BUONA VITA ANCHE A TE MIO CARO GESU’
di Vincenzo Andraous
Pasqua, la Croce, il ladrone, l’indifferenza e quell’urlo inaspettato. Ricordo Eva come fosse ieri, bambina dai grandi occhi sparati addosso al mondo, una fotografia che non s’impolvera. Come quella Croce, Eva è la risposta alle domande insolute, ai quesiti addormentati e messi da parte per non affrontare gli incroci, gli ostacoli che l’esistenza propone nelle scelte che arrivano, che avvertono delle precedenze, degli arresti, delle regole da rispettare. Eva ascolta il racconto di una storia vera, che serve a dedicare un pensiero di speranza a chi è all’inizio della strada, e per cominciare bene, bisogna non sentirsi mai soli. C’è sempre un momento in cui anche il più ottuso degli uomini è costretto a lasciare sguarnito il quadrato delle rigidità ostinate, scegliendo di essere interprete di una nuova attenzione, di abitare finalmente il carico del proprio vissuto. Come raccontare a una ragazzina e a qualche bullo inebetito dal proprio ruolo, che forse per cambiare la storia dovremmo condividere una responsabilità, quella di ammettere che gli artefici dei nostri guai, delle nostre sfortune, non sono gli altri, ma spesso l’unico vero problema siamo noi. Il passato non si cancella, non scompare, ma è possibile distanziarlo, e renderlo materia di riflessione, di interrogativi, persino quando la domanda arretra. In questo frangente è necessario sottolineare l’importanza di non perdere contatto con noi stessi, e sapere sempre dove sono le persone che amiamo e che stimiamo, quelle che possono aiutarci a non fare scelte sbagliate, offrendo le proprie capacità per scardinare il piedistallo su cui poggiano il mito della forza, della prevaricazione, della violenza. Venerdì 29 Marzo,2013 Ore: 16:12 |