Editoriale
Una rivoluzione civile è sempre più necessaria, se non vogliamo farci governare dai comici!

di Giovanni Sarubbi

Le elezioni sono finite e la situazione generale del paese è peggiore di quella precedente. Questo è sinteticamente il quadro che possiamo dipingere ad una settimana dal voto. Uno scenario voluto e pensato da chi detiene la proprietà dei mezzi di comunicazione di massa perché, e questa è l'unica cosa certa di questa campagna elettorale, ha vinto ancora una volta la TV. E per rendersi conto che così è stato basta analizzare sia la campagna elettorale di Berlusconi, sia quello che i mass media hanno detto e fatto su Grillo.

Le svolte della campagna elettorale sono state due. La prima è l'intervista di Santoro e Travaglio a Berlusconi nella loro trasmissione "Servizio Pubblico" che ha regalato a Berlusconi  tre ore di filato di esposizione mediatica; la seconda è stata la fase finale della campagna elettorale quando all'unisono tutte le TV, nessuna esclusa come se stessero seguendo una precisa regia, hanno dato uno spazio enorme a Grillo, arrivando ad inventare anche il milione e duecentomila presenze al comizio di piazza S. Giovanni a Roma, piazza che al massimo può contenere duecentomila persone.

La trasmissione di Santoro ha ridato credibilità e slancio a Berlusconi. Per soddisfare la vanità e l'edonismo di due personaggi come Santoro e Travaglio, che pensavano allo scoop della loro vita ed agli ascolti di cui poi si sono vantati, essi sono caduti nella trappola sapientemente studiata da Berlusconi. Emblematico il fatto che Santoro e Travaglio avessero concordato con Berlusconi i temi da trattare e quelli da non trattare, illudendosi che Berlusconi potesse rispettare il patto che aveva preso con loro. Una vera e propria indecenza ed una cretineria assoluta, sia perché un giornalista che si rispetti non si mette mai d'accordo prima con chi deve intervistare sugli argomenti da trattare, sia perché con Berlusconi non è possibile alcun accordo, visto che negli anni non ne ha mai rispettato alcuno ed è abituato a smentire tutto ed il contrario di tutto. Anche se Santoro fosse stato costretto a fare un accordo per ottenere l'intervista, egli avrebbe dovuto fare esattamente il contrario di quanto concordato se avesse voluto fare quel “servizio pubblico” di cui si vanta continuamente. Per ottenere un risultato positivo Santoro doveva costringere Berlusconi ad alzarsi e ad andarsene, mentre invece ha voluto tenerlo seduto li per tre ore. Il risultato è stato disastroso, compresa la scenetta finale di un Berlusconi che pulisce la sedia dove era stato seduto Travaglio. Scenetta evidentemente provata e riprovata più volte. Nell'immaginario collettivo è passata l'idea di un Berlusconi che va nella fosse dei leoni e ne esce vincitore. Da quel momento la campagna di Berlusconi è stata tutta in discesa.

La seconda svolta è stato l'atteggiamento delle TV rispetto a Grillo. Nelle ultime due  settimane le TV hanno fatto da cassa di risonanza a tutto ciò che Grillo gridava dai suoi comizi-spettacoli. La stessa cacciata dei giornalisti dal palco del comizio di Piazza San Giovanni, che avrebbe dovuto provocare l'oscuramento totale dell'iniziativa da parte dei mass-media, è servita a costruire l'immagine di un altro superuomo che si è opposto ai leoni dei mezzi di comunicazione e ne è uscito vincitore. Gli stessi mass-media, che si sono dichiarati offesi per quanto successo, ne sono stati poi essi stessi cassa di risonanza. In realtà ben difficilmente Grillo avrebbe potuto raccogliere il consenso che ha ottenuto senza la cassa di risonanza delle TV. Altro che rete Internet che viene usata dai cittadini per orientarsi in politica solo per il 10% della popolazione. Chi è stato oscurato, infatti, non è riuscito ad entrare in parlamento, vedi Rivoluzione Civile, le cui piazze e teatri sono stati altrettanto pieni di quelli di Grillo ma non hanno avuto alcun tipo di pubblicità e traino televisivo. Su tale aspetto posso testimoniare personalmente dell'atteggiamento pregiudiziale di La7 nei confronti di Rivoluzione Civile. Quando Ingroia è venuto ad Avellino il 3 febbraio, inaspettatamente era presente una troupe di La7. Il salone del Centro Sociale era stracolmo, oltre cinquecento persone di domenica sera e con freddo e pioggia erano impensabili, eppure cerano. La troupe di La7 era li, lo abbiamo scoperto quasi subito, perché avevano avuto notizia che un gruppo di operai della ex IRISBUS, la fabbrica di pullman chiusa dalla Fiat in provincia di Avellino, sarebbero venuti li a contestare Ingroia. La7 era li perché era interessata a riprendere la eventuale contestazione ad Ingroia, contestazione che poi non c'è stata perché gli organizzatori della manifestazione sono riusciti a gestire con intelligenza la situazione.

