Otto domande, otto risposte l’otto del mese
L’ENCICLICA LAUDATO SI’: UNA RIVOLUZIONE

Cambiando i nostri comportamenti possiamo salvare il mondo.


di Michele Zarrella

In che modo inciderà sul mondo l’enciclica LAUDATO SI’ di Papa Francesco?

Finalmente la voce più autorevole della chiesa cattolica fa sentire forte il suo ammonimento su argomenti “scottanti”. L’enciclica provocherà una vera rivoluzione. Le più grandi rivoluzioni hanno difeso e proclamato principi e valori come la libertà, l’uguaglianza e la fraternità. Negli ultimi tempi il terzo valore è passato in secondo ordine. Per Papa Francesco, invece, la fraternità dovrà essere il primo valore, in risonanza col Cantico delle creature di san Francesco che considerava tutte le creature fratelli e sorelle, compresa sorella e madre Terra che il Papa esorta a rispettare e custodire.
Che significa rispettare la Terra?
Rispettare la Terra significa considerarla un sistema complesso in equilibrio dinamico raggiunto in 4,56 miliardi di anni in cui tutto è interconnesso e che ha consentito e consente le attuali forme di vita: animale, vegetale e umana. Rispettare la Terra significa custodirla; significa anche capirne la limitatezza e quindi non sfruttarla oltre le sue capacità generatrici; significa abbandonare lo sfruttamento smisurato delle risorse non rinnovabili a scapito dell’ambiente. Significa abbandonare questo modello economico basato sul profitto di pochi che sfruttano i beni comuni a discapito di tutti. Significa smetterla con la cultura del consumismo smisurato e dello spreco ma proporre nuovi stili di vita sobri e razionali.
Da dove dobbiamo cominciare?
Ognuno di noi contribuisce al riscaldamento globale nel momento in cui utilizza l’energia proveniente da fonti fossili. Quando prepara un caffè, quando guarda la TV, quando accende i termosifoni o si muove in auto o in aereo, quando bolle l’acqua ecc. si bruciano combustibili fossili che emettono ingenti quantità di anidride carbonica (CO2) nell’atmosfera. Quindi ognuno di noi deve cominciare a fare quanto necessario per non inquinare. La prima cosa che può fare è non sprecare. Poi farà il possibile ponendo attenzione ad un uso razionale e responsabile dell’energia. Alla fine si troverà a fare quello che credeva per lui impossibile: salvare la nostra specie.
Ma da soli non si va da nessuna parte.
L’oceano è fatto da tante gocce. Certamente una goccia in più o in meno non lo modifica. La nostra sopravvivenza dipenderà dalla capacità di collaborare. Per questo è necessario che tutti gli uomini di buona volontà, cristiani e non, devono accettare la sfida epica di questo secolo: smettere di aumentare l’inquinamento atmosferico riducendo drasticamente le emissioni di CO2 e di tutti i gas serra in generale che provocano il riscaldamento globale. Tutti, insieme, come una grande famiglia, dobbiamo collaborare a evitare un eccessivo riscaldamento, ognuno con i propri comportamenti, la propria cultura ed esperienza, le proprie iniziative e capacità. Solo così le cose cambieranno.
Riuscirà l’uomo ad intervenire senza superare l’aumento di 2 °C, ritenuto il massimo sopportabile senza grossi danni, o raggiungeremo il punto di non ritorno?
