CEM Mondialità- Arte, Passione, Intercultura
di Laura Tussi
CEM Mondialità, il Mensile dell'Educazione Interculturale, diretto da Brunetto Salvarani, è la celebre Rivista del Centro Educazione alla Mondialità (CEM) diretto dai Padri Missionari Saveriani di Parma, con sede a Brescia CEM Mondialità- Arte, Passione, InterculturaCEM Mondialità propone una riflessione su un grande cantautore, un poeta, un pensatore anarchico che ha sempre scritto e cantato per gli ultimi, i diversi, gli emarginati: Fabrizio De André peacelink.itpeacelink.itCEM Mondialità- Arte, Passione, Intercultura“Il Maggio di Fabrizio De André. Un impiegato, una storia, il poeta”Libro di Claudio Sassi e Odoardo Semellini Prefazione di Mario Capanna Recensione di Laura Tussi Contributi di Brunetto Salvarani, Raffaele Fiore, Alberto Bazzurro, Romano Giuffrida, Giovanna Panigadi, Lucia Coccia Edizioni Aereostella, 2012 Un libro dettagliato e molto ben documentato, per far rivivere, a molte voci, la stagione della canzone d'autore, in cui i pensieri, le parole, la musica e la poesia si misurano con scelte coinvolgenti che segnano la Storia. “Storia di un impiegato” di Fabrizio de André, nella profondità e intensità del racconto, è un atto di coraggio e di onestà intellettuale, che rispecchia un periodo storico fecondo e rivoluzionario: il disco è concepito durante il pieno fermento sociale del Sessantotto. Quando comincia a scrivere questo album, Fabrizio De André vive un momento magico della personale carriera: Mina registra “La Canzone di Marinella” in 45 giri, sottraendo Faber ad un tranquillo anonimato e ad un destino inquadrato nei dettami stantii di un'esistenza borghese e decadente. La pubblicazione del disco, in un periodo storico come quello dell'Italia di metà anni ‘70, scatena una scia polemica, sia tra i giornalisti musicali, sia nell’ area militante della sinistra. “Storia di un impiegato” è considerato l'album più controverso e tormentato di De André. È stato definito il disco più “ideologico” dell'artista genovese, che in seguito non si esprimerà più in modo così politicamente manifesto. Lasciata definitivamente alle spalle la stagione degli esordi artistici, fondata su due capisaldi spaziali e autorali, la Genova periferica e marginale e il suo maestro, ovviamente, il francese Georges Brassens, Faber mostra un'attenzione nuova al contesto sociopolitico dell'epoca e sembra alla ricerca dell'acquisizione di una consapevolezza maggiore della parola in sé e per sé, che deve rispecchiare un'enfasi rivoluzionaria, un pathos politico e sociale emergente, dove i più deboli, gli ultimi, si emancipino dalla sottomissione autoritaria, dalla demagogia del potere. “Storia di un impiegato” è un disco importante, non solo in relazione al periodo storico e sociale in cui uscì, ma soprattutto nell'ambito dell'itinerario artistico di De André, come riflessione sul presente, che dal G8 di Genova, ai recenti movimenti ispirati a Occupy Wall Street, insegna quanto sia velleitario “buttare bombe” sui parlamenti, quando il vero potere risiede in ben altre e più occulte sedi. L'album esprime un messaggio chiaro ed incisivo: è necessaria una prassi politica militante di tipo collettivo, nella partecipazione attiva, per porre al centro della comunità l'individuo e per cambiare un sistema che, adesso più che mai, sembra inesorabilmente immutabile, arroccato sull'egemonia autoritaria del potere speculativo dei mercati finanziari. Infatti, in un concetto anarchico di società, non esistono “poteri buoni”, ma solo sistemi violenti e autoritari che cercano di perpetuarsi, magari chiamando in servizio permanente effettivo i “ rivoluzionari” di ieri. È il 1973 e un'Italia postsessantottina in piena rivoluzione artistica, politica e culturale, lo sfondo su cui Fabrizio de André compone questo nuovo album: la storia di un uomo che rifiuta le proprie convenzioni borghesi e che agirà secondo personali e viscerali convinzioni anarchiche e rivoluzionarie, ma comprenderà che la ribellione ha senso solo se collettiva e partecipata, in una dimensione comunitaria dell'esistenza sociale, dove la prassi politica e militante sia volta al raggiungimento della pace come bene comune. Allegati
CEM Mondialità, il Mensile dell'Educazione Interculturale, diretto da Brunetto Salvarani, è la celebre Rivista del Centro Educazione alla Mondialità (CEM) diretto dai Padri Missionari Saveriani di Parma, con sede a Brescia Vedi anchePace Cem Mondialità e il Dialogo per la PaceCem Mondialità, tramite contributi educativi di alto livello, costruisce reti interrelazionali di dialogo per la Pace tra persone e operatori culturali impegnati in attività dedite a problematiche sociali, per costruire contesti maieutici e Nonviolenti di Pace, nella gestione delle conflittualità a tutti i livelli della relazione. 16 maggio 2012 - Laura Tussi Pace CEM Mondialità e il Dialogo InterreligiosoCEM Mondialità per intessere reti di relazioni nel dialogo tra generi, generazioni, culture e religioni, in prospettive di Pace e in contesti di gestione maieutica delle conflittualità... 8 maggio 2012 - Laura Tussi Pace Cem Mondialità...in Siria con il Monastero di Deir Mar MusaCem Mondialità e Tempi di Fraternità rilanciano l'esperienza missionaria e rivoluzionaria di Padre Paolo Dall'Oglio fondatore e animatore del Monastero di Deir Mar Musa in Siria: contro ogni guerra e guerriglia, a favore del dialogo tra culti, culture e religioni, oltre gli interessi economici e gli schieramenti criminali che fomentano i conflitti armati contemporanei 27 febbraio 2012 - Laura Tussi
Cem Mondialità per la PaceCem Mondialità, il mensile dell'educazione interculturale, Rivista del Centro Educazione alla Mondialità (CEM) dei Missionari Saveriani Di Parma, diretto da Brunetto Salvarani, propone e promuove le recensioni di Laura Tussi 14 luglio 2011 - Laura Tussi Lunedì 25 Febbraio,2013 Ore: 22:40 |