Annuario Geopolitico della Pace 2011. Promosso dalla Fondazione Venezia per la ricerca sulla Pace.

a cura di Laura Tussi

O la Borsa o la Pace? Tra crisi, rivoluzioni e attese. Annuario Geopolitico della Pace 2011. Promosso dalla Fondazione Venezia per la ricerca sulla Pace.


Il Salone dell'Editoria della Pace e il Progetto Iride, realizzato nell'ambito della Fondazione Venezia per la ricerca sulla pace, pubblicano l'Annuario Geopolitico 2011, che presenta cronologie, geografie, questioni, letture, esperienze in “pagine arcobaleno” inerenti l'attualità delle situazioni conflittuali nel mondo, dall'America Latina all'Asia, dal Mediterraneo al Medio Oriente.

O la Borsa o la Pace?

Tra crisi, rivoluzioni e attese.

Annuario Geopolitico della Pace 2011.

Promosso dalla Fondazione Venezia per la ricerca sulla Pace.

Presentazione di Maria Laura Picchio Forlati

Introduzione di Laura Venturelli e Giovanni Benzoni

Recensione di Laura Tussi

Edizioni Altreconomia

 Il Salone dell'Editoria della Pace e il Progetto Iride, realizzato nell'ambito della Fondazione Venezia per la ricerca sulla pace, pubblicano l'Annuario Geopolitico 2011, che presenta cronologie, geografie, questioni, letture, esperienze in “pagine arcobaleno” inerenti l'attualità delle situazioni conflittuali nel mondo, dall'America Latina all'Asia, dal Mediterraneo al Medio Oriente. Nella sezione “cronologie” curata da Luca Kocci sono illustrati, in sequenze temporali, gli eventi emblematici che segnano l'impegno del Movimento per la Pace, dalle controfinanziarie per la riduzione delle spese militari alle controparate pacifiste, per un ecumenismo di pace e nonviolenza, tramite il disarmo e la non proliferazione nucleare per un futuro senza armi atomiche. Importanti, per citarne alcune, le iniziative come la Giornata Internazionale della Nonviolenza e l'Altro 4 Novembre, al fine di ricordare che tutte le guerre sono un orrendo e inutile massacro e crimine contro l'umanità, per dissociarsi da ogni retorica di eroismo, con giornate antimilitariste, contro l'acquisto di armi e dei tanto famigerati cacciabombardieri F-35, tramite iniziative e attività dove i pacifisti incontrano i militari. E ancora, nell'Annuario Geopolitico della Pace 2011, si denuncia la crudeltà delle guerre, ricordando i soldati uccisi in Afghanistan e si organizzano viaggi della pace in Palestina e in Israele, continuando a scongiurare e contrastare i rifinanziamenti delle missioni militari all'estero. L'Annuario Geopolitico della Pace 2011 riporta anche un accenno alle primavere arabe e all'urgenza impellente di fermare il bagno di sangue in Libia. Un ricordo, tramite il motto “Restiamo umani” è dedicato al pacifista Vittorio Arrigoni, mediattivista e collaboratore de Il Manifesto, che ha percorso ogni luogo della striscia di Gaza con la sua umanità intensa, caratterizzata dalla protesta e dall'impegno nonviolenti, a tutela degli ultimi e dei più deboli, dell'intero popolo palestinese. E ancora moltissimi interventi di note personalità impegnate nel mondo del pacifismo, da Alessandro Marescotti, presidente di PeaceLink, che, con il suo saggio “Bugie di guerra”, denuncia l'abuso di potere massmediatico e menzognero che offusca le ragioni della pace a favore dell'interventismo armato, fino a giungere al pensiero di Paolo Cacciari che presenta la Terza Conferenza Internazionale sulla decrescita, la sostenibilità ambientale e l'equità sociale. Il titolo dell'Annuario “O la borsa o la pace? tra crisi, rivoluzioni e attese”, richiama all'apertura dei mercati finanziari, ma non quelli che sovvenzionano e sostengono le guerre, bensì un'emblematica Borsa della Pace, dove i titoli quotati sono la tutela e la qualità dell'esistenza, della vita di ogni essere umano, nel rifiuto radicale, anche economico e finanziario, della violenza militare, auspicando la dedizione umana per la difesa di donne, bambini, profughi e di tutti i diversi, gli emarginati, gli ultimi del pianeta terra, nel rispetto della qualità dell'ambiente ecologico ed ecosistemico, attraverso relazioni di pace, mediante una corretta informazione massmediatica, che trasmetta messaggi utili per la realizzazione dell'equità sociale, nella formazione alla pace, alla Nonviolenza e alla democrazia. Le crisi che ci angosciano non sono solo economiche, ma anche identitarie, complesse, pericolose, mortifere, però rappresentano anche un'occasione, per ogni singola persona e per l'intera umanità, di ampliare possibilità di crescita interiore finalizzate ad orientare diversamente il futuro, in momenti propizi di liberazione dall'egoismo, dall'individualismo, dall'accaparramento di cose e persone, nel rifiuto della negazione dell'altro. Una liberazione di pace dalle violenze e dalle guerre nella condivisione e nella giustizia sociale, nell'accoglienza, nell'ospitalità e nell'apertura all'altro e all'altrove.

