Appello di un capo indiano Cheyenne, guida spirituale della Nazione Lakota
Ai leader religiosi e spirituali di tutto il mondo

di LUISELLA GARDA

DALLA guida spirituale di un popolo sconfitto dal­la storia ufficiale e relegato ai margini della società arrivano parole di una saggezza stra­ordinariamente profonda e semplice. L’invito è di quelli consueti per un leader reli­gioso: è l’invito alla preghie­ra. È una preghiera particola­re, per la Terra che, come tut­ti gli esseri viventi, sanguina.
Di fronte all’ennesimo disa­stro difficilmente gestibile co­me quello ricordato, la perdi­ta di petrolio nel Golfo, non rimane che prendere coscien­za della propria colpevolezza impotente e chiedere aiuto.
Il 21 giugno, giorno indicato nel proclama, Arvol Looking Horse* chiede alle persone di fede di recitare una preghiera per lei, per la Madre Terra: tutte le creature di buona vo­lontà si rivolgano al loro Crea­tore per chiedere protezione e capacità di cambiare.
La richiesta di una preghiera che sappia superare i limiti delle confessioni religiose non è nuo­va, ma in questa c’è qualcosa di più: c’è l’invito ad andare oltre i limiti della nostra stessa uma­nità e smetterla di pensarci sempre «unici» agli occhi di Dio. Non ci siamo solo noi e Dio. Ci sono il Popolo degli Animali e il Popolo delle Piante che con noi condividono questa Terra e che, come noi, hanno lo stesso dirit­to di viverci. Se noi parliamo a Dio, qualunque sia la nostra fe­de, Dio ascolta. Anche il Popolo degli Animali parla a Chi lo ascolta: per quale motivo il Creatore dovrebbe ignorare le richieste di queste sue creature, nostri «minimi fratelli», che hanno avuto la disgrazia di vive­re al nostro fianco?
Il 21 giugno, dunque, po­trebbe accadere qualcosa di molto buono: che a Dio arrivi­no le preghiere di molti suoi fi­gli, dai figli del Popolo che stri­scia, del Popolo che vola e di quello che nuota, del Popolo a quattro gambe e dai figli del più colpevole di tutti i Popoli, quello a due gambe.
* nato a Cheyenne River Reser-vation (South Dakota) nel 1954, è guida spirituale della Nazione Lakota. Il 21 giugno è già stato proclamato da anni Giornata mondiale dedicata alla Preghiera per la Pace. Per ulteriori informa­zioni consultare il sito www.wo-lakota.org .VN:R_U [1.9.0_1079]
 
 Ecco il testo dell'appello
 
«Parenti miei,
È venuto il tempo di parla­re ai cuori delle nostre nazio­ni e ai loro leader. Io questo vi chiedo dal profondo del mio cuore: partendo dallo spirito delle vostre nazioni, unitevi insieme in preghiera. Noi, dal cuore dell’Isola della Tartaruga, abbiamo un gran­de messaggio per il mondo; ci spingono a parlare tutti gli animali bianchi che hanno mostrato il loro sacro colore, che sono per noi il segno che è necessario pregare per la sacra vita di tutte le cose.
Mentre io vi invio questo messaggio, molti Popoli degli Animali sono minacciati: colo­ro che nuotano, coloro che strisciano, coloro che volano, i Popoli delle Piante, tutti, alla fi­ne, saranno danneggiati dal di­sastro della perdita di petrolio nel Golfo. I pericoli che ci tro­viamo ad affrontare in questa ora non sono causati dagli Spi­riti. La catastrofe che si è verifi­cata con la perdita di petrolio, simile al sanguinamento della Madre Terra, è causata da er­rori umani, errori che non pos­siamo permetterci di continua­re a fare. Io ho chiesto, come leader spirituale, che ci si riu­nisca insieme, insieme uniti in preghiera nella totalità e globa­lità delle nostre comunità. La mia preoccupazione è che questi gravi problemi conti­nueranno a peggiorare, con quell’«effetto domino» riguar­do al quale i nostri antenati ci hanno messo in guardia nelle loro profezie. Nel mio cuore, so bene che ci sono milioni di persone che pensano che l’unione delle nostre preghiere per amore della nostra Terra arrivi molto in ritardo. Io credo che noi, come persone spiri­tuali, dobbiamo riunirci e con­centrare i nostri pensieri e le nostre preghiere per permette­re la guarigione delle moltepli­ci ferite che abbiamo inferto alla Terra. Poiché noi onoria­mo il Ciclo della Vita, convo­chiamo i Cerchi di preghiera globalmente per contribuire alla guarigione della Terra (la nostra Unc’I Maka in lakota).
Noi chiediamo che si pre­ghi affinché questa perdita di petrolio, questa emorragia, fi­nisca; affinché i venti stiano quieti, così da collaborare in questa opera. Preghiamo af­finché le persone siano gui­date mentre tentano di ripa­rare all’errore, e preghiamo perché tutti cerchiamo di vi­vere in armonia, nel momen­to in cui scegliamo di mutare il distruttivo sentiero sul qua­le ora stiamo camminando. Pregando, arriveremo alla completa comprensione del fatto che siamo tutti connessi gli uni agli altri, e che quello che noi creiamo e facciamo ha effetti durevoli su tutto ciò che esiste. Quindi, uniamoci spiritualmente: tutte le nazio­ni, tutte le fedi, una preghie­ra. Insieme con questa pre­ghiera chiedo anche per favo­re di ricordare il 21 giugno quale Giorno della Pace nel Mondo e Giorno in cui si onorano i Sacri Siti: sia che siano siti naturali, o templi, o chiese o sinagoghe o sempli­cemente il «vostro» particola­re posto sacro, recitiamo una preghiera per tutto ciò che vi­ve, perché le nostre nazioni prendano buone decisioni, per il futuro e il benessere dei nostri figli e delle generazioni che verranno».
Onipikte (Così che noi possia­mo vivere) Chief Arvol Looking Horse, custode della Sacra Pipa
 

Il presente articolo è tratto da Riforma - SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE BATTISTE, METODISTE, VALDESI Anno 146 - numero 24 - 18 giugno 2010. Ringraziamo la redazione di Riforma (per contatti: www.riforma.it) per averci messo a disposizione questo testo



Marted́ 15 Giugno,2010 Ore: 15:54