Editoriale
AMICI FACTI SUNT IN EADEM DIE

di Ernesto Miragoli

Sul pranzo di riconciliazione fra Feltri e Boffo


Il pranzo fra Boffo (ex direttore di Avvenire) e Feltri (direttore del Giornale che l'impallinò) avvenuto nei giorni scorsi al famoso ristorante Berti di Milano (crocevia di Vip e politici locali e non) sta tenendo banco occupando pagine di giornali quasi che fosse l'incontro risolutivo fra due importanti uomini di stato che risolvono a tavola una questione avversa di capitale importanza nazionale o internazionale.
Se i due hanno voluto dare rilevanza mediatica alla cosa qualche motivo c'è.
Boffo e Feltri, infatti, avrebbero potuto pranzare discretamente a casa di uno o dell'altro, non pranzare proprio ed incontrarsi nello studio di uno o dell'altro, sentirsi solo telefonicamente...no: hanno voluto far sapere all'Italia che stava col fiato sospeso sul rapporto fra i due che hanno chiarito le cose davanti ad un piatto di risotto alla milanese.
E qui gatta ci cova.
Ricordate l'episodio del processo di Gesù quando Pilato invia Gesù ad Erode per farlo giudicare ed Erode lo rinvia a Pilato? Il Vangelo conclude:"...da quel giorno Erode e Pilato divennero amici"(Amici facti sunt in eadem die).
A spese di Gesù che morì sulla croce.
Io penso che i nostri allegri commensali del ristorante Berti siano diventati amici e che qualcuno fra poco sarà crocifisso.
Chi sia questo qualcuno non lo so ancora, ma basterà attendere un po' di tempo e lo si capirà. Il Vaticano ha ereditato la religione giudaica e con questa anche il Sinedrio dove, molto prima della Passione di Cristo, si decretò che:"...è meglio che uno solo muoia per il popolo".
E dal quel momento gli sherpa manutengoli dei sommi sacerdoti cominciarono a circuire il gruppo dei discepoli fino a quando trovarono Giuda.
E' nel DNA ecclesiale (solo umano, per fortuna, ma anche purtroppo!) trovare un giuda che trovi un cristo da immolare per fare in modo che tutto cambi restando come prima.
Non credo di essere lontano dalla verità se, giocando un po' con la "fantapoliticoreligiosità", dico che c'è di mezzo la politica italiana e l'establishment vaticano.
Andiamo con ordine.
Il direttore Boffo è uomo di Ruini il quale, in pensione per raggiunti limiti di età, non ha digerito la nomina di Bagnasco al suo posto. Ruini pensava ad altri che continuassero la sua strada di "commixtio fori" fra politica di bassa lega e chiesa di sinedrio, ma il segretario di stato vaticano Bertone ha scelto una persona diversa, di basso profilo, ma non "immanicata" con Ruini.
Boffo, uomo di Ruini, probabilmente seguendo le indicazioni di quest'ultimo, non ha mai trattato "male" il presidente del consiglio: non ha criticato il programma, non ha criticato il governo, non ha neppure dato molto seguito alle storielle personali che tutti conosciamo fino a quando, in pieno scandalo escort, ha pure dovuto dire qualcosa per non far passare il giornale dei vescovi come pronube al berlusconismo imperante.
E ci ha rimesso il posto, accusato dal giornale di Berlusconi del peccato più infamante per un cattolico: fare sesso con ragazzini e ragazzine.
Dopo quasi sei mesi di tira e molla, Bagnasco (che non ha saputo gestire la cosa con grinta, anche perchè basta guardarlo per capire che di grinta non ne possiede punto) ha scelto la strada più facile: ha nominato direttore di Avvenire il vice direttore di Avvenire:discontinuità nella continuità. Un classico del mondo cattolico!
I rapporti fra politica italiana e politica religiosa, si sono appianati fino al punto che Bossi (che diceva che i vescovoni non capivano un c....), Calderoli (che ha celebrato nozze celtiche) con qualche altro leghista sono stati a pranzo non da Bagnasco, ma da Ruini (anche qui: grande rilievo mediatico!).
Bertone ha dichiarato a mezza bocca e mezza voce - come s'addice ad uomo del sinderio - che Bagnasco l'ha un po' deluso.
Fra Bertone e Ruini non è mai corso buon sangue, fra Bertone e alcuni esponenti della curia vaticana non corre buon sangue, fra la maggioranza di governo italiana e la Cei non ci sono rapporti paradisiaci (l'ultimo auspicio di Bagnasco di creare una classe politica cattolica è stato da molti letto come una preferenza verso l'UdC di Casini)...insomma...qualche giuda vaticano ha venduto il povero cristo Boffo che, attaccato duramente (ma si voleva attaccare il suo mentore Ruini) ha mollato la presa, ma il vero cristo da immolare non si sa ancora che sia.
Sarà Bagnasco?

Ernesto Miragoli
www.webalice.it/miragoli



Mercoledì 03 Febbraio,2010 Ore: 14:23