RECENSIONE
IL PADRE CHE FU MADRE, DI PAOLO FARINELLA, PRETE, CRISTIANO, BIBLISTA.

DI CARLO CASTELLINI

INTERVISTA ALL’AUTORE DEL LIBRO.


1. IL TITOLO DEL TUO NUOVO LIBRO CREA CURIOSITA’: SU COSA VOLEVI ATTIRARE L’ATTENZIONE?
Su nulla, volevo solo mettere in evidenza una realtà che la parabola esprime e che non viene mai messa in luce: la maternità del padre che il pittore Rembrandt raffigura con una mano maschile e una femminile e che ho voluto in copertina del libro.
2. UN LIBRO DI ALTA ESEGESI BIBLICA, UN VOLUME PER ADDETTI AI LAVORI? INTERESSANTE IL RICHIAMO DEL PITTORE ESEGETA REMBRANDT.
Come ho appena detto, Rembrandt è forse il solo a capire l’abisso di tenerezza che Luca vuole esprimere e lo fa con la sua arte. L’esegesi non è solo parola, ma anche bellezza, immagine, pensiero, contemplazione. La parabola lucana è un vortice di passione.
3. COSA CAMBIA NELLA TUA LETTURA DELLA PARABOLA DEL FIGLIOL PRODIGO, RISPETTO ALLA ESEGESI TRADIZIONALE? IN CHE COSA CONSISTONO LE NOVITA’?
Rispondere a questa domanda significa riscrivere il libro: a mia memoria non ho trovato alcun esegeta che legga Lc 15 come «midràsh» cristiano di Ger. 31 dove troviamo gli stessi personaggi: un pastore, una donna e un padre con due figli. Per capire la struttura, la portata e la novità, è necessario leggere il libro che mi pare scritto in termini semplici e divulgativi non per gli addetti ai lavori, ma per chi ha fame e sete della Parola di Dio.
4. SI RIMANE MALE A FINE LETTURA, PERCHE’ SI CAPISCE CHE I DUE FIGLI IN FONDO SONO LEGATI ALLA “ROBA”, ALL’EREDITA’, A CIO’ CHE EREDITERANNO DAL PADRE, IN FONDO DALLA TERRA…E’ COSI’?
Sì, si è fatta troppa retorica sui due figli e spesso pendendo verso il maggiore che normalmente è considerato più fedele dell’altro, giudicato come scapestrato. Sono uguali, ognuno con la sua personalità: tutti e due vogliono la morte del padre che invece è l’unico, anche quando si squarta, ad amare i figli senza tornaconto: appunto, un amore a perdere.
5. TROVO INTERESSANTE PERCHE’ OGNI TANTO FAI DELLE APPLICAZIONI ALLA COMUNITA’ CRISTIANA: MA E’ PROPRIO VERO CHE LE NOSTRE COMUNITA’ SONO E SI COMPORTANO COME I DUE FRATELLI?
Nel libro faccio una carrellata su coppie di fratelli che si trovano nella Bibbia e se guardo la Chiesa di oggi, beh, non è che vedo questo eccesso di fraternità. Anzi, riguardo agli immigrati, per es., sono proprio la maggioranza cattolica che li considera estranei, addirittura «extracomunitari -. fuori della comunità», cioè della famiglia di Dio. In ragione di che cosa? Per gli stessi motivi dei due figli degeneri: «la roba»: vengono a rubare il lavoro, sono arabi, ecc. Scherzando sono solito affermare che Gesù ha detto: «Amatevi come fratelli, perché tanto io sono Figlio Unico».
6. COME MAI OGGI I CRISTIANI CRITICI E CONSAPEVOLI, CHE PUR CONSUMANO L’EUCARESTIA E RUMINANO LA PAROLA SONO SPESSO EMARGINATI DALLE GERARCHIE CATTOLICHE UFFICIALI E NON SONO QUASI MAI PRESI IN CONSIDERAZIONE?
Perché la gerarchia ha paura di perdere potere. Non si fida dei laici che vuole sempre in uno stato minorile e se gli viene concesso di parlare devono solo dire «Et cum spiritu tuo» oppure «Amen». Viviamo in un tempo di ipertrofia clericale e di eresia teologica: la gerarchia si è annessa l’identità della Chiesa e questo è eretico. La Chiesa non è la gerarchia, ma il «popolo di Dio» (Lumen Gentium cap. II), all’interno del quale la gerarchia ha il suo ruolo, il suo servizio e la sua necessità. Non fuori.