Una parte sempre più consistente della società sta prendendo consapevolezza del problema. Alla fine tutti dovremo capire che continuare in questa direzione significa correre dei rischi altissimi che non ha alcun senso correre. La dinamica dei sistemi complessi, come il clima, non è semplice da prevedere. Certo è che l’ingente quantità di immissione di gas serra a causa delle attività antropiche sta provocando un riscaldamento velocissimo mai registrato rispetto agli ultimi 850 000 anni: ancor prima della comparsa dell’Homo sapiens. In questo lunghissimo periodo la concentrazione di CO2 non ha mai superato le 300 parti per milione (ppm). Invece nell’ultimo secolo abbiamo superato questo valore e continuiamo ad aumentarlo in maniera esponenziale a causa della eccessiva combustione dei carburanti fossili. A dicembre 2014 ci siamo attestati a circa 400 ppm. È una cosa inaudita: tale velocità contrasta con la naturale lentezza dell’adattamento umano e dell’evoluzione biologica.
Ci vorrebbe un atto di risveglio.
Ci vuole una rivoluzione. È necessario un cambiamento urgente per ridurre i gas serra e mantenere un equilibrio della biosfera adatto alla vita umana. Intanto le ultime 5 generazioni di Homo sapiens, che hanno inquinato il pianeta più delle precedenti 9995, devono chiedere perdono ai giovani per l’inquinamento prodotto finora. Ci vogliamo rendere conto di che mondo lasciamo ai bambini che stanno crescendo? I nipoti appena nati cosa penseranno dei nonni?
Cosa ci può spingere a farlo?
La convinzione che l’inquinamento presto o tardi colpirà tutti: i bambini, i poveri, i ricchi, gli anziani e i futuri nascituri. Il modello economico-energetico attuale è insostenibile per la vita umana sulla Terra. La nostra specie si è autodefinita “sapiens”. Con la sapienza, la conoscenza, la consapevolezza e le giuste motivazioni la rivoluzione si potrà fare. Non saremo tanto sciocchi da “bruciare” la casa in cui viviamo. Prima o poi capiremo che questo modello economico dello sfruttamento delle risorse non rinnovabili e del profitto illimitato non può durare per sempre. Presto smetteremo di “sfruttare” le risorse esauribili rivolgendoci alle rinnovabili. Prima lo facciamo meglio sarà.
Il Papa nell’enciclica dice che il clima è un bene comune, di tutti e per tutti.
Come lo sono anche l’acqua, l’aria e il suolo. Tutta la biosfera è un bene comune. Purtroppo molti danni già sono stati provocati. Le conseguenze sono in atto e se ne sentono gli effetti. In particolare quelli climatici che sono i più visibili e che ci pongono delle domande inaggirabili. Prima di tutte: "Quale diritto abbiamo di “sporcare” la biosfera e lasciare un mondo “malato” alle future generazioni?". E poi: "Da come ci stiamo comportando che tipo di mondo lasceremo ai bambini che ora stanno crescendo e a quelli che non sono ancora nati a cui potrebbe addirittura essere negato il diritto di venire al mondo?". Questi ultimi nessuno li prende in considerazione, ma sono i più importanti per la continuità della specie. Inoltre, "Perché e con quale scopo siamo nati?". Infine la più importante: "Questa Terra ha bisogno di noi, o noi abbiamo bisogno di questa Terra?"  
La storia sta bussando alla nostra porta. Vogliamo aprire o vogliamo restare arroccati nel castello delle convinzioni cultural-egoistiche che fra qualche decennio si sgretolerà sulla sabbia del riscaldamento globale? Speriamo che l’enciclica del Papa, il referendum tenuto in Grecia tre giorni fa, il prossimo summit sul clima di Parigi, i segnali inequivocabili del clima ecc. possano farci ragionare, aprire la porta del cuore e fungere da fattori coagulanti che ci permettano di unire la grande famiglia umana in maniera che sappia custodire la casa comune in modo da poterci sentire in essa tutti al sicuro. La posta in gioco è troppo alta e il tempo troppo breve per non agire con decisione. Ognuno faccia subito il necessario e poi tutto quanto è nelle sue possibilità. In questo modo ci ritroveremo di aver fatto quello che credevamo impossibile: la continuazione della nostra specie.
Gesualdo 8 luglio 2015
Michele Zarrella
Per contatti zarmic@gmail.com



Mercoledì 08 Luglio,2015 Ore: 07:54