LA FUGA DELLE DONNE DALLA CHIESA, ANALISI, RIFLESSIONI, NUOVE PROPOSTE, in LA SOLITUDINE DI PAPA FRANCESCO, UN PAPA PROFETICO IN UNA CHIESA IN TEMPESTA, DI MARCO POLITI, EDITORI LATERZA

a cura di Carlo Castellini

Perché le donne fuggono dalla Chiesa? Il crollo è catastrofico. Dall'anno 2000 all'anno 2016 il numero delle donne attive negli ordini femminili religiosi è sceso da 800 mila a 659.000. L'esercito delle suore è cruciale per la presenza della Chiesa cattolica nella società contemporanea.
Gestiscono scuole di ogni grado, istituti, ospedali, ambulatori, , case per anziani, per disabili, per donne abbandonate, per disabili, per orfani, offrono aiuto e sostegno di ogni tipo. Sono presenti di notte negli angoli più abbandonati delle metropoli occidentali, , sono attive nelle zone più disperate del Terzo Mondo.
Rappresentano in gran parte l'ossatura dei sevizi delle diocesi, delle conferenze episcopali e delle congregazioni in Vaticano. E svolgono da secoli la funzione di colf, assistenti e badanti di preti, vescovi, cardinali e papi. Senza la fatica delle donne, che portino o meno il velo, La Chiesa sarebbe incapace di muovere un passo. Una perdita di 140.000 religiose in appena sedici anni costituisce un fenomeno allarmante.
TESTIMONIANZE VERE DI ISTITUZIONI DI CHIESA.
Nel 2018 ha suscitato scalpore in Vaticano un crudo elenco di testimonianze dall'interno di istituzioni ecclesiastiche. Storie tutte autentiche. “Suore impiegate al servizio di uomini di chiesa,, che si alzano all'alba per preparare la colazione e vanno a dormire una volta che la cena è stata servita, la casa riordinata, la biancheria lavata e stirata........non hanno un orario preciso e loro retribuzione aleatoria, spesso molto modesta”.
SUORE USATE E IGNORATE.
“Un ecclesiastico pensa di farsi servire un pasto dalla sua suora e poi di lasciarla mangiare da sola in cucina una volta che è stato servito: E' normale per un consacrato essere servito in questo modo da un'altra consacrata?” Suore che hanno servito trent'anni in un'istituzione di Chiesa e, quando sono malate, non ricevono la visita di nessuno dei preti che loro hanno accudito. O “licenziate” di punto in bianco.
Suore in possesso di un dottorato in teologia che dall'oggi al domani sono state mandate a cucinare o a lavare piatti, missione priva di qualsiasi nesso con la loro formazione intellettuale e senza una vera spiegazione”. Suore che dopo anni di insegnamento – è successo a Roma – vengono mandate ad aprire e chiudere la chiesa di una parrocchia.
Lasciò stupiti molti prelati in Vaticano scoprire che l'inchiesta e le sue denunce non venivano dalla stampa laica o o anticlericale, ma dall'inserto “ DONNE CHIESA MONDO” pubblicato dall'”OSSERVATORE ROMANO”.
FRANCESO sin dai primi tempi del pontificato ha denunciato “la servitù” cui sono spesso condannate le religiose e che nulla ha a che fare – ha ammonito -con il”servizio” reso alla Chiesa. Il papa, pochi mesi dopo la sua elezione, evocò nella sua esortazione apostolica “EVANGELII GAUDIUM” la rivendicazione all'interno dell'istituzione ecclesiastica dei “legittimi diritti delle donne, a partire dalla ferma convinzione che uomini e donne hanno la medesima dignità”.
Senza toccare la preclusione del sacerdozio alle donne, il papa argentino pose la questione del ruolo della donna “lì dove si prendono le decisioni importanti, nei diversi ambiti della Chiesa”. Nella sua intervista a LA CIVILTA' CATTOLICA il pontefice fu ancora più netto. Il genio femminile specificò, esige che la donna debba trovare posto anche dove si esercita l'autorità.
GESTI DI GRANDE SIGNIFICATO.
Intanto seminava impulsi con gesti carichi di significato. Il giovedì santo del 2013 il papa andò nel carcere minorile romano di Casal di Marmo per la cerimonia della lavanda dei piedi. Per la prima volta tra i odici, chiamati a partecipare, c'erano due donne.. Un segnale preciso. I dodici avevano sempre ricordato gli apostoli dell'ultima cena a cui Gesù aveva lavato i piedi. Il gesto di Bergoglio suggeriva che anche le donne erano apostole.