7. MOLTI CATTOLICI OGGI SONO DISORIENTATI DA UNA CHIESA MOLTO BEN COLLEGATA SE NON ASSERVITA AL POTERE POLITICO: COME PUO’ PRETENDERE DI ESSERE SALE E LIEVITO? E’ UNA CRISI DI CREDIBILITA’.
Non solo i cattolici, ma anche i laici sono scandalizzati dell’asservimento non della Chiesa, ma della gerarchia cattolica ad un governo immorale, ad una maggioranza antidemocratica e ad un sistema di corruzione e malaffare che ha corrotto gli stessi uomini ecclesiastici rendendoli complici del degrado e della dissoluzione che stanno attraversando il nostro Paese. Non solo non è più lievito e sale, ma è diventata un supporto di sostegno, un ingranaggio di un sistema perverso, di quel sistema che Giovanni Paolo II chiava «struttura di peccato». Una gerarchia così è causa di ateismo e un inciampo per chi vuole credere in Cristo (cf Gaudium et Spes n. 19).
8. COME POTREBBE LA CHIESA DI OGGI TORNARE AD ESSERE LA CHIESA DEL KERIGMA E DEI POVERI? COME SI FA A TORNARE INDIETRO? FAI QUALCHE ESEMPIO.
Non deve tornare indietro, deve solo guardare in alto e contemplare Colui che hanno trafitto per lasciarsi incantare dal suo sguardo di «uomo-Dio» a perdere. O la Chiesa si converte al vangelo o è destinata a scomparire come schiava di qualche potere che quando non le servirà più la butterà via come uno straccio inutile. Guardare avanti significa ritornare al vangelo, ai poveri, ai senza senso, agli immigrati, ai barboni, ai divorziati, a chi è solo nella propria solitudine ecclesiale. Guarda vescovi e cardinali. Li vedi come sono vestiti? Ti pare che un povero possa accostarsi a loro come faceva con Gesù? Come vanno d’accordo croci e anelli e polsini d’oro con la fame e la miseria in cui i poveri muoiono ogni giorno?
9. RINUNCIARE AL NUMERO DEI CARDINALI? AL NUMERO DEI MINISTERI?RINUNCIARE AD ALTRI PRIVILEGI’ QUALI E QUANTI SONO I PRIVILEGI DI LEGGE DI CUI GODE LA CHIESA DI OGGI? BENI IMMOBILI? E ALTRO?
Nel vangelo c’è tutto. Se Giovanni Paolo II nell’enciclica «Ut unum sint» si dice disposto a mettere in discussione l’esercizio storico del pontificato come si è realizzato, allora vuol dire che possiamo mettere in discussione tutta l’organizzazione. Mi pare che un Vaticano come è ora sia incompatibile con il Vangelo, anzi né è l’antitesi. Nel 1999/2000 per il cosiddetto Giubileo,vivevo a Gerusalemme, scrissi un romanzo «Habemus papam, Francesco», che all’alba del terzo millennio smantellò pezzo per pezzo il Vaticano, abolì i cardinali e le congregazioni romane, restituendo alle conferenze episcopali e ai vescovi le loro competenze e l’elezione del papa delegata ad una rappresentanza veramente ecumenica della Chiesa. In questi giorni non solo Propaganda fide a Roma, ma anche nelle diocesi si stanno mettendo sul lastrico poveri e famiglie di poveri per rimettere sul mercato con le leggi del mercato gli immobili che poi significa semplicemente darle ai ricchi. Una Chiesa che nomini solo il mercato bestemmia e adora il vitello d’oro che sappiamo la fine che ha fatto.
10. QUALI SONO ANCORA I DUBBI CHE PERMANGONO NELLA RACCOLTA DELL’8 PER MILLE? FAI QUALCHE ESEMPIO, PER FARCI CAPIRE.
Preferirei che lo Stato non avesse nulla a che fare con la Chiesa e non fosse tramite fiscale. Preferisco che i credenti portino direttamente alla loro chiesa, parrocchia, cappella, ecc. il proprio contributo perché è chiaro che i fedeli hanno una responsabilità anche nel mantenimento materiale della loro chiesa. Detto questo, posso anche accettare il principio dell’8xmille purché avvenga con modalità «etiche»: chi vuole donare l’8xmille alla Chiesa lo faccia e lo Stato dia alla Chiesa solo ed esclusivamente quello che corrisponde alle firme effettive. E’ immorale che anche la quota di chi non sceglie per motivi suoi, debba essere distribuito in base alle % di chi sceglie. E’ un meccanismo diabolico e immorale, un inganno e un furto che la Chiesa non può e non deve accettare. Semmai dovrebbe essere il contrario: dare la quota di chi non sceglie per il terzo mondo, per i senza lavoro, per la ricerca, per il precariato, per creare posti di lavoro, per aumentare le pensioni, ecc. Se Gesù venisse oggi, non prenderebbe più solo delle cordicelle, ma una gomena di nave e farebbe una strage di affaristi devoti e religiosi atei.
