LEFEBVRIANI: TOLLERANZA VATICANO

Mons. Fellay: nessun divieto esplicito su nuove ordinazioni


 

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(ANSA) - ECONE (SVIZZERA), 29 GIU - Dal Vaticano nessun divieto esplicito di celebrare le nuove ordinazioni di preti lefebvriani: lo ha detto mons. Bernard Fellay. Da parte di Roma - ha aggiunto il superiore generale della Fraternita' Sacerdotale Pio X al termine della cerimonia di ordinazione di otto nuovi preti, a Econe, in Svizzera - c'e' piuttosto una ''tacita tolleranza''.
 
 
 
 
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Nonostante l'altolà della Santa Sede gli ultratradizionalisti vanno avanti
Monsignor Fellay: "Polemiche che ci stupiscono, in molti Paesi la Chiesa ha bisogno di preti''
I lefebvriani sfidano il vaticano
Ordinati 8 nuovi sacerdoti
 
 
ROMA - Incuranti dell'altolà del Vaticano gli ultratradizionalisti lefebvriani vanno avanti e ordinano otto nuovi sacerdoti. La cerimonia odierna, presieduta da monsignor Bernard Fellay, superiore generale della Fraternità, fa seguito a quelle già avvenute negli Stati Uniti e in Germania; in tutto, nello scorcio finale di giugno, la Fraternità sacerdotale di San Pio X ha acquisito 27 nuovi preti.

Una dimostrazione che la Fraternità non intende fermarsi proprio ora. Anzi dopo la revoca della scomunica e le violente polemiche seguite al caso Williamson, i lefebvriani vogliono rientrare a pieno titolo nei ranghi della Chiesa cattolica.

Ogni 29 giugno, infatti, si svolge ad Econe, sede della Fraternità fondata da monsignor Marcel Lefebvre, la cerimonia delle ordinazioni. Quest'anno ad assistere c'erano circa 2500 persone. A loro monsignor Fellay, nell'omelia ha tenuto a precisare che dal 21 gennaio (giorno della revoca della scomunica da parte del Papa ai quattro vescovi lefebvriani) la Fraternità "si trova in una situazione canonica intermedia, per forza di cose imperfetta, ma essa continua in ciò che è il cuore stesso della sua azione: la formazione sacerdotale".

Nei giorni scorsi il Vaticano aveva fatto sapere di considerare le nuove ordinazioni della Fraternità "illegittime", cioè i sacerdoti lefebvriani non potevano amministrare i sacramenti per la Chiesa cattolica. Aggiungendo che i colloqui dottrinali fra il Vaticano e la Fraternità dovevano ancora cominciare. Il Vaticano "è come un medico che ha appena tolto un gesso al paziente e poi gli domanda di correre i cento metri"commenta il superiore della Fraternità.

Nonostante questo i lefebvriani non si sono fermati e monsignor Fellay si e' detto ''stupito delle polemiche attorno alle nostre ordinazioni, in un momento in cui in molti Paesi la Chiesa ha bisogno di preti''.

Per Fellay è "meschino" lasciare i lefebvriani fuori della chiesa quando questa è in "grave crisi": "è come vedere solo una macchia sulla armatura mentre è in mezzo alla battaglia".



Luned́ 29 Giugno,2009 Ore: 19:52