Smuovere la Chiesa cattolica  

di Bernard Bauchet

in “www.baptises.fr” del 4 gennaio 2013 (traduzione: www.finesettimana.org)

Faire bouger l'Eglise catholique” (Smuovere la Chiesa cattolica) di Joseph Moingt (ed. DDB, novembre 2012)

Questo libretto cerca di rispondere a due domande d'attualità: come testimoniare il Vangelo nel modo più accessibile agli uomini di questo tempo? Quale ristrutturazione della Chiesa è necessaria perché i battezzati vi siano implicati in modo pieno?

Padre Moingt ha raggiunto la convinzione che sia necessario uno spostamento di attenzione verso il Vangelo piuttosto che verso la religione, perché il messaggio possa essere udito dal mondo attuale.

La nozione di sacerdozio, come è definita attualmente, si oppone all'espressione responsabile dei battezzati, perché mantiene un monopolio del clero sulla vita di una Chiesa troppo centrata sul culto.

Una testimonianza di Vangelo, perché sia accessibile a tutti, deve essere offerta dall'insieme dei battezzati impegnati nella vita e necessita di una Chiesa pienamente adattata a questa missione collettiva.

L'autore spiega allora in che cosa consiste questa testimonianza, come potrà essere udita dagli uomini del nostro tempo, perché questo richiede una “presa di parola” responsabile e collettiva, infine quali cambiamenti presuppone questo, a livello delle strutture ecclesiali. Nella situazione attuale del mondo occidentale, massicciamente miscredente e lontano dalla pratica religiosa e dalla Chiesa, tale missione spetta principalmente ai laici.

L'unità della Chiesa si basa soprattutto sul legame della carità, che Gesù ha detto essere il criterio dell'identità cristiana. Ora, la Chiesa si è costruita da secoli sul principio di autorità. Si tratta ora di ridare uno spazio alla libertà dei laici. L'impossibilità di una riforma dall'alto, l'assenza di ancoraggio umano dei raggruppamenti di parrocchie destinati a sopperire alla mancanza di preti, portano Padre Moingt a vedere il futuro a partire da piccole comunità. Dovranno farsi carico dello slancio missionario, della vita di preghiera, della condivisione del Vangelo e della partecipazione attiva alla vita della polis, pur restando in rapporto con il vescovo garante della comunione e dell'ortodossia.

Per rispondere alle aspettative della società, non ci si può accontentare di annunciarle una salvezza nell'aldilà, ma occorre intervenire per dare senso alla sua vita di tutti i giorni. La società ha rifiutato globalmente il cristianesimo solo nel suo aspetto religioso e autoritario che celava la sua realtà evangelica. Ma il cristianesimo si presenterà sotto una luce completamente diversa quando i laici, in primo piano e con una legittimità riconosciuta, lavoreranno per restaurare il senso dell'umano nel mondo.

In una seconda parte, l'autore tratta dell'umano evangelico: quali uomini il Vangelo ci invita a diventare? Gesù non era un moralista, ma ci incita a inventare noi stessi un'etica guidata dall'idea di riconciliazione, di perdono, di fraternità e di solidarietà. Il Vangelo non è un codice di pratica religiosa, ma abbonda di precetti di giustizia e di carità. Lo spazio sacro non è il tempio materiale.

Secondo san Paolo, è il nostro corpo individuale e sociale: nell'eucaristia, siamo chiamati a riconoscere il corpo di Cristo nel corpo che formiamo quando ci riuniamo attorno a Gesù.

Un'altra pista di riflessione sollevata da questo libro: la vita del cristiano nella Chiesa, oggi. L'uomo è un essere “politico”. Cioè spetta a lui costruire la sua vita sociale (vita di famiglia, vita nella città, posto della religione...). Si pone allora il problema della libertà di parola e di decisione lasciata attualmente ai fedeli dalla religione. Libertà che non bisogna opporre ad obbedienza.

Resa timorosa dalla storia, la Chiesa si è costruita ritenendo che la democrazia si opponesse al diritto divino. Eppure san Paolo non restringe la libertà di parola. Chiede che essa sia ragionevole e responsabile. Ed è questo “scambio di parola”, cioè questo dialogo, liberato dallo Spirito, che fonda la cittadinanza cristiana.

Con la loro parola e il loro comportamento, i cristiani devono privilegiare la ricerca del senso che il Vangelo dà alla vita piuttosto che l'annuncio di un accesso alla salvezza eterna. In questo ambito della ricerca di senso, il Concilio Vaticano II, attraverso la “Gaudium et Spes”, offre un apporto di primaria importanza.

Infine, in una terza parte, Padre Moingt affronta il tema della condizione delle donne nella Chiesa e in particolare il loro posto nella governance. Mentre la donna si è liberata dalla dominazione maschile, che la Chiesa non le riconosca il diritto di discuterne, non può che aumentare la distanza tra lei e il mondo moderno. San Paolo non diceva forse che non c'è più né greco né ebreo... né maschile né femminile, perché voi siete tutti in Cristo? Per lui certo quelle differenze esistevano ma non dovevano essere causa né di esclusione né di disuguaglianza. La Chiesa deve essere capace di seguire i cambiamenti della storia, pur restando fedele alla proprie tradizioni. Se Gesù ha scelto solo uomini come apostoli, non è per ragioni ontologiche, ma a causa delle mentalità e dei costumi del suo tempo.

La società civile ha preso atto delle evoluzioni registrate da quando le donne fanno gli stessi studi, gli stessi mestieri, occupano gli stessi posti degli uomini. La Chiesa resiste ma così perde sostanza, forza e credibilità. Non bisogna perdere la speranza che essa si converta un giorno ai “segni dei tempi” per portare a compimento la sua missione a servizio del mondo.




Domenica 06 Gennaio,2013 Ore: 10:28