TROPPO POCO ALLINEATO. E “ZENIT” LICENZIA IL DIRETTORE

di Agenzia Adista n. 73 - 15 Ottobre 2011

36330. ROMA-ADISTA. Licenziato. Si conclude così l’avventura di Jesús Colina alla guida dell’agenzia di informazione cattolica Zenit, redatta in sette lingue (fra le quali l’arabo) e letta da circa 450mila destinatari. «Vi comunico che il 27 settembre è stato il mio ultimo giorno di lavoro in qualità di direttore», ha scritto lo stesso Colina, che di Zenit è stato anche fondatore, in una lettera indirizzata a tutti i lavoratori dell’agenzia. «P. Oscar Nader L.C., nuovo presidente del Consiglio di Zenit, mi ha chiesto di rinunciare al posto». Quel “L.C.” sta per legionari di Cristo, che sono i proprietari della testata attraverso la «società senza fini di lucro» “Innovative Media Inc.” (costituita presso lo Stato di New York). Il punto è proprio questo, come spiega a seguire: «La ragione di tanta sollecitudine è che la mia attività nel mondo della comunicazione cattolica non mette in evidenza la dipendenza istituzionale dell’agenzia dalla congregazione dei legionari di Cristo, identità che da ora in poi si vorrà sottolineare maggiormente».

Questo avviene, dopo 14 anni di onorato lavoro, perché, nell’ultimo paio d’anni, prosegue Colina, si è verificata «una perdita di fiducia reciproca fra i legionari e me» per motivi tutt’altro che lievi. Ecco gli addebiti che muove alla congregazione: «I problemi di p. Marcial Maciel [il fondatore, riconosciuto colpevole, fra l’altro, di abusi sessuali su bambini e su seminaristi, v. Adista nn. 123/09; 23 e 32/10] e il modo in cui la congregazione ci ha informato, occultando fatti rilevanti, ha fatto sì che in alcune occasioni non abbiamo potuto compiere pienamente il nostro dovere di informare secondo la visione del papa e della Santa Sede»; ed ancora: «Due anni fa, i partecipanti alla riunione annuale generale di Zenit hanno chiesto trasparenza amministrativa, per evitare che possibili scandali finanziari attribuiti ai legionari (forse inventati dalla stampa) potessero mettere in pericolo la vita di Zenit». All’epoca fu soddisfacente la risposta, perché i rappresentanti della congregazione «promisero» per l’agenzia un conto bancario separato. Poi «nella pratica successe il contrario: una firma unica dell’allora vicario generale, p. Luis Garza, per i conti bancari» dell’agenzia e della congregazione.

E non sarà estranea alla defenestrazione di Colina un’iniziativa assunta da quest’ultimo per evitare che la crisi dei legionari a causa dei delitti di Maciel ricadesse anche sull’agenzia. Scrive Infocatolica (29/9) che «negli ultimi mesi il direttore è entrato in contatto con altri gruppi editoriali cattolici interessati ad investire nel progetto. L’obiettivo era negoziare l’apertura del Consiglio di Amministrazione a nuove voci, per dare un respiro veramente ecclesiale alla Zenit e assicurarle una sopravvivenza economica». «Né il vicario generale dei legionari, Luis Garza Medina – aggiunge Infocatolica – né il nuovo direttore territoriale d’Italia e presidente del CdA, Oscar Nader, hanno voluto ascoltare l’offerta, non essendo disposti a perdere il controllo totale sul’informazione di Zenit. Hanno piuttosto messo in questione la lealtà di Colina e lo hanno licenziato con la scusa che il mezzo di coniazione deve riflettere di più l’identità legionaria».

Colina ha lamentato il comportamento dei superiori della congregazione su Maciel anche in un’intervista rilasciata (29/9) all’agenzia di informazione cattolica Aciprensa, conservatrice quanto Zenit: «Malgrado il comunicato emesso dalla Santa Sede nel 2006 [con il divieto di esercitare il ministero e riconoscere pubblicamente menzogne e delitti] e perfino alla sua morte e dopo, i legionari hanno continuato a presentarlo come un esempio di vita. Mi hanno anche invitato alla messa celebrata nel trigesimo della scomparsa, e nell’omelia, davanti a centinaia di religiosi, Maciel è stato additato come un esempio da seguire», con ciò dando «l’impressione a religiosi e persone vicine ai legionari che il papa l’avesse castigato ingiustamente». Sul contenzioso economico, aggiunge: «Sono convinto moralmente che il denaro giuntoci dai lettori sia stato totalmente consegnato all’agenzia [a titolo di esempio, la campagna di raccolta delle donazioni ha fruttato nel 2009 1 milione 16mila euro]. Ma formalmente e amministrativamente non lo posso dimostrare». E la richiesta insistente di trasparenza ha fatto aumentare la sfiducia dei legionari in Colina, sicuramente insieme alla proposta, ammette egli stesso, di «far entrare altre realtà cattoliche nel Consiglio di Zenit, proposta che non solo non fu ascoltata, ma che ha di poco preceduto l’allontanamento dalla carica di direttore».

Al quotidiano cattolico francese La Croix (3/10) Colina racconta anche che la sua riforma del CdA aveva invece ottenuto il beneplacito del card. Velasio De Paolis, nominato nel luglio del 2010 da Benedetto XVI delegato pontificio per i Legionari di Cristo. (eletta cucuzza)

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ADISTA
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Martedě 11 Ottobre,2011 Ore: 16:46