Nona Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico
Noi Custodi del mondo artefici del dialogo unica via possibile di civiltà e di pace

di Amina Salina

La giornata del Dialogo torna ogni anno come punto di riferimento di una battaglia che coinvolge i credenti delle due fedi in modo considerevole e che e’ di particolare attualità per la difficile situazione in Medio Oriente e per l avvio di rapporti sempre migliori tra le due comunità. Quest’anno vanno da pari passo l emergenza ambientale e la lotta contro la guerra e per i diritti.
Quest’impegno per la nostra rivista e’ parte della battaglia che si attua a livello mondiale tra fautori della civiltà della pace e guerrafondai tra chi vuole estendere e rafforzare la democrazia i diritti umani la convivenza tra i popoli e le religioni e i difensori dell’autoritarismo delle piccole patrie di suolo e di sangue da una parte e dall’altra i falsi cosmopoliti del dio denaro, la finanza internazionale gli speculatori che stanno distruggendo l economia vera frutto del sudore e non dell’usura dei piccoli commercianti ed imprenditori europei e americani messi in ginocchio dall’usurocrazia internazionale entrambi alleati nella politica della miseria e della guerra. Questi due settori hanno alimentato da una parte il revanscismo di alcuni settori cattolici preconciliari ostili alla modernità e all’islam dall’altra parte l islamofobia in nome dei principi dell’Illuminismo tradendo i principi costitutivi delle grandi democrazia europee.
 
