Roma.
E se lo "stupratore mascherato" agisse per creare allarme sociale?

di Gruppo EveryOne

Roma, 4 luglio. Ancora un tentato stupro, nella capitale, da parte del misterioso aggressore dal passamontagna nero, stavolta ai danni di una poliziotta in abiti civili, nel quartiere romano di Tor Carbone, a poche centinaia di metri di distanza dal luogo in cui il 3 luglio scorso è avvenuto lo stupro della studentessa universitaria di 21 anni.  La dinamica delle due aggressioni è simile anche a quella avvenuta il 6 giugno scorso alla Buffalotta, vittima una giornalista. Abbiamo pochi dettagli riguardanti l'episodio di oggi, mentre negli altri due casi il criminale ha minacciato le vittime con un coltello. Sembra assai sospetta l'apparizione di questo spaventoso "eroe del male", che sembra uscito da un thriller di serie B, ancora una volta in concomitanza con la discussione e l'approvazione del decreto sicurezza e con le polemiche relative all'istituzione delle ronde. Invitiamo le autorità a svolgere accurate indagini anche presso i gruppi di giustizieri, neonazisti e intolleranti e laddove possa essere strumentale sollevare allarme sociale e ricorrere a misure repressive sull'onda dell'isteria collettiva. A differenza dell'assassino seriale, che in alcuni casi sfida la società, magari con il desiderio inconscio di essere fermato, lo stupratore seriale è un insicuro e un vigliacco: difficilmente colpisce a distanza ravvicinata nel tempo e nello spazio, soprattutto quando media e autorità concentrano una particolare attenzione sulle aggressioni. In quest'ottica, per bloccare la serie di aggressioni, può essere importante non trascurare l'ipotesi che qualcuno agisca all'interno di un'organizzazione e convinto di farla franca potendo contare su protezioni efficaci.
 
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Domenica 05 Luglio,2009 Ore: 16:30