11. IN POLITICA SI DISCUTE DI RIDURRE IL NUMERO DEI PARLAMENTARI. E NELLA CHIESA NON SI POTREBBE FARE ALTRETTANTO? CON CARDINALI, VESCOVI E ASSOCIAZIONI VARIE INUTILI?
Beh, il confronto non regge, perché economicamente sarebbe irrilevante, se pensi che un cardinale dovrebbe avere uno stipendio che non supera le 2.500 euro al mese, cifre impossibili a confronto con quelle dei parlamentari per i quali si parla all’ingrosso, tutto compreso, di circa 20.000,00 al mese. Le strutture inutili che esistono nella Chiesa servono prevalentemente per la carriera. Esiste infatti il balletto delle cariche: uno che ha fatto il cardinale, non può tornare a fare il prete semplice; uno che è vescovo di alcune città, deve per forza essere cardinale. La nomina poi di monsignori, camerieri segreti, protonotari apostolici, e chi più ne ha più ne metta sono solo il carosello delle vanità ecclesiastiche con questi giochini per menti infantili. Nella Chiesa tutto deve essere servizio e una volta svolto, si ritorna nel silenzio. Ti sembra che il cardinale di Genova debba fare il presidente della Cei ed essere contemporaneamente consultore di non so quante congregazioni? A Genova non c’è mai e quindi tradisce il suo mandato e viola la legge canonica che obbliga il vescovo alla residenzialità non al vagabondaggio. In Italia vi sono circa 300 vescovi che con annessi (ausiliari) e connessi (emeriti) credo che raddoppino. Fra poco avremo più vescovi che fedeli. Non sarebbe meglio mandarli nel terzo mondo a condividere la fame con i poveri?
12. COME MAI LE CHIESE DELL’AMERICA LATINA SONO ANCORA POCO ASCOLTATE E CONSIDERATE?
Perché contano nulla e sono considerate inferiori. Durante il pontificato di Giovanni Paolo II, il vero responsabile della settarizzazione della Chiesa, nessun brasiliano è stato fatto vescovo per il Brasile, ma i vescovi del Brasile e dell’AL venivano scelti all’estero, tra quelli fidati, a meno che non fossero dei Legionari di Cristo o dell’Opus Dei. In questo caso. All’AL questo papa non perdona la Teologia della Liberazione perché era ed è la traduzione esistenziale della Parola di Dio e la fedeltà al popolo dei poveri di Yhwh.
13. IL SINODO AFRICANO HA CONSIDERATO LE FORZE VERE E VIVE ED IL SIGNIFICATO ECCLESIALE DELLA CHIESA AFRICANA. O TU VI HAI LETTO UN TENTATIVO DI COLONIZZAZIONE DA PARTE DELLA CHIESA DI ROMA E D’OCCIDENTE NEI CONFRONTI DELLA CHIESA AFRICANA?
La Chiesa africana deve ancora nascere: c’è qualche sprazzo qua e là, ma ancora l’esodo è lungo e faticoso. I vescovi sono tutti di colore nero, ma di mente occidentale e il loro desiderio è venire a Roma. Non ho mai conosciuto preti carrieristi come quelli africani perché hanno un concetto di Chiesa ancora tribale: prima la tribù, cioè la ideologia di appartenenza e poi la Chiesa come orizzonte di universalità. Per questo non avremo un papa africano per almeno due secoli ancora. Roma considera l’Africa come terra di possesso e di elemosina. Se avessimo voluto noi cattolici a quest’ora la fame sarebbe scomparsa dall’Africa. Cosa facciamo? Il papa manda un messaggio al G8 pregandolo di «ricordarsi dell’Africa». Cosa fa il G8? Promette cose mirabolanti, ma chiuso il sipario della sceneggiata, tolgono anche quel poco che già davano. La chiesa africana vive di elemosine che raccatta in tutto il mondo e finché vivrà così non avrà mai una dignità sua, ma sarà sempre schiava e si comporterà sempre da schiava sottomessa.
