Editoriale
Forse è la vecchiaia che avanza

di Giovanni Sarubbi

Un sindacalista della Cisl, che conoscevo una ventina di anni fa, li chiamava “i dicumenti”. Cambiava spesso le “o” con le “i”, ma lui era un semplice operaio che aveva fatto appena la quinta elementare e che leggeva a stento. Era quindi un problema quando, dopo una discussione infinita in “Consiglio di Fabbrica”, si doveva poi scrivere qualcosa perché “carta canta” ed è solo la parola scritta che conta nei rapporti formali. E non mancava mai l'intellettuale che si prestava a scrivere “dicumenti” che spesso erano lunghi e pochi erano gli operai e gli impiegati che li leggevano fino alla fine.

Ciononostante la vita sindacale, ma ancora di più quella politica, è sempre stata piena di “documenti”, scritti in “sindacalese” o in “politichese” cioè in lingue per addetti ai lavori, comprensibili solo da chi fa il sindacalista o il politico di professione.

Anche negli ultimi mesi i documenti si moltiplicano a dismisura, soprattutto a sinistra. Documenti a “punti”, documenti “a tesi”, “carta d'intenti”, “patti”... Affoghiamo nei documenti su ognuno dei quali si può dar vita ad organizzazioni politiche che possono durare lo spazio di una elezione, o a correnti stabili all'interno di un partito, che magari si frazionano in più parti, sempre sulla base di documenti che qualcuno propone ed altri fanno propri. Oppure, più semplicemente, si costruisce un documento per giustificare il proprio passaggio da uno schieramento all'altro a seconda della convenienza del momento. Ce ne sono stati molti in passato di tali passaggi di campo e molti se ne preparano anche in questi mesi.

Succede così anche nel campo religioso. Alle origini dei movimenti religiosi c'è sempre un racconto di solito tramandato oralmente. In quella fase la fede è viva e la gente è felice. Passando gli anni i racconti orali vengono scritti e diventano “testi sacri”, per leggere i quali magari bisogna prima purificarsi o eseguire dei riti propiziatori. Ma la parola scritta è fredda. La punteggiatura che da ordine alle parole non sempre riesce a rendere appieno il discorso parlato, il timbro della voce, il colore del volto, le espressioni degli occhi, gli odori e i rumori di sottofondo o il gesticolare dell'oratore. Quando poi un testo diventa “sacro” cominciano i guai perché le interpretazioni possono portare alla costituzione di una miriade di organizzazioni religiose costruite intorno ad una singola frase o ad una sua interpretazione. Solo per le chiese di matrice cristiana, ad esempio, si contano circa 600 denominazioni religiose diverse. In alcune di queste, come la Chiesa Cattolica, si contano qualche migliaio di ordini religiosi diversi, ognuno con il suo statuto, ognuno con il suo “versetto biblico” di riferimento. E anche qui documenti su documenti che quasi sempre nessuno legge.

Una volta perdevo tempo a leggere i documenti politici o religiosi fino in fondo. Li leggevo tutti. A volte è necessario farlo, quando si tratta di testi che fanno fare un salto di qualità alla conoscenza e alla sapienza umana.

Oggi, almeno per i documenti politici e religiosi, non lo faccio più, ne ho visti troppi che spesso sono ripetitivi, pieni di cose scontate ed inutili. Basta leggere i titoli per capire di che si tratta. Tali documenti in genere vengono traditi dai fatti concreti che sono diversi da quelli scritti nei testi. L'esempio più recente è il programma dell'ultimo governo nazionale di centro sinistra quello degli anni 2006-2008. Un vero libro dei sogni mai realizzato.

Mi sono trovato ultimamente a discutere con alcuni rappresentanti di vari partiti di sinistra in vista di probabili elezioni comunali dove vivo. Ho fatto presente che la precedente coalizione, di cui si chiedeva la riconferma per le nuove elezioni, era durata lo spazio di una settimana. Subito dopo il voto la coalizione si  era immediatamente dissolta, una volta che uno dei partiti della coalizione aveva incassato il proprio risultato. Se matrimonio deve esserci, dissi, che almeno duri sette anni altrimenti è per lo meno poco serio riproporre schemi già fallimentari. Mi fu risposto da uno degli interlocutori che a loro non piaceva il matrimonio, che prevede una durata non limitata e rapporti corretti, ma preferivano “il fidanzamento” che può essere rotto in qualsiasi momento. Il tradimento, cioè, è la base culturale sulla quale si costruiscono le coalizioni politiche e i relativi documenti che li definiscono.

Questo episodio mi ha convinto ancora di più della necessità di mettere da parte i “dicumenti”, come diceva il mio amico della CISL, e badare ai comportamenti concreti delle persone, che sono sempre più spesso caratterizzati da arrivismo personale, da disprezzo degli altri e da una visione proprietaria della politica o della religione. E' questo il lascito del berlusconismo che ha infettato in vario modo tutta la società e tutti i partiti politici che la società esprime, anche quelli di sinistra.

Ritrovare lo spirito comunitario è il compito dell'oggi, l'ho già scritto e mi scuso se lo ripeto. Forse è la vecchiaia che avanza.

Giovanni Sarubbi

 




Domenica 30 Settembre,2012 Ore: 01:12