Lettera agli uomini e alle donne di buona volontà in occasione della diciassettesima  giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico

di Giovanni Sarubbi

Care amiche, cari amici,
Anche quest’anno siamo riusciti, grazie al sacrificio e all’impegno di diverse centinaia di associazioni e comunità religiose a livello nazionale, dal Piemonte, al Veneto, all’emilia, alla Toscana, alla Sardegna, alla Calabria, a tenere acceso il lumicino del dialogo cristiano-islamico. È un lumicino di speranza che rimane acceso grazie all’impegno di ognuno di voi che partecipate a questa iniziativa. A tutti voi, grazie.
Quest’anno non ci sarà alcuna conferenza nazionale a Roma che per XVI anni è stata una costante della nostra iniziativa. Conferenza che di solito si è svolta nelle sedi della Camera o del Senato della Repubblica come segno dell’attenzione anche istituzionale verso una giornata nata dal basso e che dal basso si è diffusa in tutta Italia, coinvolgendo anche moltissimi enti locali.
L’assenza della conferenza stampa nazionale è il segno dei tempi difficili che stiamo vivendo con cui dovremo fare i conti probabilmente ancora a lungo.
Per la prima volta nella storia della Repubblica abbiamo a che fare con un governo che ha nel proprio programma iniziative specifiche contro alcuni gruppi sociali (rom e migranti) e contro una specifica religione che è l’islam. Abbiamo visto in questi primi mesi di governo come esso sia molto attivo sul fronte dei migranti con parole d’ordine sciagurate come quella di “è finita la pacchia”. Cosa che ha provocato già migliaia di morti nel mediterraneo con la chiusura dei porti e i respingimenti nei lager libici.
Ma ci troviamo di fronte anche ad iniziative repressive contro alcune iniziative di accoglienza esemplari che hanno avuto riconoscimenti a livello mondiale e che in Italia sono invece perseguitate. (vedi vicenda del comune di Riace e di Vicofaro a Pistoia).
Quella dei migranti è una questione strettamente connessa con il dialogo cristiano-islamico perché fra i migranti ci sono sia cristiani che musulmani. Fra l’altro sono proprio i cristiani la maggioranza dei migranti che arrivano nel nostro paese. Come fanno a dirsi cristiani quanti sostengono i respingimenti e la chiusura dei porti?
Come abbiamo scritto nell’appello per la XVII giornata siamo di fronte anche ad “un razzismo diffuso che colpisce migranti di pelle nera” che ha già fatto decine di vittime. E ci sono sindaci che modificano i regolamenti comunali introducendo norme che discriminano i bambini figli di migranti nell’accesso ai servizi sociali quali le mense o i trasporti scolastici.
C’è in sostanza un attacco continuo alla nostra Costituzione Repubblicana che nega qualsiasi forma di razzismo e sancisce in modo netto la libertà religiosa e il diritto per tutti di praticare la propria religione in assoluta libertà.
Come è già successo nel corso della storia, i moderni razzisti diffondono argomenti falsi sulla religione che essi vogliono colpire. Sull’Islam diffondono tra l’altro l’idiozia che tale religione sarebbe “incompatibile con la nostra Costituzione”. È una tesi talmente idiota che non dovrebbe esserci alcun bisogno di confutarla perché se essa fosse vera per l’islam essa potrebbe essere applicata a qualsiasi religione, perché è una tesi che nega alla radice la libertà religiosa. È invece è questa la tesi che viene diffusa dai moderni razzisti del XXI secolo e che dobbiamo contrastare.
Uno dei massimi storici del cristianesimo del secolo scorso, Ernesto Buonaiuti, in un suo libro fa risalire la nascita della religione cristiana alla prima persecuzione di Nerone seguita all’incendio di Roma.
Egli scrive: «Nella testimonianza di scrittori extra-biblici il Cristianesimo entra così nella storia descritto come una volgare e pestilenziale superstizione, come una di quelle fermentazioni atroci e abominevoli che confluiscono a Roma da ogni parte dell’Impero. I cristiani sono dunque condannati come rei di odiare il genere umano».
I moderni razzisti continuano a fare quello che hanno fatto i razzisti di tutti i tempi, contro i cristiani ai tempi di Nerone, contro gli ebrei a partire dal quarto secolo fino ai giorni nostri, e ora contro i musulmani. Tutte le religioni perseguitate di volta in volta sono state accusate “di odiare il genere umano”. Tale espressione, ad esempio, è stata usata in tutti i modi possibili contro gli ebrei durante la prima metà del secolo scorso.
E la tesi che l’islam è incompatibile con la nostra Costituzione non significa altro che essa “odia il genere umano” e va quindi emarginata e perseguitata e gli vanno negati tutti i diritti.
Per tale motivo abbiamo proposto come tema della giornata quello del diritto di culto. NESSUNA MOSCHEA È ILLEGALE significa che il diritto di culto e la libertà religiosa non possono essere negati attraverso questioni urbanistiche o l’effettuazione di “referendum” che neghano un diritto costituzionalmente garantito. Diritto per di più riconosciuto da trattati internazionali, quali la Dichiarazione universale dei diritti umani, che l’Italia ha ratificato e che ha quindi un rango costituzionale, quindi prioritario e superiore a qualsiasi legge ordinaria e, a maggior ragione, a qualsiasi regolamento comunale.
Sul tema delle moschee ci troveremo fra non molto a fronteggiare iniziative repressive del governo italiano. Sono state annunciate le chiusure di tutte le moschee cosiddette “illegali”. Saremo impegnati a fronteggiare una campagna stampa ancora più forsennata di quella che abbiamo subito finora. E a questa campagna stampa dobbiamo rispondere senza paura, con le iniziative di dialogo e con gli argomenti che smontino le bugie di cui si nutrono da sempre i razzisti di tutti i tipi.
Per tale motivo è necessario essere preparati e abbiamo bisogno di rafforzare l’unità fra tutte le religioni sul tema della libertà di culto perché quando si scatena l’odio antireligioso nei confronti di una sola religione, tutte le religioni sono a rischio.
Ci auguriamo quindi che la storia della prima metà del secolo scorso, con le sue stragi mostruose, possa esserci di insegnamento e ci aiuti a capire cosa è meglio fare per procedere verso un mondo di pace e giustizia sociale.
Dunque, buona giornata del dialogo a tutte e a tutti.
Con un fraterno saluto di shalom, salaam, pace
Giovanni Sarubbi
Del Comitato promotore nazionale della giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico



Mercoledì 24 Ottobre,2018 Ore: 21:30