14. TU DON PAOLO, AFFERMI, CITANDO IL MAGNIFICAT, CHE IL SIGNORE DISPERDE I SUPERBI ED INNALZA GLI UMILI. NELLA REALTA’ DI OGNI GIORNO, SUCCEDE IL CONTRARIO, ALCUNI DISPERATI SI IMPICCANO , I RICCHI E GLI EVASORI TRIONFANO, QUANDO ARRIVA IL TURNO DEGLI UMILI? SEMPRE DOPO? NELL’ALDILA’?
Gesù non ha parlato di un capovolgimento «al di là», ma ha «evangelizzato» di portare il vangelo ai poveri, la libertà ai carcerati, la vista ai ciechi … qui e ora come ha fatto nella sinagoga di Nàzaret. Luca parla di «Beati i poveri» e «Guai ai ricchi che ora» godono. IL vangelo non per domani, ma per oggi. E’ attualità. Quando? Paolo VI nella Populorum Progressio al n. 49 lo aveva anticipato (1967): «[I ricchi] ostinandosi nella loro avarizia, non potranno che suscitare il giudizio di Dio e la collera dei poveri, con conseguenze imprevedibili». La colera dei poveri è il giudizio di Dio su questo mondo fallito e fallimentare che si nutre del moloch del capitalismo che si basa sul libero mercato, cioè sull’omicidio del debole, e che la Chiesa sostiene e difende. Dio «dopo» ci chiederà conto di come abbiamo agito e vissuto e omesso «al di qua» e saranno dolori! Dante nel girone dell’avarizia dice che «tutti fuor cherci questi chercuti a la sinistra nostra» (Inferno VII, 38-39): sono tutti segnati con la chierica, cioè sono preti. Hanno già ricevuto la loro ricompensa, come i pagani. E’ tragico: abbiamo una rivoluzione in mano, potremmo ribaltare il mondo e farlo nuovo da cima a fondo e cincischiamo con processioni e novene annegando in un bicchiere di acqua benedetta, mentre il mondo (due terzi) va in rovina e alla deriva. Siamo religiosi senza fede.
15. OGGI SPESSO LE NOSTRE COMUNITA’ SONO CHIUSE E CHINE SU DI SE’; SEPARATI, OMOSESSUALI, E PROSTITUTE NON SONO ACCOLTI; PUBBLICANI E PECCATORI SONO ACCOLTI NEL VANGELO MA DA NOI, ESISTE SEGREGAZIONE RELIGIOSA. E’ COSI’?
Il capitolo 15 di Luca comincia proprio così: «Si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo». Non dice alcuni, o quelli che ti piacciono, ma «tutti» e leggi da qualche parte che Gesù li scaccia? Non lo fa mai, non scaccia nemmeno quelli che lo uccidono. E’ interessante continuare il versetto dopo, il secondo: «I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: “Costui accoglie i peccatori e mangia con loro”». Qui è lo spaccato della chiesa gerarchica di oggi: sta con i ricchi che affamano i poveri e li derubano, mentre allontana i peccatori e i pubblicani che chiedono il diritto di essere figli di Dio Padre e non «figli di un dio minore». Non è segregazione nel senso classico del termine, ma ancora peggio: abbandono di coloro a cui Gesù ci ha mandato. Ricordi? Non sono venuto per i sani, ma semmai per i malati.
16. IL VIAGGIO DEL PAPA A BRESCIA, HA MOSTRATO UNA INVASIONE DI COMUNIONE E LIBERAZIONE, UNA SOVRAESPOSIZIONE DELLA COMPAGNIA DELLE OPERE, FIGURE AMBIGUE E POCO CREDIBILI VICINO AL PAPA, ED ALLE PERSONE SEMPLICI E ONESTE; MA L’IMMAGINE PREVALENTE E’ PURTROPPO QUELLA DI UNA CHIESA POTENTE, BEN ORGANIZZATA, CHE NON E’ ACCETTATA DALLA GENTE COMUNE. UN GRANDE APPARATO A CUI NON SEMPRE CORRISPONDE UNA FEDE SOSTANZIOSA. E’ COSI’?
