Il diacono Aniello D’Angelo scrive al Papa anunciando di lasciare la Chiesa dopo i tanti torti subiti negli ultimi anni
«NON MI RICONOSCO NELLA VOSTRA OPULENZA»

di Vincenzo Rubano *

Il docente di religione denuncia le "ipocrisie" del clero, svela i "veleni" contro di lui. "La Diocesi di Vallo specula sulle case e non aiuta i poveri"


VALLO DELLA LUCANIA - Vuole restare con i suoi ragazzi "fino alla morte", ed essere ridotto allo stato di laico perché non si rispecchia più nella Chiesa di oggi. E’ la richiesta di Aniello D’Angelo, docente di religione, residente a Centola, diacono dal 1997. Il docente ha scritto direttamente a Benedetto XVI per spiegare le motivazioni del suo gesto, che hanno già gettato nello sgomento i vertici della diocesi di Vallo della Lucania. “E’ da molto tempo che meditavo una simile scelta che mi è costata tanta riflessione e dolore - precisa D’Angelo - La decisione l’ho presa all’apertura dei lavori della FAO che si è tenuta a Roma nei giorni scorsi, quando, già in disaccordo con questi tipi di eventi, celebrati alle spalle dei poveri e con grande dispendio economico, ho visto la presenza di papa Benedetto XVI, che partecipa ad una tale manifestazione, indossando croce e anello d’oro. Sono stato diacono permanente dal 1997 e mi ero illuso - spiega ancora D’Angelo - di dare un contributo ad una chiesa che brillasse per sincerità, umiltà e povertà; invece ho dovuto constatare che la maggior parte delle azioni ecclesiali sono mirate solo a fini economici e di affermazione di potere”.
Ma il diacono cilentano, che avrebbe preferito non pubblicizzare la sua vicenda, evidenzia numerose perplessità anche all’interno della diocesi di Vallo: “A livello diocesano - spiega il docente - le cose sono sotto gli occhi di tutti: la diocesi di Vallo ha investito la maggior parte delle sue energie nell’edificazione di un regno di Dio fatto di musei spogli, di “fontanelle” come il cinema, il teatro, le rendite dai molteplici immobili di proprietà. Voglio restare fuori dall’avallare questo stato di cose e dire basta alle bugie e falsità di molti esponenti della gerarchia ecclesiale che mi hanno toccato anche personalmente”.
D’Angelo fa riferimento ad abusi subiti in prima persona: “Ho saputo di una lettera segreta e introvabile, vista da alcuni miei colleghi tra le mani del vescovo, spedita dall’ex dirigente scolastico del liceo scientifico di Vallo che chiedeva di non rinnovarmi la nomina in quella scuola, come infatti avvenne dal successivo anno scolastico. Per questo voglio la verità e la condanna di eventuali responsabili. Tale fatto mi ha molto danneggiato a livello fisico ed economico, se si pensa che da allora le sedi scolastiche a me assegnate sono lievitate, fino alle attuali sei, in sei comuni diversi e molto distanti tra loro”. Ora D’angelo aspetta di essere chiamato in Vaticano e chiarire la sua posizione. Nel frattempo ha fondato l’ associazione “Chiesa degli ultimi” per aiutare chi è più debole, chi è vittima dell’incuria umana, chi è emarginato dalla società.
* Julie-news, La Città, Quotidiano di Salerno e Provincia, 19/11/2009, p. 28


Venerdě 20 Novembre,2009 Ore: 11:20