(Negli anni seguenti il papa avrebbe ammesso al rito persino esponenti di altre religioni, per evidenziare spirito di servizio della Chiesa). Per evitare che rimanesse un segno che potesse in futuro essere cancellato, Francesco con decreto della Congregazione per il Culto, ha modificato il messale romano, abolendo per la cerimonia le parole “uomini prescelti” e sostituendole con “i prescelti tra il popolo di Dio”.
Di valenza simbolica ancora più forte è stata l'istituzione della Festa Liturgica di MARIA MADDALENA, qualificata “prima evangelista e apostola degli apostoli”. Quindi ha cominciato a nominare lentamente donne in organismi vaticani. Due sono state nominate Sottosegretarie al Dicastero per i Laici: GABRIELLA GAMBINO, docente di Bioetica e Filosofia del Diritto, e LINDA GHISONI, Giudice di Tribunale ecclesiastico per le cause di nullità di Matrimonio
Al Dicastero per lo Sviluppo è stata nominata Sottosegretaria l'unica donna che nei decenni passati aveva un parziale ruolo dirigente nella curia romana: FLAMINIA GIOVANELLI, già Sottosegretaria del Consiglio Giustizia e Pace.
Al Consiglio di Amministrazione dello I O R il papa ha indicato nel 2014 MARY ANN GLENDON (se n'è andata dimettendosi, nel 2018). Alla Direzione dei Musei Vaticani è stata nominata la storica dell'arte BARBARA JATTA. Alla presidenza d dell'ospedale vaticano Bambin Gesù è stata chiamata la manager MARIELLA ENOC, già vice presidente della Cariplo e presidente di Confindustria Piemonte.
Infine Francesco ha scelto una donna come rettore della pontificia Università ANTONIANUM: SUOR MARY MELONE. Nel 2018 per la prima volta è stata eletta una presidente della Federazione internazionale delle università cattoliche: la prof. ssa ISABEL CAPELOA GIL, rettore dell'Ateneo Cattolico del Portogallo.
In Vaticano il cardinale GIANFRANCO RAVASI, ha creato nel 2015, la Consulta Femminile del Consiglio della Cultura da lui presieduto. Ne fanno parte trentasette donne di varia estrazione professionale, confessionale e filosofica. Scopo della consulta è l'esame dell'evoluzione del ruolo della donna nella società contemporanea.
IL CAMBIO EPOCALE.
Piccoli passi in avanti, a volte persino simbolicamente significativi, considerati i tempi lenti della Chiesa. Ma che non bastano per tenere il passo con quello che Francesco ha chiamato
il CAMBIO D'EPOCA, vissuto dalla società' globale, dalle donne e dalle credenti. Sei anni dopo l'elezione di Bergoglio non si avverte minimamente una partecipazione reale e diffusa delle cattoliche ai momenti decisionali della loro Chiesa.
Nel 2013 un gruppo di Teologhe e Teologi in Europa e negli Stati uniti aveva lanciato la proposta (già avanzata due anni prima dalla rivista dei Gesuiti statunitensi “AMERICA), che il papa nominasse donne cardinali, visto che fino al XIX secolo il cardinalato poteva esse concesso anche ai Laici. L'appello è stato respinto dal card. MARADIAGA, coordinatore del Consiglio della Corona di Francesco, il C 9.
Non è stata presa in considerazione la proposta della Presidente del Movimento dei Focolarini, MARIA VOCE di affiancare il C9 con un gruppo di otto laici, uomini e donne, che servano al papa da strumento di consultazione permanente. E meno che mai il suggerimento della VOCE di permettere che ai dibattiti pre-conclave sulla situazione della Chiesa partecipi un gruppo di fedeli di entrambi i sessi, rappresentativo del mondo cattolico .
Anche la richiesta di convocare un SINODO ”SULLE DONNE, CON LE DONNE, PER LE DONNE”,, avanzata nel 2015 da SUOR EUGENIA BONETTI, (una religiosa in prima linea contro la tratta delle schiave sessuali) e dalla storica LUCETTA SCARAFFIA, editorialista dell'OSSERVATORE ROMANO e Direttrice dell'Inserto DONNE CHIESA MONDO, non ha finora ricevuto risposta.
PASSAGGIO IMPORTANTE.
