SPAGNA: IL COMUNE DI ALCALÁ VOTA CONTRO L’ESENZIONE DALL’IMU DELLA CHIESA. E CONTRO IL VESCOVO

da Adista Notizie n. 22 del 09/06/2012

36724. ALCALÁ DE HENARES-ADISTA. Quello di Alcalá de Henares (nella Comunità autonoma di Madrid) è il primo dei Comuni spagnoli a deliberare di attrezzarsi per reclamare alla Chiesa cattolica il pagamento dell’Imposta sui Beni Immobili per edifici non strettamente adibiti a culto. La decisione è stata votata il 15 maggio con il favore del Partito socialista (Psoe), di Sinistra Unita-Verdi, Unione Progresso e Democrazia (UPyD), ma anche del Partito Popolare (Pp) che a livello nazionale, nei giorni successivi, si è invece schierato contro l’iniziativa del Psoe, presentata il 27 maggio, tendente a limitare l’esenzione dall’Ibi per la Chiesa (v. notizia precedente). Durante la stessa seduta, è stata approvata, ma con il voto contrario del Pp, una seconda mozione dall’oggetto assai singolare e che forse spiega la determinazione della prima anzitempo rispetto all’iniziativa del Psoe: il divieto al vescovo della diocesi, mons. Antonio Reig Plá, di partecipare agli atti ufficiali del Comune perché le sue opinioni sull’omosessualità pregiudicano l’immagine della città. Esternazioni che hanno indotto altresì a richiedere alla Conferenza episcopale di trasferire il vescovo in altro luogo (decisione che peraltro è di esclusiva competenza papale).

Il vescovo, nell’omelia dello scorso venerdì santo, in diretta televisiva aveva deprecato quanti, mossi «da ideologie che finiscono per non orientare bene la sessualità umana», «pensano che già da bambini si senta attrazione per persone dello stesso sesso» e che «a volte per provarlo si corrompono e si prostituiscono. O vanno in club di uomini». «Vi assicuro – concludeva – che si trovano all’inferno» (v. Adista Notizie n. 15/12). Ne era nato un putiferio che ancora non accenna a sopirsi e che, accanto alla risonanza politica, potrebbe avere anche uno sviluppo giudiziario, in quanto l’Associazione Preminenza del Diritto ha sporto denuncia perché nelle parole del vescovo si può configurare il reato di diffusione di informazioni ingiuriose contro gli omosessuali. Il giudice di competenza ha già richiesto alla Televisione spagnola la registrazione dell’omelia.

Tanta la solidarietà giunta a mons. Reig Plá. Tutti i vescovi della provincia ecclesiastica di Madrid (di cui la diocesi di Alcalá fa parte) hanno emesso un comunicato in cui manifestano pieno «rifiuto delle suddette mozioni», qualificabili solo «come ingerenza nella vita della Chiesa» e come «censura alla predicazione e attuazione del vescovo». I sacerdoti di tutte le parrocchie di Alcalà hanno sottoscritto un documento in cui lamentano che la censura del governo comunale «non rispetta la libertà della Chiesa di insegnare la sua Dottrina che – sottolineano tuttavia – è stata male interpretata». Una ventina di ex omosessuali hanno espresso la loro gratitudine a mons. Plá per averli tirati fuori dall’«inferno» della loro precedente condizione. L’arcivescovo di Oviedo, mons. Jesús Sanz Montes, ha affermato che il suo confratello di Alcalá «è oggetto di una offensiva denigratoria da parte di certe lobby gay e di alcune formazioni politiche». Non si tratta, ha sottolineato, di «un attacco isolato, ma di un attacco frontale contro la Chiesa». E ha spiegato: «Il fatto che censurino mons. Reig Plá, che lo vogliano isolare come fosse un proscritto per aver detto quello che qualsiasi vescovo può e deve dire in virtù di quello in cui crediamo, con rispetto e verità, è segno del cinismo ipocrita con cui alcuni tesserati rappresentanti delle loro ideologie vogliono spaventarci con le minacce». (eletta cucuzza)

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ADISTA
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Mercoledì 06 Giugno,2012 Ore: 15:32