A Brescia come negli altri viaggi ha fatto sfoggio la chiesa settaria e onnipotente negatrice del Dio incarnato che viene a dorso di un asinello senza potenza e senza guardie del corpo. Il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire. CL è una potenza economica che usa la spiritualità per giustificare la sua impossibilità evangelica. E’ una lobby, anzi una potenza che si serve del potere peccaminoso, lo sorregge e lo alimenta per essere alimentata e foraggiata da «mammona iniquitatis». CL e il suo «principino» sono schierati dalla parte di Berlusconi, uomo corrotto e corruttore, evasore fiscale, riciclatore di denaro sporco, imparentato con la mafia e con ogni sorta di iniquità etica ed economica, eppure costoro che fanno la comunione ogni giorno, che hanno la direzione spirituale tutte le settimane, che sono così oranti e pii non fanno una grinza. Hanno appoggiato il peggio della Dc ieri, e oggi sono padri e madri e figli del peggio del pessimo che trova una sintesi perfetta in un nome e cognome: Silvio Berlusconi che con il virus del berlusconismo ha mutato le condizioni antropologiche del nostro popolo e anche della gerarchia e di larga parte del mondo cattolico. CL e la sua Compagnia delle Opere può stare a buon diritto sullo stesso piano e alla stessa bassezza della criminalità organizzata. Con l’appoggio della gerarchia ecclesiastica. Tiri lei le somme.
17. ALLORA NELLA TUA ESEGESI FARISEO E PUBBLICANO SONO PORTATORI DI UN NUOVO MESSAGGIO: COSA CI RIVELANO DI DIO?
Sono gli evangelizzatori della Chiesa, coloro che svelano il vero volto del Dio di Gesù Cristo: il Dio che è giusto perché misericordioso, il Dio che si svuota pur di non perdere alcuno, il Dio si spezza e si distribuisce pur di salvare i figli, minori e maggiori. IL testo greco di Lc definisce il figlio maggiore col termine di «presbyteros - anziano». Nella Bibbia gli anziani sono i responsabili del popolo,ì e i colpevoli della devianza del popolo. Nel profeta Ezechiele Dio li ripudia. Peccatori e pubblicani siamo tutti noi quando prendiamo coscienza che Dio è più grande di ogni nostro peccato e tiene le porte del suo cuore sempre spalancate.
18. “DIO NON SI PUO’ COMPRARE PERCHE’ NESSUNO LO PUO’ VENDERE”: MA OGGI LA CHIESA TIRA LA GIACCA A DIO, E CHE STRATTONI? PERCHE?
Il comandamento «Non nominare il Nome di Dio nel vuoto», penso sia stato scritto da Mosè mentre pensava in anteprima alla Chiesa di oggi che usa il Nome come se fosse un condimento di poco costo. Dio è gratuità. Punto. Solo gratuità. Due punti. Al di fuori di questo non c’è Dio. La gerarchia cattolica si affanna e gode nel cianciare sempre e volentieri in nome di Dio: Dio vuole, Dio ha detto, Dio di qua, Dio di là. Povero Dio! La Maestà che i cieli non possono contenere e che la terra è insufficiente a ricevere, ridotto a mera marionetta nelle mani di uomini che alimentano solo stessi, che teorizzano su principi e valori, dimenticando il loro unico dovere: camminare sulle strade del mondo alla ricerca di chi cerca Dio per aiutarli ad andare all’incontro che deve restare intimo, totale, unico. Invece assistiamo ad un supermercato dove tutto è tariffato, anche i sacramenti che sono un diritto innato della fede. Il «patrimonium pauperum» è diventato «latrocinium Ecclesiae». Logicamente «ad maiorem Dei gloriam».
19. CHE COSA RIVELA OGGI LA PEDOFILIA DI ALCUNI PRETI E VESCOVI? ERA MEGLIO TENERE TUTTO SEGRETO? O E’ STATO MEGLIO AVERE SCOPERCHIATO LA PENTOLA? PERCHE’ SI RIFIUTA LA CHIESA DI PRESENTARSI DAVANTI AL TRIBUNALE DELLA GIUSTIZIA ORDINARIA?
