Editoriale - Promulgato il cosiddetto "pacchetto sicurezza"
Ora resistere, resistere, resistere in nome della Costituzione

di La Redazione

Dunque, come temevamo, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha promulgato il cosiddetto “pacchetto sicurezza”, le nuove leggi razziali, che da oggi sono ufficialmente legge della Repubblica Italiana.
La notizia è stata comunicata ufficialmente dal Quirinale con una nota nella quale viene rilevato che il provvedimento “suscita perplessità e preoccupazioni” perché “risulta ad un attento esame contenere numerose norme tra loro eterogenee, non poche delle quali prive dei necessari requisiti di organicità e sistematicità; in particolare si rileva la presenza nel testo di specifiche disposizioni di dubbia coerenza con i principi generali dell’ordinamento e del sistema penale vigente”.
Ciò nonostante il Presidente Napolitano ha deciso comunque di promulgare la legge, nascondendosi dietro la foglia di fico di quelle norme che sarebbero “volte ad assicurare un più efficace contrasto – anche sul piano patrimoniale e delle infiltrazioni nel sistema economico – delle diverse forme di criminalità organizzata”. Anzi il Presidente Napolitano ha chiesto ai competenti ministri e al presidente del Consiglio, a quelli cioè che quelle norme hanno approvato e fortemente voluto, di provvedere ad armonizzare le norme incoerenti. Risulta veramente difficile comprendere come norme di cui lo spesso Presidente Napolitano rileva la disomogeneità e l’incoerenza possano essere efficaci anche nella lotta alla mafia.
In realtà dopo il danno anche la beffa. Il comunicato stampa del Quirinale da un lato è una dichiarazione di correità con una legge che si giudica di “dubbia coerenza con i principi generali dell’ordinamento e del sistema penale vigente”, quindi inapplicabile e non promulgabile, e dall’altro è un vero e proprio insulto alla intelligenza dei cittadini italiani ed in particolare di tutte le migliaia di persone ed associazioni, noi compresi,  che in questi giorni si sono mobilitati per chiedere proprio al Presidente Napolitano di non promulgare questa legge vergogna avvalendosi della facoltà prevista dall’art. 74 della Costituzione.
Diciamo con forza che si tratta di una vera e propria vergogna nazionale. Si tratta di un attentato netto ed esplicito alla nostra Costituzione come hanno rilevato molti ed autorevoli costituzionalisti.
Questa decisione è figlia di quella politica subalterna alle logiche politiche della destra che portò proprio il Presidente Napolitano, quando era ministro degli interni nel primo governo Prodi dal 1996 al 1998, ad inventare i CPT, oggi CIE, i campi di concentramento per i migranti dell’era moderna. Quel primo governo Prodi che, fra l’altro, respinse i migranti anche con la forza nel mare Adriatico, e non fece nulla contro le molte iniziativa razziste e xenofobe della Lega Nord, che ha potuto anche fare le sue iniziative secessioniste in tutta tranquillità.
Resistere, Resistere, Resistere! Lo gridiamo con forza anche per quanti non possono più farlo, per tutti i partigiani che con la Resistenza liberarono l’Italia dal nazifascismo e portarono alla realizzazione della nostra Repubblica. Lo gridiamo anche a nome di un altro Presidente della Repubblica, quel Sandro Pertini, partigiano, che non ebbe paura di difendere fino in fondo la nostra Costituzione.
Ora è necessario organizzare nella società l’opposizione alle norme che violano i diritti umani.
Ora dovremo imparare a camminare avendo sempre in tasca una copia della nostra Costituzione e della Dichiarazione dei Diritti Umani, in modo da poter contestare alle forze dell’ordine tutte le azioni che esse faranno in ossequio alla nuova legge ma che sono in aperta violazione della Costituzione e dei Diritti Umani.
Chiediamo anzi a quanti sono esperti di diritto di approntare uno o più testi contenenti dettagliatamente tutte le norme costituzionali e di diritto internazionale violate dalla legge che oggi il Presidente Napolitano ha promulgato.
Chiediamo a quanti hanno a che fare quotidianamente con gli immigrati di promuovere azioni legali ad ogni livello e tutte le iniziative utili ad opporsi ai provvedimenti che eventualmente le autorità dovessero assumere contro gli immigrati.
Chiediamo in particolare alle chiese cristiane, a tutte le chiese cristiane nessuna esclusa, una dichiarazione di obiezione di coscienza netta ed esplicita, se è vero come è vero che è scritto che “bisogna obbedire a Dio, invece che agli uomini” (Atti5,29).
Finché ci sarà qualcuno che si opporrà ci sarà speranza per questo paese.
 La Redazione del sito www.ildialogo.org


Mercoledì 15 Luglio,2009 Ore: 21:42