Riflessione
La diversità è una opportunità di arricchimento umano

di Enrico Peyretti

 Mi associo di cuore agli auguri per il Ramadan agli amici e fratelli/sorelle musulmani. Colgo l'occasione per condividere alcune prime riflessioni sui tristi e brutti fatti di Oslo e Utoya, del 22 luglio.

    - il pluriassassino è stato mosso, per sue amplissime precedenti dichiarazioni scritte, da fanatismo identitario ultraoccidentalista e cristianoide-antievangelico, da esterofobia e alterofobia e islamofobia estreme, da ideologia della violenza risolutiva (eliminazione del conflitto eliminando il nemico e chi è con lui tollerante, perciò considerato complice e nemico)
    - il delitto è ideologico, nato da quella ideologia, diretto contro i giovani futuri sostenitori politici dell'idea di tolleranza verso i “diversi” odiati da Breivik
    - tale ideologia è assai più estesa e radicata di quell'azione stragista, nella quale appare ciò che è latente in molti strati popolari di volgare mentalità e psicosi xenofoba, e nei nostri istinti egoistici
    - è tragicamente significativo che il leghista italiano Borghezio abbia difeso le idee di Breivik. Ora occorre che l'opinione pubblica bolli come merita questa apologia della violenza
    - l'effetto, la traduzione in atto di quelle idee, è avvenuta in un paese democratico, liberale, pacifico, come la Norvegia: ciò è segno che la tranquillità interna di un popolo è un bene prezioso ma può anche generare, al suo limite, un egoismo ferocemente pauroso di turbamenti provenienti dall'esterno
    - non bastano democrazia e pace interne ad un popolo e ad un sistema politico, se democrazia e pace non si instaurano culturalmente e strutturalmente nelle relazioni fra i popoli, le culture, le religioni, i sistemi
    - nei giornali italiani di destra, la strage è stata immediatamente attribuita al terrorismo islamista, prima di conoscerne l'autore. Ciò è segno che violenza psichica e terrorismo-anti-terrorismo sono insediati nelle menti corrive all'istinto e agli interessi xenofobi
    - la tragica vicenda di Oslo dimostra una volta di più che la più grave e profonda delle violenze, più della violenza fisica, più della violenza strutturale, è la violenza culturale, il pensiero dell'autosufficienza spastica che elimina la diversità, il mito del proprio diritto superiore, il disprezzo per la differenza, l'incapacità di vedere e riconoscere l'alterità. Tutte le civiltà devono vigilare ed essere autocritiche per vincere questa tentazione.
    - l'odierna maggiore vicinanza spaziale e comunicativa quotidiana tra persone di tanti popoli e civiltà, mentre solleva pericolosi istinti di chiusura, richiede una formazione culturale ed etica molto più solida e universalista che nel mondo di ieri, per far sì che questo fenomeno nuovo non sia causa di esclusioni violente, ma sia colto e vissuto come bella opportunità di arricchimento umano.
Enrico Peyretti
(www.peacelink.it/peyretti)


Venerdì 29 Luglio,2011 Ore: 22:18