Il pedofilo, chiunque esso sia, è un malato psichico che non ha sviluppato una sana sessualità ed rimasto ad uno stadio infantile di affettività. Il pedofilo non è cosciente del tutto di fare del male in quanto si mette coi bambini perché si crede un bambino. Ciò significa che il buco sta nel manico, cioè nella formazione, nella struttura del seminario che è rimasta quella dell’800, mentre il mondo è cambiato radicalmente. Che il problema sia questo lo dimostra il fatto, secondo me, un «fatto freudiano», che il papa indica un anno sacerdotale sulla figura del santo curato d’Ars. Nulla da eccepire su questa nobile figura, ma possibile che oggi non vi sia una figura affidabile? Perché non hanno scelto Mons. Romero, martire delle Americhe? Perché il santo curato d’Ars oggi fa dormire, Mons. Romero destabilizza l’immagine del prete e della Chiesa. Se poi si fa caso, c’è un particolare che è una costante: finora i preti pedofili sono tutti di un certo indirizzo perché sono conservatori, amanti delle tradizioni, custodi gelosi dei «principi non negoziabili» (per gli altri), estimatori della talare, difensori della Messa in latino. Il capo banda dei Legionari di Cristo che aveva il carisma di salvare la Chiesa dal mondo moderno, ha disseminato figli in tutto il mondo e viveva con uno stile di vita immondo e spregevole. Quando scoppierà la pentola a pressione che è l’Opus Dei, allora, spero che qualcuno si ricordi di questa intervista e non dica «non sapevamo nulla». Il papa che oggi è per la «tolleranza zero» (espressione che in bocca ad un papa è micidiale) è lo stesso che da prefetto del sant’uffizio aveva imposto il segreto papale, pena la scomunica. Giovanni Paolo II e Ratzinger, sapendo che era pedofilo, hanno fatto vescovo e cardinale di Vienna, Groer che poi hanno dovuto fare dimettere (un cardinale non si rimuove, si dimette).Nonostante fosse pedofilo e lo sapevano lo hanno fatto lo stesso successore di Koening pur di interrompere il processo di rinnovamento che questo gigante della Chiesa aveva intrapreso per fedeltà al vangelo e al concilio. Certo che i pedofili devono essere denunciati, ma devono anche essere curati e accompagnati ad una maturità affettiva. Se non mettono mano alla scure dalla radice questa realtà peggiorerà, anche con la tolleranza zero papalina.
20. PERCHE’ LA CHIESA FA MOLTA FATICA A PRENDERE IN CONSIDERAZIONE LA POSSIBILITA’ DI ABOLIRE IL CELIBATO OBBLIGATORIO A FAVORE DI UNA LIBERA SCELTA? COME AVVIENE NELLA CHIESA ORIENTALE?
Perché il celibato è lo strumento principe per la gestione del patrimonio economico della istituzione ecclesiastica. Il celibe permette di imporre una chiesa clericale. Se il prete fosse sposato, dovrebbe occuparsi della famiglia, mantenerla, poi i figli, il futuro e tutto il resto. Il patrimonio è a rischio. Col celibe invece, anche se ruba, è uno solo e poi in qualche modo ci si difende. Lasciare la libera scelta significa cambiare la fisionomia ecclesiologica della struttura ecclesiale. Non si avrebbe più una parrocchia, un gruppo, una diocesi centrata sul clero, ma sul popolo di Dio e questo fa «novanta», altro che spavento. Purtroppo arriveremo in ritardo al celibato facoltativo e al sacerdozio delle donne, costretti dalla storia. Come sarebbe bello e diverso se potessimo arrivarci per scelta e convinzione. Sarebbe tutta un’altra musica. Quando ero giovane credevo al celibato come «imitatio Christi» e impazzivo per questa «imitatio». Ora che sono vecchio sono crollati i miti e gli inganni e vedo le cose come stanno, anche con cinismo e lavoro perché si giunga ad una Chiesa libera e liberante.
21. NEI TESTI PAOLINI CHE TU RICORDI PARLI DI UNA SPINA NEL FIANCO DI PAOLO DI TARSO, NELLA SUA VITA AVVENTUROSA DI PROCLAMATORE DELLA PAROLA? DI CHE COSA SI TRATTA PIU’ PRECISAMENTE?
Non lo sappiamo, né possiamo arzigogolare. Non credo che si riferisse alla cecità. La mia ipotesi è che si trattasse del trattamento che Paolo ha ricevuto per tutta la vita dall’ala oltranzista tradizionalista dei cristiani provenienti dal Giudaismo guidati da Giacomo. Gli Ebrei divenuti cristinai, quelli che volevano che per essere cristiani bisognava prima essere Ebrei, non hanno mai accettato Paolo, ma lo hanno combattuto con ogni mezzo perché non accettavano il grido di libertà che Paolo predicava: «Non c’è più né greco, né giudeo, né uomo né donna». Che respiro, che universalità! Le menti piccini di ieri e di oggi erano terrorizzate e boicottavano la sua predicazione, mandando spie in ogni città dove doveva arrivare Paolo per preparargli un terreno di ostilità. Paolo non si è mai sentito accettato dalla Chiesa di Gerusalemme, eppure ha vinto la sua linea aperta al nuovo, secondo il cuore infinito di Dio. Questa secondo me è la spina della carne. Per saperne di più basta leggere la lettera i Gàlati, specialmente il capitolo 2.
