Editoriale
Liberare l'evangelo di Gesų

di Giovanni Sarubbi

No all'ecumenismo che non cambia nulla nella vita delle chiese e non le libera dalla logica constantiniana


Secondo un recente sondaggio della fondazione tedesca Bertelsmann in Italia solo il 29% dei cattolici si sente impegnata a fare proselitismo attivo, mentre la stragrande maggioranza (81%) ritiene importante dialogare con le altre confessioni cristiane[1]. L’ecumenismo dunque sembrerebbe un sentimento diffuso in Italia dove l’88% degli italiani continua a dirsi cattolico.
Ma, da quando regna Papa Ratzinger, l’ecumenismo è ridotto, la dove si fa qualche iniziativa, ad incontri di vertice, ad incontri fra gerarchie in profonda crisi di consensi e che non attirano più nessuno, a persone in crisi in cerca di spazi da conquistare ma che non vogliono mettere in discussione i loro reciproci errori e la via del tradimento dell’Evangelo di Gesù su cui sono ecumenicamente uniti e saldamente attestati.
La settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, che dovrebbe essere in corso di svolgimento mentre scriviamo queste note, è stata ridotta ad un trito e ritrito ripetersi di formule che non riescono a smuovere in alcun modo le rispettive posizioni di potere perché ripetono il mantra del credo constantiniano e dei dogmi definiti nel primo millennio. Settimana di preghiera che si è ridotta alla richiesta al “dio della metafisica” di fare quello che poi gli uomini di chiesa non vogliono di fatto fare. Preghiera che non cambia nulla. Preghiera che in tal modo nega l’evangelo, quella parola di Gesù nella Sinagoga di Nazareth che chiede ai presenti di agire subito, di mettere in pratica oggi, subito, senza indugio l’evangelo della liberazione dei poveri, quell’ «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato» (Lc 4,21), spetta a voi metterla in pratica. Oggi come allora il rifiuto di quella parola è totale. Si ascoltano scritture sacre, si intronizzano libri sacri, li si incensano e li si adorano ma forse per esorcizzarle, per ripetere gesti idolatrici visto che in realtà quelle parole rimangono morte ed ognuno, dopo il rito laddove si fa, ritorna a fare il suo solito. Spetta a “dio” fare la sua parte, noi la preghierina l’abbiamo fatta, la coscienza è salva!
Ma noi crediamo che non è ecumenismo quello che non parte da una comune confessione di peccato sul tradimento dell’Evangelo di Gesù.
Non è ecumenismo quello che non libera le chiese cristiane dai dogmi constantiniani che hanno prodotto mostruosità di tutti i tipi nel corso degli ultimi duemila anni, dalle conversioni forzate, alle crociate, al Papa Re o alla subordinazione agli imperatori e ai principi come è stato per la riforma protestante luterana, calvinista o anglicana, al feroce antisemitismo e alla shoha, alla inquisizione, allo sterminio di interi popoli nelle americhe, allo schiavismo, alla “benedizione” delle bombe atomiche che hanno distrutto Hiroshima e Nagasaki. E sono tutte questioni che pesano come una cappa di piombo sulle chiese e sul “cristianesimo religione” che dimentica l’umanità e continua a parlare di un dio feroce e assurdo tanto lontano ed in contrasto con “il padre misericordioso” di cui ci ha parlato Gesù.
Non serve a nessuno un ecumenismo che si riduce a riti più o meno sacri o alla costituzione di organismi interecclesiali, con tanto di statuti fondi da amministrare e strutture da gestire, che servono semplicemente a congelare la realtà così com’è. O meglio un tale ecumenismo serve solo a chi concepisce le chiese come strutture per amministrare un piccolo o grande potere ed interessi personali.
E’ ora di liberarci di tutti questi equivoci e di un ecumenismo che funzioni qualche giorno l’anno e che non trova modo di suscitare iniziative forti e comuni su questioni come il fortissimo razzismo che sta montando in Italia, o la partecipazione alla guerra in corso nel mondo, o la corsa agli armamenti, o l’arricchimento di pochi individui e l’affamamento di miliardi di esseri umani nel mondo, o contro la mafia, la distruzione dell’ambiente, la violenza sulle donne, l’abbraccio mortale con un potere economico politico e militare che è al servizio di una classe sociale ingorda e dissoluta…
Liberiamoci, convertiamoci e accettiamo l’evangelo. E’ una parola che da duemila anni risuona nel mondo e che chiede la nostra adesione incondizionata.
Giovanni Sarubbi


[1] Lo scisma, cattolici senza Papa, di Riccardo Chiaberge Longanesi pag. 61


Giovedė 21 Gennaio,2010 Ore: 16:17