Un passaggio importante avviene nel maggio 2016 in occasione di una udienza di FRANCESCO all'UNIONE INTERNAZIONALE DELLE SUPERIORE GENERALI (UISG). L'UISG costituisce il vertice delle congregazioni femminili di tutto il mondo. L'incontro è strutturato come dialogo: domande e risposte. Le domande sono conosciute dal pontefice in anticipo. Francesco ha dato piena libertà di porre questioni e disporrà poi la pubblicazione del dialogo. Sono state domande molto concrete sulla esclusione delle donne dalla predicazione, durante la messa e dai processi decisionali nella Chiesa. Gli è stato chiesto anche perché le donne non possono essere incluse tra i diaconi permanenti. Francesco si è detto pronto ad affrontare il tema: “Ci sono pubblicazioni sul diaconato femminile nella Chiesa, ma non è chiaro come fosse stato......Vorrei costituire una commissione ufficiale che possa studiare la questione : credo che farà bene alla Chiesa chiarire questo punto”.
IL PAPA AGISCE CON RADIPIDITA'.
L'agosto successivo nomina la Commissione: sei teologhe sei teologi. La guida viene affidata all'allora segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, monsignor LUIS FRANCISCO LADARIA. Il card. MULLER, allora capo della Congregazione, non aveva voluto saperne. Ma c'è uno slittamento tra la richiesta delle superiore degli ordini femminili e la decisione del pontefice.
Le suore hanno chiesto di prendere di petto il problema nella sua attualità:”Cosa impedisce alla Chiesa di includere le donne tra i diaconi permanenti, proprio come è successo nella Chiesa: uno studio della situazione nella Chiesa: uno studio della situazione primitiva?”, hanno chiesto.
Francesco opta per una soluzione più prudente.
Uno studio della situazione nella Chiesa dei primi secoli. E' il compito a cui si è dedicata la commissione. Fare una mappa della presenza delle donne - diacono nella Chiesa primitiva e dell'alto medioevo.
I lavori vanno avanti per due anni soprattutto per via telematica. In Vaticano nel palazzo del Sant'Uffizio, si tengono praticamente soltanto quattro riunioni plenarie. L'esito è racchiuso in un documento di nove pagine, consegnato a LADARIA – nel frattempo divenuto cardinale e Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede – nel giugno 2018. C'è una differenza rispetto ad un simile studio svolto nel 2003 della Commissione Teologica Internazionale, conclusosi con la constatazione che toccava alle massime gerarchie della Chiesa “pronunciarsi con autorità sulla questione”. Il testo della commissione istituita da Bergoglio è destinato unicamente al papa in persona e all'inizio del 2019 non era ancora stato pubblicato.
DONNE-DIACONO: LA SITUAZIONE ALLO STUDIO.
Il lavoro si è sviluppato seguendo tre filoni: storico, antropologico-liturgico e teologico-dottrinale- spiega un membro della commissione. Il documento finale segnala le cose certe e quelle incerte. Riflette il pluralismo (e le contrapposizioni teologiche) fra i componenti del gruppo. Per ogni paragrafo si possono leggere i punti in cui si registra concordanza fra tutti oppure emergono posizioni diverse.
Dall'esame storico emerge comunque chiaramente che sarebbe sbagliato leggere la realtà dei primi secoli con gli occhi dottrinali di oggi. Trovare i termini “vescovi” o “diaconi” nelle lettere di San Paolo, allo stato nascente del cristianesimo, è qualcosa di totalmente diverso dalla carica vescovile o dal diaconato di un millennio dopo. Dall'analisi della documentazione fatta in commissione, si deduce che il diaconato femminile era una realtà operante sia nella parte occidentale che nella parte orientale dell'impero romano, anche se i suoi contorni non sono ben definiti.
“E' certo – confida un membro della commissione – che esisteva una pluralità di attività: assistere le donne al battesimo per immersione (dove erano interamente o parzialmente nude), leggere il Vangelo e compiere altri atti durante la Messa ma mai all'altare, assistere il vescovo in alcune attività con i fedeli.
Va notato che nei primi secoli si usa il termine “diacono” sia per gli uomini che per le donne”. Di diaconesse si parla solo più tardi e possono essere donne-diacono, direttrici di comunità religiose, mogli ufficiali del diacono, oppure diventarlo se il marito prete diventava vescovo.
“In ogni caso si diventava donne-diacono con uno specifico mandato, una benedizione o l'imposizione delle mani. D'altronde il termine di ordinazione a quell'epoca non aveva il significato di sacramento, acquisito successivamente. Significava semplicemente entrare in un “ordine”. Questo vuol dire che anche il diaconato maschile all'inizio non era inserito in un iter sacramentale.......”.
(MARCO POLITI, a cura di Carlo Castellini, )continua).



Venerdì 19 Luglio,2019 Ore: 22:28