Dall'altro lato il PD ha pagato le proprie scelte suicide e la propria subordinazione politica ed economica nei confronti delle grandi banche e del grande capitale monopolistico internazionale. Mentre il PDL ha raccolto intorno a se le liste più disparate per raccogliere per la propria coalizione tutti i voti possibili, mettendo insieme ben nove partiti (PDL, Lega Nord, Fratelli d'Italia, La Destra, MIR, Pensionati, Grande Sud, Intesa Popolare, Liberi Italia equa), il PD ha fatto terra bruciata alla sua sinistra proponendo una coalizione formata da tre partiti sul piano nazionale e da qualche partito sul piano locale in alcune regioni (PD, SEL, Tabacci). Il risultato è stato che quasi la metà della campagna elettorale del PD è stata persa nel fare la guerra non a Berlusconi ma ad Ingroia, contro cui sono state dette cose di fuoco come se fosse lui il responsabile del disastro del paese. In più il PD ha corteggiato per tutta la campagna elettorale il centro di Monti, fornendo argomenti alla destra di Berlusconi e al populismo di Grillo. Il risultato di queste scelte politiche del PD, dettate da precisi interessi economici, sono disastrosi. Berlusconi, anche se non ha la maggioranza alla camera e neppure quella al Senato, è in grado di condizionare pesantemente le scelte politiche delle prossime settimane e dei prossimi anni, godendo anche di uno zoccolo duro di elettori che si è attestato su circa sette milioni di votanti per il PDL che arrivano a circa 10 milioni sommando tutte le altre nove liste della coalizione. Ed egli forte di questi risultati alza la voce e organizza persino manifestazioni contro i giudici il prossimo 23 marzo, con un preciso intento eversivo. Tutto come da copione.

Cosa ha impedito al PD di fare accordi con chi alla sua sinistra, vedi Rivoluzione Civile, glielo ha chiesto fino all'ultimo giorno utile? Cosa ha impedito al PD di liberarsi dell'abbraccio mortale di Monti e di tutto ciò che egli rappresenta sul piano economico e politico? Forse le spiegazioni stanno da un lato nell'affare Monte Paschi di Siena, e dall'altro nella trattativa stato-mafia di cui è stato protagonista il Giudice Antonio Ingroia che di Rivoluzione Civile era il leader. Indagine nella quale ad un certo punto è stata coinvolta anche la Presidenza della Repubblica, con la questione delle intercettazioni telefoniche fra Nicola Mancino, ex vicepresidente del CSM e lo stesso Capo dello Stato. Nicola Mancino, rinviato a giudizio per falsa testimonianza, e Capo dello Stato che è ricorso alla Corte Costituzionale per ottenere la distruzione di quelle intercettazioni telefoniche. E' questo che ha pesato ed ha impedito l'accordo fra il PD e Rivoluzione Civile?

