INTERVISTA
Raffaele Volpe: Verso i 150 anni della presenza battista in Italia: tra passato e futuro

a cura di Luca Baratto

Roma (NEV), 7 dicembre 2011 - Si è svolto dal 25 al 27 novembre scorso a Chianciano Terme (SI) il Convegno nazionale dell'Unione cristiana evangelica battista d'Italia (UCEBI) dal titolo “Memoria e missione. Verso i 150 anni della presenza battista in Italia”. Sui temi discussi e sulle conclusioni emerse nel Convegno abbiamo rivolto alcune domande al pastore Raffaele Volpe, presidente del Comitato esecutivo dell'UCEBI.
Il convegno conteneva nel titolo le parole chiave Memoria e Missione. Qual è la relazione tra questi due concetti emersa nei tre giorni di lavoro?
L'incontro di Chianciano è stato pensato come l'inizio di un percorso che ci porterà alla celebrazione nel 2013 dei 150 anni di presenza battista in Italia. Vogliamo arrivare a quella data interrogandoci sulla nostra storia e, facendo questo, cercando di capire anche verso quale futuro stiamo andando. Ci siamo resi conto che la nostra generazione non ha fino ad oggi lavorato abbastanza sulla memoria, né ha ancora una storia propria da poter raccontare. Quando si fa memoria si finisce poi per scoprire che nella storia passata c'è già il seme della visione missionaria del presente e del futuro. In particolare, abbiamo riscoperto con forza la dimensione di un battismo che nei suoi momenti migliori ha saputo unire una forte e dinamica spinta evangelistica a un convinto impegno sociale.
Durante il Convegno lei è intervenuto con una relazione sui punti di svolta della storia battista in Italia. In sintesi, quali sono stati i più significativi?
Sono sostanzialmente due. Il grande sviluppo di inizio Novecento, quando a un'espansione numerica è corrisposta anche una crescita culturale grazie alla quale il battismo italiano, dopo il lavoro svolto dalle prime Società missionarie, incomincia a delineare una fisionomia sua propria. E' il periodo in cui nascono riviste come Bylichnis. Quella svolta fu purtroppo segnata dallo scoppio delle due guerre mondiali che ne hanno condizionato lo sviluppo. La seconda svolta è quella degli anni del boom economico nel secondo dopoguerra, un periodo in cui le chiese battiste italiane hanno incominciato a interrogarsi sulla loro autonomia e a distaccarsi dal cordone ombelicale delle missioni straniere a cui erano collegate. Anche a quella seconda svolta seguì un periodo problematico, gli anni Settanta, che portarono nuove domande alle chiese che tuttavia non seppero appieno lasciarsi interrogare e trasformare dalle nuove questioni.
Queste le svolte del passato. Qual è invece la prossima svolta?
Ne vedo due. Una è già in atto da più di un decennio ed è quella della presenza di migranti evangelici in Italia che sono entrati nelle nostre chiese e che hanno a loro volta costituito delle chiese cosiddette etniche. Si tratta di un fenomeno importante, tanto che queste chiese etniche oggi costituiscono circa la metà delle comunità della nostra Unione. E' una grande opportunità che ci porta a confrontarci con altre culture e, pur rimanendo nell'ambito dell'appartenenza battista, anche a diversi modi di intendere e vivere la comune fede: si tratta, in tutto questo di riscoprire la caratteristica battista della condivisione nella diversità. La sfida è di non lasciar cadere questa grande varietà e ricchezza nella frammentazione, ma di elaborare un cammino comune coerente.
La seconda svolta del futuro riguarda invece l'insieme delle chiese che compongono la nostra Unione. Molte di loro sono numericamente piccole e hanno difficoltà a raggiungere l'autosufficienza, mancando così uno dei principi fondamentali del battismo: l'autonomia di ogni singola congregazione. La sfida qui è capire come nei piccoli numeri e nella dispersione sul vasto territorio italiano le chiese possano raggiungere la loro autosufficienza.
Il Convegno ha spaziato in diversi ambiti: oltre all'immigrazione, i diritti umani, la voce delle donne, la musica, la diaconia. Ne è emerso un futuro programma di lavoro per l'Unione?
Come ho già accennato, uno degli elementi che è emerso con chiarezza dal Convegno è quello di una testimonianza battista che nel passato ha saputo esprimere un progetto di evangelizzazione e di profonda spiritualità accompagnato da una chiara idea di trasformazione della società. Continuare a saper vivere insieme questi due aspetti, senza contrasti, è ancora il nostro proposito futuro.



Domenica 11 Dicembre,2011 Ore: 15:36