Editoriale
La storia a volte si ripete.

di Giovanni Sarubbi

Pensiamo tutto il peggio possibile delle religioni trasformate in strumenti di potere, in imperi economici e politici, in strutture che opprimono le coscienze ed abusano del nome di Dio. Il Dio di cui parlano queste religioni è un Dio nemico dell'umanità, nemico del bene e legato al male, che benedice gli eserciti e sta dalla parte di chi sfrutta e opprime le persone e sfrutta a suo piacimento la natura distruggendola irrimediabilmente.

Quando nelle scorse settimane si è scoperchiato quella che alcuni hanno definito “la cloaca vaticana” non ci siamo stupiti più di tanto. Si tratta di storie vecchie di cui sono pieni i libri di storia, almeno per chi voglia leggerli. Chi non ha mai sentito parlare di Alessandro VI Borgia e del regime di corruzione e violenza che ne caratterizzò il pontificato? O dell'immondo mercato delle indulgenze? O della inquisizione che condannò al rogo migliaia di innocenti? O delle stragi perpetrate ai danni dei nativi americani dai colonizzatori spagnoli di sua maestà cattolicissima di Spagna? O delle medesime stragi perpetrate in nord America dagli appartenenti alle chiese protestanti che si erano staccate dalla Chiesa di Roma? O delle “guerre sante” chiamate crociate che fecero stragi innanzitutto dei cristiani considerati eretici da “sua santità” il Papa?

Storie vecchie ma anche comportamenti mai morti all'ombra del cupolone, che si possono rileggere nelle carte pubblicate in questi ultimi mesi da Gianluigi Nuzzi nel suo libro “Sua Santità”. Certo per chi ha vissuto il periodo del Concilio Vaticano II queste cose sembrano provenire da un altro mondo, ma questa è la cruda realtà con cui bisogna fare i conti.

E come sempre è accaduto nella storia della Chiesa Cattolica, questi documenti e la realtà che li ha generati, sono in realtà scomparsi dai nostri mezzi di informazione che sono impegnati oramai da settimane a discutere sulla legittimità o meno della loro pubblicazione e mai sui loro contenuti. E' legittimo o no, solo per citare qualcuna delle cose emerse, che un Papa intervenga sugli organi dello Stato Italiano per ottenere l'esenzione dell'ICI o per imporre una sua visione su determinate leggi? E la questione degli affari oscuri dello IOR, la banca Vaticana?

Il giornalista Nuzzi, che ha pubblicato i documenti, è stato praticamente linciato, almeno moralmente, definito ladro o, cosa veramente ridicola, “violatore della privacy del Santo Padre”. Sono state minacciate azioni giudiziarie nei suoi confronti per furto e ricettazione . Coloro che dovrebbero fare proprio ed incarnare il detto evangelico di “Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio voi annunciatelo dalle terrazze”(Mt 10,27) ne sono invece i più fieri oppositori, anche a colpi di carte bollate.

Ma la cosa più ridicola, e su cui occorre riflettere perchè è la radice di tutti i mali, è il continuare a definire con l'aggettivo “sacro” tutto ciò che riguarda il Vaticano e dintorni, soprattutto dopo aver letto le notizie riguardanti il dossier preparato da Gotti Tedeschi, ex presidente dello IOR, venuto fuori per caso durante una indagine riguardante la Finemeccanica. E' stato definito dai giornali “un dossier-bomba” che doveva essere inviato agli amici e ai giornali in caso di incidenti che ne avessero provocato la morte, con un “Se mi ammazzano, qui ho scritto il perché” e “In Vaticano ho visto cose da aver paura” che dovrebbero spingere i mass-media ad esigere la verità e la pubblicazione integrale di questi documenti. E invece anche qui la difesa “dei sacri palazzi” prevale sulla verità dei fatti, un po' come sulla questione della pedofilia clericale, con la copertura dei preti pedofili e delle responsabilità dei vescovi che ha prevalso sulla giustizia e sui diritti dei minori violentati. Pochissimi i preti sospesi a divinis, la stragrande maggiornaza coperta e trasferita di parrocchia in parrocchia perchè, secondo la logica sacrale che impera in Vaticano, non si può mettere in discussione “il sacro” di cui si ammantano e che usano oramai come arma contro gli stessi fedeli cattolici. Tacere, tacere, tacere, questa la regola dei “sacri palazzi”. Se il “sacro” è questo, allora abbasso il sacro!

Giusto per rimanere in tema, vanno nella direzione del depistaggio e della confusione, scadendo nel ridicolo, il voler usare anche il terremoto dell'Emilia per gridare all'ingiusto attacco contro la figura del Papa e le dottrine sacrali di “santa romana chiesa”. L'Emilia è stata punita, ha sentenziato qualche sito più papista del Papa che non ha caso si chiama Pontifex, per colpa del regista teatrale Castellucci, che sta realizzando un'opera giudicata “blasfema”, e per colpa di Maurizio Crozza che imita il Papa prendendolo in giro. Dio si sarebbe indignato per queste blasfemie e avrebbe mandato il terremoto. Ma, se così fosse, i cattolici di Pontifex e lo stesso Papa avrebbero di che riflettere e preoccuparsi, perché in Emilia, oltre ai capannoni costruiti male, sono crollate a decine e decine proprio le chiese che risulterebbero così colpite dall'ira di Dio. Nella sola diocesi di Carpi, ad esempio, su 50 chiese ne sono rimaste agibili solo 4 e anche li la gente preferisce non frequentarle in attesa della fine del sisma.

La Chiesa Cattolica sta vivendo la sua crisi più grave e lo fa sotto il pontefice che per 25 anni ha interpretato rigidamente il suo ruolo di interprete autentico della infallibilità del Papa, quando era il prefetto della Congregazione per la dottrina delle fede sotto Papa Giovanni Paolo II. Sono noti i suoi provvedimenti  in particolare contro la Teologia della Liberazione e tutti i teologi progressisti che, sulla scia del Vaticano II, hanno cercato di riportare la Chiesa Cattolica nell'alveo del Vangelo. Come sempre accade i più rigidi e i più ferrei difensori della purezza e della santità o della sacralità di qualsivoglia istituzione, sono anche quelli che coprono le più immonde, diffuse e vergognose nefandezze che mai mente umana possa pensare. Anche qui nulla di nuovo. Sembra di rileggere la storia di Paolo IV, al secolo Gian Pietro Carafa, fra l'altro Irpino di nascita, che fu Papa dal 1555 al 1559. Fu l'inventore del Sant'Uffizio prima di diventare Papa (come Ratzinger), fu, e sembra di rileggere Benedetto XVI, un propugnatore della pulizia della chiesa, durissimo e inflessibile, perseguitò decine e decine di vescovi, fu l'inventore del ghetto di Roma e di misure terribili contro gli ebrei, esercitò una censura ferrea sui libri. (vedi qui per la sua storia). Ma finì malissimo. All'indomani della sua morte la sua statua fu decapitata in Campidoglio, ci furono manifestazioni di giubilo del popolo romano e la sede dell'Inquisizione fu saccheggiata, gli fu dedicata anche una pasquinata:

Carafa in odio al diavolo e al cielo è qui sepolto
col putrido cadavere; lo spirto Erebo ha accolto.
Odiò la pace in terra, la prece ci contese,
ruinò la chiesa e il popolo, uomini e cielo offese;
infido amico, supplice ver l'oste a lui nefasta.
Di più vuoi tu saperne? Fu papa e tanto basta.

La storia a volte si ripete.

Giovanni Sarubbi



Domenica 10 Giugno,2012 Ore: 08:20