22. LA PEDOFILIA, CONSIDERATA DA UNA PSICOTERAPEUTA, COME CLOTILDE BURAGGI MASINA, PORTA AD ALCUNE RIFLESSIONI, E ANCHE DI COMPRENSIONE….TALVOLTA SEMBREREBE QUASI DI ASSOLUZIONE DEI MEDESIMI; OPPURE UN PRETE SPOSATO COME GIUSEPPE NADIR PERIN, O ERNESTO MIRAGOLI, CHE PARLANO DI SEGNI MARTELLANTI DELLO SPIRITO CHE SPINGE LA CHIESA VERSO UNA CONVERSIONE PROFONDA LA SUA CHIESA: ALLORA ABBIAMO UNA CHIAVE PSICHIATRICA DI SPIEGAZIONE E COMPRENSIONE E UNA CHIAVE DI LETTURA TEOLOGICA DEL PROBLEMA: SI AIUTANO ENTRAMBE O SI ESCLUDONO, ASSOLVENDO TUTTI?
Credo di avere risposto, prima ancora di leggere questa domanda con la risposta n. 19. I due piani non possono essere scissi e separati, non esiste un problema morale e un problema psichiatrico e di conseguenza un problema legale (reato). Esiste un fatto: un adulto immaturo, anaffettivo, sessualmente represso, crede di realizzare i suoi bisogni con rapporti con bambini, cioè infanti come lui si percepisce. Bisogna capire perché avviene, da dove viene, come si sviluppa, chi avrebbe dovuto curare e non ha curato, e infine accompagnare per un processo di consapevolezza durante il quale i tre livelli possono integrarsi: il livello curativo (psicoterapia), il livello etico (peccato) e quello penale (reato). Non dimentichiamo che oltre il 50% dei casi di pedofilia avvengono nelle famiglie ad opera di padri e madri (un po’ meno). Ciò deve allarmare e deve fare riflettere. A me pare che dopo che i buoi sono scappati, il papa e la curia/curie spaventati delle reazioni del mondo intero hanno scaricato ogni responsabilità sui preti pedofili, gli stessi che hanno coperto per decenni. Questo comportamento schizofrenico è pazzesco e micidiale. Se poi si aggiunge che Bertone fa l’equazione pedofilia uguale omosessualità, l’abisso di ignoranza si squaderna davanti a noi in tutta la sua destabilizzazione. Se la Chiesa è in mano a questa gente qui …. buona notte al secchio!
23. MA ALLORA DOVE LO METTIAMO IL DETTO EVANGELICO…..”GUAI A COLUI PER COLPA DEL QUALE VIENE LO SCANDALO! SAREBBE MEGLIO PER LUI……? TU COSA PENSI? ALLORA E’ UNO SCANDALO COME INCIAMPO ALLA FEDE? O PECCATO DA COMPRENDER E DA ASSOLVERE?
Lo scandalo non lo fa il prete pedofilo, ma una struttura che genera preti pedofili e a cui anche di fronte all’evidenza circostanziata, affida i bambini o cambia di posto, mandandoli da altri bambini. Lo scandalo è di un Vaticano che ha curato l’immagine della Istituzione piuttosto che preoccuparsi dei bambini rovinati per tutta la vita. Lo scandalo è in ghetti forzati e lager disumani dove si tenevano con disciplina ferrea veri e documentati sistemi di tortura. La repressione della sessualità, il senso di colpa che stato inoculato per ogni atto di «impurità» che era considerato il peccato dei peccati hanno prodotto disadattati che a loro volta hanno scaricato sui bambini la loro castrazione e l’hanno sublimata in pedofilia. Tutti i religiosi coinvolti in atti di pedofilia, infatti, quello che hanno fatto lo hanno come «preti» in atto di esercitare il loro ufficio: nella confessione, nella direzione spirituale, nei momenti di confidenza, ecc. che poi si prolungavano nelle loro camere da letto. E’ questo lo scandalo che ha permesso l’istituzione. I preti pedofili sono uno scandalo conseguente di uno scandalo maggiore perché causa: l’impostazione e i fondamenti disumani su sui l’Istituzione ha basato il proprio reclutamento dei propri preti e personale religioso.
