Editoriale
Ronde sarde

di Mimmia Fresu

La differenza fra la vita e il baratro la può fare un pezzo di carta. Che un essere umano sia solo o con famiglia, che chieda aiuto per se o per i suoi figli, senza quella carta, “il permesso di soggiorno”, non ha scampo. Su quel pezzo di carta passa il confine fra un cittadino del mondo e un comune criminale; fra chi ha diritto, umano e civile, a uno spazio per vivere e la spazzatura. In una chiesa, per ricordare che la terra è di Dio e che tutti hanno il diritto di poter migrare, specialmente quando fuggono dalla carestia e dalle guerre, hanno posto un mappamondo sull'altare. E' successo a Caserta, mentre il Vaticano si intratteneva con Bossi e Calderoli, gli artefici delle leggi xenofobe, della legge sulla sicurezza (la foglia di fico dietro cui nascondono la loro indole razzista), i più feroci sostenitori dei respingimenti in mare dei disperati della terra. Per mesi sulla stampa loro amica, sulle televisioni private e le altre asservite, hanno alimentato il clima di paura, hanno eretto barriere di filo spinato, ideologico, per ora. L'ONU parla di diritti umani violati. Un marchio d'infamia che il Paese si è conquistato con proclami banditeschi, con misure amministrative il cui obiettivo è quello di spogliare di ogni diritto umano degli innocenti, colpevoli di essere poveri e di domandare aiuto. Un degrado culturale ed etico, complice l'omologazione dei mezzi di informazione: i prodromi dell'avvento del nazifascismo. Lo squadrismo di stampo fascista è già qui sotto mentite spoglie: le ronde. Paludato con pittoresche casacche e smerciati come volontari per la sicurezza. Il 19 settembre scende in strada a Tortolì la prima ronda sarda. All'inaugurazione, per il sigillo di qualità, sarà presente un rappresentante della Lega Nord (uno che a casa sua non ci vuole neanche morti). Sprezzanti del ridicolo, un manipolo di sardi vestiranno una maglietta con effigiati i simboli della Lega e dei quattro mori. I mori della bandiera sarda, quelli con la benda sugli occhi. Un vessillo glorioso sputtanato in una vile azione persecutoria contro altri mori. Tutto questo avviene nell'indifferenza di un Paese che, sembra, abbia portato all'ammasso la propria coscienza civile. Un Paese anche capace di osannare un negro o uno zingaro, ma solo se segna i goal la domenica.

Mimmia Fresu



Giovedì 17 Settembre,2009 Ore: 15:51