“SCRIVO A TE FRATELLO MARTIRE”, DI JON SOBRINO,

LETTERE A IGNACIO ELLACURIA, EDITRICE MISSIONARIA ITALIANA, BOLOGNA, EURO 10, PAGG. 127. PRESENTAZIONE DI FRANCESCO GRASSELLI, (EMI) E INTRODUZIONE DELL'AUTORE, JON SOBRINO DI CARLO CASTELLINI. CHI E' JON SOBRINO.


Nasce nel 1938 a Barcellona (Spagna), e dal 1957 vive nella Repubblica di El Salvador. Laureatosi in Filosofia e Teologia nonché in Ingegneria Meccanica, e insegna Teologia nell'Università Centro americana di El Salvador. E' autore di numerose pubblicazioni tradotte in varie lingue.
Testo di Carlo Castellini
Così si esprime JON SOBRINO, grande teologo latino-americano rivolgendosi a IGNACIO ELLACURIA, suo amico e confidente, morto assassinato in EL SALVADOR, il 16 novembre 1989; nello stesso giorno insieme con lui sono stati trucidati altri cinque gesuiti IGNACIO MARTIN BARO' – SEGUNDO MONTES - ARMANDO LOPEZ - JUAN RAMON MORENO - JOAQUIN LOPEZ Y LOPEZ , 71 ANNI; con loro furono assassinate due donne JULIA ELBA, cuoca della comunità dei Gesuiti e sua figlia CELINA.
PERCHE' VOGLIO PARLARE DI LUI E DI LORO?
Perchè voglio parlare di loro? Per affetto, perchè hanno amato i poveri, con la loro intelligenza e poi con il loro cuore, camminando nella storia come persone umili. Poi quando è venuto il momento di mostrare la loro fede fino in fondo, non si sono defilati certificando malattie che non avevano, o adducendo motivazioni giustificative umanamente comprensibili, non hanno chiesto a Roma di essere trasferiti in altro luogo più sicuro, non si sono rifugiati in palazzi caldi d'inverno e freschi d'estate, non hanno fatto intendere di voler far carriera, essendo plurilaureati; ma si sono fatti trovare pronti al momento della sofferenza, con la lampada accesa, come sentinelle vigili, nella notte della prevaricazione del male sul bene.
Forse per questo, quasi per empatia e simpatia umana, mi tengo da tanti anni, nei miei libri di lettura, un segnalibro allungato, con le loro fotografie: nella parte anteriore vi sono i loro volti ed i loro nomi, con le date della loro nascita; mentre nella pagina posteriore del segnalibro, fa spicco l'immagine sorridente di mons. OSCAR ARNULFO ROMERO, che li ha preceduti nel giorno del martirio e nell'ingresso alla casa del Padre. (24 MARZO 1980).
Ho sempre identificato, almeno da giovane, gesuita con intellettuale e università gregoriana, quindi cultura e teologia di alto livello; e la storia di questi mi ha sempre impressionato, soprattutto per il modo con cui hanno finalizzato lo studio e la mente, fino a diventare “carne e ossa” di questo popolo salvadoregno. Questo è in fondo il significato che JON SOBRINO, mente brillante e acuta, conferisce a queste quindici LETTERE, freschissime, umanissime, vibranti e penetranti, che scrive al suo amico e collaboratore IGNACIO ELLACURIA, intellettuale raffinatissimo, filosofo e teologo, a servizio del Regno. Grande ideologo del gruppo.
L'OCCASIONE DELLA LETTURA?
Una breve pausa di riposo durante l'estate, in un salottino di lettura, ed ecco l'aggancio e l'interesse. Non si possono comprendere questi ostri amici, intimi, martiri ormai di tutta la chiesa universale, se non si fa riferimento alla TEOLOGIA DELLA LIBERAZIONE, di cui l'università centro americana, nella Repubblica salvadoregna, rappresentava uno dei principali centri di elaborazione.
Si tratta quindi di QUINDICI LETTERE, scritte nell'arco di sedici anni. Dialogo da amico ad amico, da cristiano a cristiano, da teologo a teologo, da viandante della fede a martire per la fede.
PERCHE' SONO STATE PUBBLICATE IN ITALIA?
Ce lo spiega FRANCESCO GRASSELLI, nella sua presentazione alla edizione italiana. I motivi sono due: primo, queste lettere affrontano temi ed eventi che hanno carattere universale. Non si tratta solo quindi di un dialogo a due, non parla solo della situazione dell'AMERICA LATINA, ma anche della CHIESA DEI POVERI, della CIVILTA' DELLA POVERTA,, di MONS. ROMERO, DEI MARTIRI. Le riflessioni sui fatti di chiesa: la marcia indietro della Chiesa rispetto al CONCILIO o alle scelte di MEDELLIN o di PUEBLA, l'11 STTEMBRE, il GIUBILEO del 2000.
Secondo: pochi mesi dopo il sacrificio cruento usciva nel 1990, l'opera da lui stesso curata con JON SOBRINO, che illustrava i frutti più maturi di un movimento teologico che aveva interessato l'opinione pubblica mondiale aveva suscitato passioni vivissime nella SOCIETA' e nella CHIESA: LATEOLOGIA DELLA LIBERAZIONE.
Ad attenuare l'interesse per questa corrente teologica contribuì non poco la CADUTA DEL MURO DI BERLINO (1989) simbolo della fine del bipolarismo politico e militare tra ORIENTE E OCCIDENTE. Queste lettere diventano così una lettura, contestualizzata, fatta con gli occhi dei poveri, degli oppressi e delle vittime. Interessanti i contesti storici che vengono ricordati, attraverso episodi e persone significativi, che rendono attuali i contenuti.
“Anche la CHIESA ITALIANA spiega ancora FRANCESCO GRASSELLI – deve prendere coscienza che i poveri, gli oppressi e le vittime, sono un luogo teologico indispensabile per una lettura di fede dei vangeli e di tutte le SACRE SCRITTURE. Senza la piena assunzione della miseria e della sofferenza del mondo, il cristianesimo viene falsificato e diventa ideologia. Il problema allora diventa quello di una chiesa che sta dalla parte dei potenti di turno e no si “SCANDALIZZA” PIÙ DEL MONDO. Una chiesa senza mordente, una pastorale senza profezia”.
In queste lettere di JON SOBRINO, giunge alla CHIESA ITALIANA, la voce di un martire e di tutti i martiri, del nostro tempo; che invitano al coraggio ed alla speranza: la “PARRESIA”, “CIOÈ LA PROCLAMAZIONE CORAGGIOSA DELLA PAROLA”, può portare alla morte. Ma è la morte del Signore Gesù che sola rende possibile la vita del mondo”.
JON SOBRINO, deve essere persona simpaticissima, perchè ti rende simpatico e vicinissimo l'amico ELLACU, come lo chiama lui affettuosamente; ti fa sentire i problemi i problemi del popolo salvadoregno, non con tristezza, ma con cristiana chiaroveggenza che ti tocca dentro, e ti fa vedere la SPERANZA, come possibile e a portata di mano. (CARLO CASTELLINI).


Giovedì 09 Dicembre,2010 Ore: 17:18