24. COSA HA ANCORA LA CHIESA DA IMPARARE DA QUESTA PARABOLA? PUOI FARE QUALCHE ESEMPIO?
La misericordia. Sempre. Comunque. Dovunque. Con chiunque. La tenerezza e l’assenza di giudizio.
25. COSA VUOI DIRE CON L’ESPRESSIONE “LA FACCIA PERBENISTA DELLA RELIGIONE ATEA”? A CHI PENSI CONCRETAMENTE? A CHI TI RIFERISCI?
La gerarchia vaticana e della Cei hanno stretto coscientemente rapporti di solidarietà con il governo Berlusconi che è l’emanazione della massoneria piduista. Ha fatto cadere il governo di Prodi, uomo integerrimo e cattolico praticante,discepolo di Dossetti con un alto senso dello Stato, mentre ha sostenuto e sostiene apertamente costui e la sua cricca che in Italia vogliono instaurare e ci stanno riuscendo, un cristianesimo senza Cristo, una religione senza vangelo, una religione «dei valori», occidentale e pagana coperta da una miriadi di atti e sceneggiate religiose centrati sulla vanità del personale ecclesiastico. Che cosa è tutto questo se non una religione di facciata, perbenista e atea?
Una Cei e un Vaticano che non dicono una parola sul comportamento sessuale aberrante di un capo di governo che si vanta di essere cattolico e che la moglie accusa di frequentare le minorenni; che porta in parlamento donnine da favori, che eleva a ministre spogliarelliste che lo hanno dilettato; che fa leggi omicide del «bene comune»; che permette la strage degli innocenti migranti nelle acque del Mediterrano e la gerarchia tace perché è comprata con le lenticchie delle leggi sulle coppie di fatto e del testamento biologico o della procreazione assistita o con leggi che favoriscono economicamente le scuole cattoliche e gli interessi ecclesiastici … come si chiama? Non è una religione atea e un laicismo finto devoto? Il fatto che preti e cerimonieri del papa sono implicati negli scandali della protezione civile che cosa è, un atto di adorazione eucaristico, è una versa e sana prostituzione religiosa con un sistema di governo corrotto e corruttore?
26. SONO MIGLIORATI I RAPPORTI CON IL TUO VESCOVO ANGELO BAGNASCO? NON TI HA MAI CHIAMATO PER UN COLLOQUIO FRATERNO?
Fino al 12 di agosto dello scorso anno ci vedevamo abbastanza. Mi chiamava e io andavo a casa sua, lontani da occhi indiscreti, e si parlava apertamente, ma prendendo atto di stare su due versanti opposti. Credo che mi stimi e forse mi teme anche perché sa che non parlo mai per sentito dire o per posa. Se parlo, penso quello che dico e dico quello che penso. Questo destabilizza. Sono certo che io avessi una condotta immorale, magari con un harem di amanti, molti sarebbero più tolleranti e contenti, ma un prete che pensa autonomamente è inaccettabile. Sono isolato in diocesi e non ricevo alcun invito, pur essendo uno specialista in sacra Scrittura in chiave giudaica. Vado in giro per l’Italia, ma a Genova non esisto. Straniero in patria. Per amore della Chiesa si fa questo e altro.
I colloqui che ho avuto sono sempre stati fraterni e mai minacciosi. Dall’agosto scorso non ho avuto più modo di incontrarlo personalmente. Ho scritto, anche per questioni inerenti il ministero, non mi ha risposto. Vi sono state anche prese di posizione pubbliche con lettere in andata e ritorno, ma tutto è avvolto non nel silenzio che è luogo dello Spirito, ma nel tacere che è mezzuccio di Satana.
Da parte mia, riconosco l’autorità del vescovo e sono sempre pronto a ubbidire al vescovo, non certo al direttore del personale se dovesse fare richieste strambe come quelle sulla opportunità e la convenienza. Forse non mi chiama più perché pensa che sia irrecuperabile «peccatore e pubblicano» senza ritorno. Peccato, perché io sento una responsabilità enorme: educare il mio vescovo  ad essere incarnato nel mondo di oggi, sull’esempio di Gesù il «Lògos [che] carne fu fatto».
GRAZIE DON PAOLO DELLE RISPOSTE CHE MI HAI DATO. UN GRAZIE E UN CALOROSO ABBRACCIO DA CARLO CASTELLINI PER IL DIALOGO.
BRESCIA, 4 GIUGNO 2010.


Sabato 05 Giugno,2010 Ore: 20:22