MODERNE INQUISIZIONI

di Gianfranco Monaca

Ringraziamo la redazione di Tempi di Fraternità (per info www.tempidifraternita.it) per averci messo a disposizione questo articolo di Gianfranco Monaco pubblicato sul numero di Dicembre 2009 della rivista.
 
 Don Paolo Farinella, amministratore della parrocchia di San Torpete a Genova, molto apprezzato dai lettori di TdF per la sua attività pastorale e per i suoi interventi in materia di rilevanti questioni morali (quando la politica tocca il Vangelo, il che è molto diverso dal "quando la politica tocca l'altare" che è la formula usata dalla curia vaticana per dire "quando fa comodo a noi") è riuscito a stanare due Eminentissimi Signori Cardinali (Bertone e Bagnasco) con un paio di mortaretti, che non sono stati graditi perché mettevano a nudo il re e anche i cortigiani. Secondo il costume di corte, ovviamente, gli hanno risposto non nel merito delle questioni ma deplorando il linguaggio (udite, udite!) poco caritatevole.
Tra l'altro, era difficile giustificare la visita alla mostra "Il potere e la grazia" che il cardinale segretario di Stato aveva compiuto insieme a Berlusconi, con il risultato di sdoganarlo una volta di più agli occhi della destra cattolica.
Caro don Paolo, come dice la parabola di Luca 11, 5-8, hai bussato a lungo, opportunamente inopportuno, per poter dare accoglienza agli storpi e agli zoppi che continuamente raccogli lungo le siepi. Tu parlavi di pane, di ospitalità, di tutela dei diritti, loro ti rispondono parlando di sé e del disappunto che hai loro causato (stavano dormendo, dice il vangelo), poi ti mostrano le loro medaglie (come si permette, lei non sa chi sono io?), poi pregano per il tuo ravvedimento, poi ti affidano alla Divina Misericordia...
A pensarci bene è la classica sequenza dei processi inquisitori del Seicento, che si concludevano con l'abbandono al braccio secolare. Non è cambiato niente: tu dici che la terra gira intorno al sole e loro ti rispondono che sei un birichino. Tu insisti che forse non hanno capito bene e gli porgi un cannocchiale, che guardino da sé, e loro ti raccomandano un maggiore rispetto per i Superiori.
Tu continua a bussare: dalle loro risposte (anche il silenzio è una risposta) capiremo sempre meglio di che pasta sono fatti, ma tieniti pronto a porgere l'altra guancia, perché il servo del Sommo Sacerdote sta per menarti un manrovescio.
La Grazia si è stufata, ora tocca al Potere. Si sa bene quali sono le frequentazioni di chi benedice le portaerei e trova normale dir messa indossando l'uniforme militare.
L’arcivescovo di Firenze, invece, se l’è presa con don Alessandro Santoro della parrocchia delle Piagge (Firenze), per aver benedetto il matrimonio di una coppia in cui la donna "è nata uomo", ma è riconosciuta ufficialmente donna dall'anagrafe comunale.
L'arcivescovo fa di più: dichiara nullo il matrimonio (concordatario). Comportamento prefettizio, non pastorale.
Questa sua decisione nei confronti del matrimonio di una coppia civilmente sposata e stabile da quasi trent'anni è anche un affronto indiretto (e ingiustificabile) per una legge dello Stato che definisce l'anagrafe di ogni cittadino, prendendo saggiamente atto delle possibili modifiche che possano essere intervenute in una persona nel corso della vita, in conseguenza di un complesso e rigoroso iter, rispetto alla identità sessuale alla nascita. Ci sono arcivescovi che si prendono per ginecologi e fanno un uso molto disinvolto dell'infallibilità, che in casi come questi non compete neppure al papa: siamo alla peggiore cultura e prassi ecclesiastica (che non ci è nuova), capace solo di comandare (e anche a sproposito) invece di capire e aiutare; è la mentalità del "sabato" che viene prima della donna e dell'uomo nella loro fede e vita quotidiana. Ci dispiace per l'arcivescovo, che peggiora l'immagine della categoria.
Ci associamo al comunicato di "Noi siamo Chiesa", che esprime piena e molto partecipe solidarietà a don Alessandro Santoro e alle Piagge, nella consapevolezza che questo intervento autoritario cerca di colpire la vitalità, del tutto particolare, di una comunità che ha saputo creare sul territorio interventi socioculturali di grande importanza, ben noti anche al di fuori del quartiere e di Firenze. Resistere, resistere, resistere.
Passerà la nottata.
Gianfranco Monaca


Marted́ 01 Dicembre,2009 Ore: 17:39