le industrie italiane sono in prima fila. Lì dove c'è una guerra lì c'è un'arma, un proiettile, una bomba un mezzo pesante, aereo o navale marcato Italia. È il made in Italy più richiesto e apprezzato nel mondo!
Oramai , a livello mediatico, viviamo in quella che alcuni giornalisti hanno cominciato a chiamare “pornografia del dolore”. Come la pornografia propriamente detta ha lo scopo di sollecitare l'eccitazione sessuale delle persone che ne fruiscono, “la pornografia del dolore” ha lo scopo di sollecitare la paura e l'odio per l'untore di turno, il tunisino, il migrante, lo straniero, il musulmano. Nulla è lasciato al caso: il pianto e la disperazione delle madri e poi subito dopo le immagini dei feroci terroristi con in sottofondo le parole in arabo “Allau Akbar”, che oramai sono diventate sinonime di odio e violenza. È un copione costante a cui tutti i mass-media si attengono.
Ma la “Pornografia del dolore” serve anche per distrarre l'attenzione delle persone dalle vere responsabilità di ciò che di drammatico capita ogni giorno in Italia e nel mondo. È il caso dello scontro tra i due treni avvenuto in Puglia. Tanto dolore diffuso a piene mani, con trasmissioni televisive infinite, con il solo scopo di coprire le responsabilità di chi ha promosso le privatizzazioni dei servizi pubblici essenziali, fra cui i trasporti, con conseguenze drammatiche che si chiamano superlavoro, licenziamenti, tagli dei trasporti sociali a favore dei trasporti super-vip e, soprattutto, assenza di manutenzione e sicurezza, tutto a scapito delle classi sociali povere.
E poi il fallito golpe in Turchia, che ci ricorda in modo inequivocabile che tutti questi drammi avvengono perché dall'11 settembre 2001 è in corso la terza guerra mondiale a pezzi di cui parla Papa Francesco. E non si tratta di una guerra di religione, come vorrebbero farci credere i Galli della Loggia e soci, ma di una guerra che trova la sua origine nella crisi economica scoppiata nel sistema sociale egemone a livello mondiale, quello capitalistico incentrato sulla superpotenza USA.
Una crisi che, come tutte le crisi economiche capitalistiche che l'hanno preceduta, è caratterizzata da fallimenti a catena di migliaia di imprese e conseguente concentrazione della ricchezza in sempre meno mani. E a ogni caduta di borsa, come quella capitata in occasione del referendum inglese sulla brexit, altre migliaia di fallimenti ci saranno e le ricchezze si concentreranno ancora di più.
Pochissimi ricchi (al momento sono una novantina di persone) posseggono il 50% della ricchezza mondiale. E sono questi pochissimi ricchi che spingono per la guerra e i Galli della Loggia e soci sono i servi sciocchi di questi super ricchi. Agitano la paura contro i migranti e i poveri non per difendere la “democrazia occidentale” ma gli interessi dei venditori di armi e dei super ricchi che guidano la politica imperiale degli USA e di quella quarantina di stati che insieme stanno combattendo la “terza guerra mondiale a pezzi”. Italia compresa.
E, infine, voglio fare un appello a tutte le persone impegnate come noi nel dialogo interreligioso e per la pace.
Anche in occasione del dramma di Nizza è andato in scena lo psicodramma delle organizzazione musulmane assediate dai giornalisti con la richiesta di condanna di quanto avvenuto pur se era evidente che la religione non centrasse nulla.
In Italia ogni tre-quattro giorni viene ammazzata una donna dal proprio marito, compagno amante. Leggendo i loro nomi e le loro storie si capisce che si tratta di italiani, nella loro grande maggioranza cattolici. Qualcuno, per caso, imputa questi omicidi, spesso efferati, a Papa Francesco e alla religione cattolica? A noi non sembra. E allora perché ci si comporta in modo diverso nei confronti dei musulmani nessuno dei quali può essere responsabile delle azioni commesse da organizzazioni o singole persone se-dicenti islamiche?
Allora, per piacere, dimostriamo con i comportamenti che non crediamo, noi per primi, all'assurda teoria dello scontro di civiltà che va in scena ad ogni attentato attribuito ad un se-dicente musulmano. E, infine, non parliamo più di terrorismo come se si trattasse di una entità astratta, una sorta di sciagura metafisica che incombe sull'umanità.
Il terrorismo e le organizzazioni terroristiche sono strutture finanziate e organizzate dagli stati. Si tratta di quelli che vanno sotto il nome di reparti speciali. I terroristi sono addestrati negli eserciti dei vari stati che stanno combattendo la “terza guerra mondiale a pezzi”, gli ujnici in grado di fornire le strutture e i mezzi necessari alla formazione di persone che diventano vere e proprie macchine da guerra, pronte ad uccidere senza pietà chiunque.
Se un prof. della Luiss di Roma può dare in diretta TV del bugiardo a Hollande per il suo discorso alla nazione subito dopo i fatti di Nizza, perché dovremmo noi credere alle bugie sul terrorismo che ogni giorno ci vengono propinate. Questo prof., di cui non sono riuscito a segnare il nome, ha detto che ogni giorno ci sono attentati terroristici con centinaia di morti in tutto il mondo, soprattutto nei paesi a maggioranza musulmana. Vogliamo noi cominciare a fare controinformazione su tali fatti così vediamo la democrazia dei Galli della Loggia fin dove arriva?
È ora di smetterla di piangerci addosso. La religione non c'entra con la guerra in corso e occorre una iniziativa mondiale di tutte le religioni per smentire questa dottrina inventata da Huntingtohn, un consulente del Pentagono negli anni 90, per giustificare la “terza guerra mondiale a pezzi” tuttora in corso. O ci siamo tutti rincitrulliti?
 
Giovanni Sarubbi



Domenica 17 Luglio,2016 Ore: 17:43