Editoriale
DOPO L'ATTENTATO DI ROMA. TRE SEMPLICETTE ADDOLORATE RIFLESSIONI

di Peppe Sini

In primo luogo vogliamo dire la nostra piena solidarietà alle vittime dell'attentato di Roma.

Ed anche: alle vittime della guerra afgana cui l'Italia partecipa da oltre dieci anni; alle vittime dell'ecatombe e della schiavitù che i migranti subiscono per le politiche razziste dell'Unione Europea e dell'Italia; alle vittime dei poteri criminali che il regime della corruzione favoreggia; alle vittime del femminicidio che ogni giorno versa fiumi di sangue; alle vittime del totalitarismo comunque si travesta; alle vittime dal sistema del profitto e dello sfruttamento ridotte alla fame, alla disperazione, alla morte.

Tutti gli esseri umani sono un'unica famiglia in un'unica casa comune: il primo dovere è l'universale solidarietà.

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In secondo luogo: poiché è con le armi che perlopiù si uccidono le persone, è con il disarmo che si salvano le vite.

Cessi la produzione e il commercio di tutte le armi, dalla rivoltella al cacciabombardiere. E si proceda a distruggere le armi già in circolazione.

Meno armi vi saranno, più persone resteranno vive e incolumi.

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Terzo: poiché la violenza è nemica dell'umanità e del mondo vivente tutto, alla violenza occorre sempre opporsi; nell'opposizione alla violenza consiste la civiltà umana.

E contro la violenza vi è una sola scelta intellettuale, morale e politica adeguata, concreta, efficace: la nonviolenza.

Solo la nonviolenza può salvare l'umanità. Prima che sia troppo tardi, è ora che essa governi.

Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

Viterbo, 28 aprile 2013

Mittente: "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: nbawac@tin.it e centropacevt@gmail.com , web: lists.peacelink.it




Lunedì 29 Aprile,2013 Ore: 08:47