NOI SIAMO CHIESA: POTERE, DENARO E SEGRETEZZA LE VERE CAUSE DEL “VATILEAKS”

da Adista Notizie n. 24 del 23/06/2012

36745. ROMA-ADISTA. Troppo potere concentrato nella Curia romana e segretezza assoluta nella gestione delle grandi risorse economiche: più che i corvi svolazzanti nei corridoi dei Sacri palazzi e i maggiordomi infedeli, sono queste le cause profonde e strutturali delle crisi vaticana di questi mesi – dal “Vatileaks” al licenziamento del presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi – secondo il movimento Noi Siamo Chiesa che chiede di «affrontare alla radice le cause della crisi», senza tergiversare.

«Le reazioni dei più importanti vertici ecclesiastici, dopo un grande imbarazzo, sono state quelle di ricordare che, comunque, la Chiesa è fondata sulla roccia e che la sua storia ha visto ben di peggio», scrive Noi Siamo Chiesa. È vero, «ma sarebbe stato opportuno anche un qualche atto, seppur parziale, di riconoscimento di colpe o di errori e di conseguente pentimento», perché tutto quello che è accaduto – e che continua ad accadere – lascia comunque intravedere «interessi torbidi» e «contrasti profondi nella Curia romana che appaiono fondati non su diverse, più che comprensibili, opzioni pastorali, ma su rivalità personali e su questioni di potere».

Sono tre le cause di fondo di quanto sta accadendo, da affrontare «senza esitazioni», chiede Noi Siamo Chiesa. «L’eccessivo concentramento di potere nella Santa Sede, sempre più accresciutosi negli ultimi anni, malgrado il Concilio avesse prospettato l’attuazione di una reale collegialità episcopale. I possibili vantaggi di una gestione rigidamente monarchica (unità, sostanziale e non formale, della Chiesa, punto di riferimento morale in un mondo travagliato da problemi sempre maggiori) sono ormai superati dai suoi difetti che, tra l’altro, non vengono neanche riconosciuti (dispotismo curiale sulle Chiese locali e sugli ordini religiosi; assoluta uniformità della teologia e della vita sacramentale; esaltazione, poco evangelica, della figura e del ruolo del papa)». Poi «il fattore corruttivo che, quasi naturalmente, deriva dalla gestione accentrata di grandi risorse economiche – lo Ior ma non solo – e da altre strutture che fanno capo allo Stato della Città del Vaticano. In questo contesto qualsiasi discorso sulla povertà della Chiesa e nella Chiesa non ha più senso». Infine «la completa segretezza nell’amministrazione di questi ingenti beni, fuori da una vera legalità e da un controllo, italiano o internazionale, esterno alle strutture ecclesiastiche, crea le premesse per ogni possibile stortura. Nel migliore dei casi ipotizzabili, sembra che si ragioni con la logica che il fine giustifica qualsiasi mezzo. I fatti hanno dimostrato, soprattutto da trent’anni a questa parte, che, in questo quadro di mancanza di trasparenza diffusa, ogni tentativo di riforma è fallito, anche quando, forse, la volontà all’inizio c’era».

Pertanto, sostiene Noi Siamo Chiesa, «occorre affrontare alla radice le cause della crisi e riteniamo che sia indispensabile che questa consapevolezza cresca nel Popolo di Dio. Ogni rappezzo, ogni destituzione di persone e ogni avvicendamento, o il rilancio dell’immagine, facendo solo appello al ruolo indefettibile della Chiesa, servono a ben poco», perché «non riusciranno a rompere il circolo vizioso costituito dall’intreccio tra potere ecclesiastico autoritario e assolutista, potere mondano e assenza di democrazia che sono presenti nella nostra Chiesa», una «contro-testimonianza che oscura e tradisce l’Evangelo di Gesù». (l. k.)

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ADISTA
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Mercoledì 20 Giugno,2012 Ore: 15:39