Il dialogo islamocristiano rompe gli schemi e spezza gli stereotipi in cui un certo Occidente ha racchiuso la fede islamica accusandoci di fatalismo di oscurantismo e di arretratezza nel momento stesso in cui le elite politiche occidentali si alleavano con i ricchi autoctoni per privare il popolo di qualsiasi democrazia e libertà. Una parte delle elite occidentalizzate formate nelle scuole francesi ed inglesi a tutt’oggi sono in prima fila in una campagna distruttiva non certo delle tradizioni ma sicuramente della stessa fede islamica confusa con i costumi dell’epoca della stagnazione. Una figura come l Emiro Abdel Krim in Algeria nel XIX secolo maestro spirituale e combattente antimperialista filosofo e scienziato basta a spezzare questo stereotipi .Infatti essi derivano dalla scarsa o nulla conoscenza della fede islamica delle fonti e della storia dei paesi musulmani. Purtroppo avviene la stessa cosa dall’altra parte nella misura in cui la fede cristiana viene presentata semplicemente come un prolungamento della colonizzazione. Ovviamente ci sono musulmani e musulmani come ci sono cristiani e cristiani. Il rispetto che molti cristiani hanno della fede islamica della figura del Profeta e del Nobile Corano- che ritengono comunque ispirato da Dio- e’ segno che qualcosa sta cambiando e che il dialogo porta i suoi frutti anche se e’ un lavoro paziente e sotterraneo che non si vede e che non raccoglie plausi e consensi mediativi immediati.
Nell’Islam la diversità dei popoli delle lingue e delle tradizioni e’ un segno della Grazia di Allah.
La parola iman che spesso viene tradotta semplicemente con fede e’ invece qualcosa di più complesso. Oggi la maggior parte delle persone vede la fede come credere in Qualcuno che sta lassù ma i cui effetti sono invisibili quaggiù. Fede e ragione sono in Occidente oggi due territori alieni e non e’ un caso l impegno del Papa per non farli scontrare per l europeo medio chi crede nell’irrazionale. Si crede col retro pensiero del dubbio, c’e’ ma ci potrebbe anche non essere tanto non cambia nulla. La gestione degli affari della comunità della politica dell’economia viene delegata ai tecnici e’ una cosa neutra,nei periodi migliori quando i gestori della cosa pubblica sono illuminati le cose vanno meglio poi la corruzione domina. La morale si sgancia dalla fede la vita quotidiana diviene rincorsa al denaro non si vive per la salvezza dell’anima ma … per pagare il mutuo di casa secondo l’arido principio produci consuma muori .La distruzione delle civiltà tradizionali nel mondo a partire della stessa Europa sta molt5iplicando i fautori di questa mentalità areligiosa anche nei paesi dove la fede e a tutt’oggi un fondamento del vivere civile e dove e’ sconosciuto l’ateismo.
Ritornando al discorso sulle radici della fede islamica la parola araba iman deriva dalla stessa radice della parola amana. L’amana e’ la responsabilità del credente come Custode del Mondo del Bene della Bellezza della Fede. L’iman del musulmano e’ una fede attiva che si esplica nel culto e si completa nell’impegno per il miglioramento del mondo e per il mantenimento dell’equilibrio ambientale individuale e collettivo per una società sana un ambiente puro un individuo equilibrato. Per questo ci impegniamo seriamente per comportamenti quotidiani che siano all’altezza della nostra fede. Qualcosa di simile a questo senso dell’immersione dell’essere umano nel creato esiste anche nella tradizione cristiana ed tutti ricordiamo le tradizioni di Francesco D Assisi che parlava agli animali. Chi e’ molto vicino a Dio conosce il linguaggio dell’universo e la trama in cui Allah l ha creato.
Con tutte le differenza che ci possono essere a livello teologico sono molti coloro che giocano invece sulla contrapposizione sfruttandole a fini politici come e’ avvenuto recentemente in Bosnia a danno dei musulmani i cine sta avvenendo in Sudan dove una guerra tribale e’ stata trasformata falsamente in una guerra religiosa. Alcuni media alimentano lo scontro facendo leva sui punti controversi come la poligamia il niqab o i matrimoni interreligiosi oppure utilizzando a scopo distruttivo ex musulmani passati dall’ altra parte e diventati celebri solo per questo. A questa logica di guerra culturale stanno reagendo non solo i musulmani ma un ampio campo di forze compresi cattolici e non credenti convinti della nece4ssita’ del dialogo e di una integrazione reale dei musulmani nel rispetto assoluto della fede. Questo aspetto e’ molto importante ed e’ da enfatizzare anche dentro la stessa comunità islamica perché il senso di isolamento di segregazione sociale e di emarginazione di ampli settori di credenti in Italia e’ molto forte.
Altrettanto importante e’ la denuncia della corsa agli armamenti del nucleare di guerra che viene attuata dalle grandi potenze a danno di popoli che vogliono essere indipendenti come l Iran o l America Latina, politica che alimenta la miseria delle masse e i conflitti tra poveri per l acqua ed il suolo. Si chiedono sacrifici agli onesti e si gioca alla logica della guerra ai poveri con la scusa della crisi provocata dagli speculatori. Continua l insensata corsa ad armamenti inutili o mortiferi e al nucleare di guerra corsa che impegna miliardi di euro mentre una buona parte dell’ umanità fin dentro i cosiddetti paesi ricchi manca dell’ indispensabile. Alcuni mesi da si parlava di due milioni di analfabeti in Italia di cinquecentomila bambini lavoratori al disotto dei 14 anni e di alcuni milioni di poveri. Si riempiono le mense Caritas e si svuotano i portafogli dei lavoratori  mentre i potenti si stravaccano tra amichette e tirate non certo di tabacco stipendi milionari e prebende varie.. Cristiani e musulmani con tutte le persone di buona volontà sono impegnati e direi chiamati dal Creatore a fare tutto il possibile per i nullatenenti per gli afflitti per i profughi per i poveri che popolano il nostro pianeta.
Pace e giustizia vanno insieme ed e’  l‘ora di incrementare il bene e combattere il male con la buona parola e con la non violenza contro chi ci affama e ci opprime in none di una falsa identità di una bandiera di un falso dio.
E’ tempo di amare il Creato e’ tempo di azione non di sfilate o di falsi discorsi diplomatici che lasciano il tempo che trovano e mantengono intatta l’ingiustizia e l’oppressione
Salam amina salina


Giovedì 01 Luglio,2010 Ore: 14:59