Allegati

Vedi anche

ANNUARIO GEOPOLITICO DELLA PACE 2011, Edizioni Altreconomia

PRESENTAZIONE ANNUARIO GEOPOLITICO DELLA PACE 2011

L’ANNUARIO GEOPOLITICO della PACE 2011 apre al dialogo tra le persone e tra i popoli, per il  pluralismo e la democrazia, il nostro comune orizzonte, dove i termini della pace e del dialogo presuppongono lo strumento della ragione, del logos umanistico, quale mezzo critico per porre le istanze e le rivendicazioni dei diritti umani dei più deboli, degli oppressi e degli emarginati, in rapporto dialettico con le istituzioni e i governi, tramite spinte e pressioni rivoluzionarie e di cambiamento dal basso, con azioni di disobbedienza civile, di cittadinanza attiva, tramite movimenti nonviolenti per la Pace che rivendichino il diritto umano al bene comune e alla felicità, nel riconoscimento delle differenti culture, delle loro tradizioni, delle spiritualità implicite e delle esigenze religiose, che necessitano di incontro e confronto per vincere la paura dell'altro, dell'ignoto, di ciò che non si conosce, nel dialogo positivo e propositivo tra fedi, culti e religioni, per costruire insieme la Pace, attraverso percorsi di speranza e convivialità, raccontandosi la vita, per scoprirsi tutti migranti e bisognosi di aiuto, riscoprendo la gioia del dialogo, del porsi in relazione, nell'amore per la Madre Terra e per tutti gli esseri viventi. L’ANNUARIO GEOPOLITICO della PACE apre a tutte le altre tradizioni e religioni al fine di raggiungere un'unità di senso e significato, un comune orizzonte di idee, in un alto momento di incontro pluralista e democratico, basato sulla dignità delle differenze che costituiscono il vero motore attivo e libertario dei popoli, per i principi sociali, etici e civili, per i principi valoriali imprescindibili di uguaglianza, fraternità e libertà all'interno del tessuto sociale, nella costruzione di ponti di relazioni, sollecitando l'incontro, l'amore, la pace, oltre i muri, i pregiudizi, le guerre, nella valorizzazione di tutti gli esseri umani, della loro dignità, specificità, spiritualità e creatività, dove il dialogo sia considerato principio intangibile  delle Costituzioni Democratiche, per costruire rapporti di pace e fraternità tra popoli, genti e minoranze, senza barriere ideologiche, ma tramite la ferma considerazione del valore dell'aiuto e del sostegno umanitario, per una svolta umanistica, in cui il più debole, l'emarginato, l'oppresso siano redenti, salvati, valorizzati, in questa nostra società, dove purtroppo prevalgono l'egoismo, l’individualismo, la sete dissennata di potere che muove e provoca la guerra come pretesto di guadagno e speculazione, in cui l'intero apparato industriale militare, l'intera produzione bellica sono fonte di arricchimento dell'oligarchia del potere a discapito del valore della dignità dell'essere umano. La guerra, il terrorismo sono strumenti di prevaricazione che fomentano la paura, incitando allo scontro tra civiltà, all'eclisse della ragione umana, dove invece lo slancio dialogico agevola l'incontro e il confronto con l'altro che è portatore di una differente, relativa e plurale identità, nell'afflato universale della convivialità delle differenze, per intessere relazioni di pace negli equilibri istituzionali, dettate da scelte politiche giuste e ponderate, basate sul valore del bene comune, all'interno della collettività umana, nell'alto portato umanistico dell'incontro tra differenti civiltà, tra fratelli e sorelle, tra uomini e donne, tra giovani e adulti, in nome dell'amore per la Madre Terra e per tutti gli esseri viventi. La Pace come “bene comune” deve essere salvaguardata dalle parti in dialogo all'interno della società che vede la compresenza di etnie, lingue, culture, religioni e tradizioni diverse, nell'ambito dello stesso tessuto territoriale, dove gli operatori di pace e di dialogo e tutte le persone hanno il dovere civico di arrestare e prevenire la deriva etica e politica, abbietta e corrotta e vigilare sui continui attentati agli equilibri costituzionali e alle coscienze civili, sui rischi di assuefazione al degrado morale e istituzionale e ad un linguaggio politico aggressivo e volgare che ostacolano la convivialità all'interno del tessuto comunitario, che presenta proprie implicite differenze orientate alla ferma fiducia nella costruzione di città del dialogo, disarmate dalle violenze, dalle discriminazioni, dai razzismi, dalle paure, dalle solitudini. Nella società interculturale, il bene comune non deve essere mercificato e strumentalizzato dalla logica perversa del potere delle multinazionali e della capitalizzazione forzosa delle risorse e delle fonti energetiche. È necessario intessere ponti di dialogo e reti di relazioni per evitare la supremazia dei potentati dei signori dell'atomo, del petrolio e della guerra, perché la forza della Nonviolenza, la disobbedienza civile consistono proprio nella volontà di far prevalere la verità, il confronto pacifico tra le parti, la Pace senza ideologizzare i contenuti, evitando strumentalizzazioni, in contesti plurali e multiculturali.

La democrazia e la forza della verità devono prevalere sull'egoismo più abietto, contro la perversa logica capitalista del potere che vuole mercificare tutto tramite le grandi lobby del libero mercato e le multinazionali del liberismo più sfrenato, che disprezzano il valore dell'ambiente, della persona, del rispetto dei diritti umani, travalicando il vero significato e il prioritario principio del bene comune. Ci dobbiamo riappropiare dell'azzurro che non è il colore di un becero partito politico, ma è il colore del cielo, del mare, dell'aria, dell'acqua che ci appartengono, sono i nostri beni comuni e dobbiamo difenderli e tutelarli dalla privatizzazione mercificatoria, in favore della vita e dell’ appartenenza plurima alle molteplici culture, nell’alto proposito di superare i pregiudizi consolidati, gestire i conflitti culturali, stemperare paure e ostilità, in una concezione di laicità aperta, relazionale ed inclusiva che coglie le differenze e la Pace come beni comuni.



Sabato 24 Marzo,2012 Ore: 14:52