E' indubbio che della situazione politica attuale porta la responsabilità piena il capo dello Stato, il presidente Giorgio Napolitano. E' lui che nel novembre 2011 volle Monti a capo del governo, nominandolo senatore a vita, ed impedì nuove elezioni che avrebbero portato alla sconfitta secca del PDL, sommerso dagli scandali ed impresentabile a livello internazionale. E' lui che con quella scelta sciagurata ha consentito a Berlusconi e al PDL di defilarsi per un anno per ripresentarsi alle elezioni, che lui stesso ha fra l'altro provocato anticipandone la data, come il salvatore della patria. E' lui che ha portato l'Italia per la prima volta nella sua storia a votare in pieno inverno, sapendo che il ruolo determinante nelle elezioni lo avrebbero avuto le TV come in effetti è stato. Il 70% dell'elettorato, infatti, si fa le sue convinzioni elettorali attraverso la TV. Ed è Berlusconi che ha consentito di dare massimo spazio televisivo a Grillo per poter avere quello spazio di manovra necessario a continuare a difendere i suoi interessi e quelli che lui rappresenta, cioè i grandi evasori fiscali, le mafie di tutti i tipi, le cricche e le massonerie varie ed associate che hanno dato bella mostra di se negli ultimi cinque anni.

Il PD ha perso dunque una grande occasione di dare un futuro diverso al nostro paese. Le proposte fatte da Dalema in questi giorni sono la conferma che oramai il PD non ha più alcunché di progressista ma è ben dentro una logica di potere economico e di inciuci ed affari con le centrali economiche nazionali ed internazionali. Su questo si sommano le ambizioni di singoli personaggi che mirano ad occupare singoli posti ai vertici delle istituzioni. L'uscita di Dalema, che propone la presidenza delle camere al M5s e quella del Senato al PDL, è finalizzata infatti ad ottenere per il PD, cioè per se stesso, la presidenza della Repubblica. Crediamo che ogni commento sia superfluo.

A sinistra la situazione è sicuramente grave. La lista Rivoluzione Civile è stata risucchiata sia dallo tsunami di Grillo sia dal richiamo al voto utile del PD. Ma è stata condizionata anche dall'astensionismo cosiddetto di “sinistra”, che ha condotto una campagna feroce contro Rivoluzione civile, e dalle vicissitudini interne di partiti come l'IDV di Di Pietro, smembrato e fatto a pezzi dallo stesso PD che non ha mai gradito i suoi attacchi al Capo dello Stato (ancora lui). Ma un ruolo negativo lo hanno svolto anche partiti come Rifondazione, che hanno una concezione autoreferenziale e minoritaria della politica, radical chic, incapaci di svolgere alcun ruolo propulsivo per iniziative di milioni di persone, limitandosi alla costituzione di piccoli gruppi ribellistici ed inconcludenti, mentre il mondo va da un'altra parte.

Come andrà a finire? Difficile dirlo. Difficile dire ciò che faranno concretamente i deputati del M5s la cui base elettorale è molto composita, da ex sostenitori di Berlusconi ad ex PD. Difficile dire quale ruolo ricoprirà Grillo e quali siano gli interessi economici reali che gli stanno dietro. Certo non si fa una campagna elettorale come quella di Grillo senza soldi e vorremmo sapere chi li ha cacciati e perchè.

Dall'altro lato al momento il PD per uscire dall'angolo nel quale si trova potrebbe aderire all'appello lanciato da Micromega per applicare, finalmente, la legge del 1957 che impedisce a chi è concessionario di servizi dello Stato di presentarsi alle elezioni. Basta un semplice voto per cacciare Berlusconi dal parlamento. Verrebbe da dire: “se guerra deve essere che guerra sia”, ma difficilmente il PD aderirà ad una tale scelta che getterebbe nello scompiglio il PDL e riporterebbe finalmente un pezzo di legalità in parlamento. E non aderirà perché gli affari che hanno in comune sono evidentemente troppi. Di questa commistione fra affari e politica dobbiamo liberarci ed è per questo che una Rivoluzione Civile è ancora di più necessaria. Bisogna trovare le gambe su cui farla camminare. Sempre che non vogliamo continuare a farci governare dai comici!

Giovanni Sarubbi




Sabato 02 Marzo,2013 Ore: 12:31