Giornata mondiale dell’ambiente

5 giugno 2014


di Michele Zarrella

Quest’anno la Giornata mondiale dell’ambiente è dedicata alle piccole isole sovrane. Oltre 60 milioni di persone rischiano di divenire profughi  climatici. Tanta biodiversità vegetale e animale rischia di sparire.

I cambiamenti climatici minacciano per prima le piccole isole. L’aumento delle tempeste sempre più frequenti e violente colpiscono le loro coste. L’innalzamento del livello del mare le farà scomparire definitivamente. Non potremo vedere più quei piccoli puntini negli oceani.

L’IPCC  (Intergovernmental  Panel on Climate Change) dell’ONU nell’ultimo rapporto sui cambiamenti climatici afferma che “è estremamente probabile”, cioè con una probabilità del 95-100%, che i cambiamenti climatici sono dovuti alle attività antropiche.

Ognuno di noi contribuisce al riscaldamento globale producendo un’impronta ecologica. La nostra impronta ecologica è pari alla superficie di terra necessaria a generare le risorse che ognuno di noi consuma. Se la richiesta di risorse supera tale limite vuol dire che il pianeta non è più in grado di sopperire alle richieste energetiche dell’umanità. Se ogni cittadino del mondo volesse vivere col livello energetico di un europeo ci vorrebbero oltre due pianeti e mezzo per sopperire alle necessità della popolazione mondiale.

Oltre a quello che deve fare la politica nel campo della produzione elettrica, del riscaldamento e del trasporto, ognuno di noi prima di tutto deve ridurre gli sprechi, riciclare abiti, carta,plastica, lattine ecc.

Blocchiamo i rifiuti a monte all’atto del confezionamento con imballaggi riducendoli allo stretto necessario. Non adoperiamo più la logica dell’usa e getta ma progettiamo imballaggi riutilizzabili. Ripristiniamo la sana abitudine del vuoto a rendere, ottenendo anche un ritorno economico. Tutte queste azioni dipendono dal grado di consapevolezza di ciò che stiamo facendo, e dalla conoscenza delle conseguenze del nostro atto. Ad ogni nostra scelta, ad ogni nostra azione corrispondono più effetti che a catena si auto alimentano. Se, per esempio, compro una lampada a LED è vero che sto pagando fino a 10 volte il costo di una a resistenza, però consapevolmente so che essa dura trenta fino a cinquanta volte di più. Una lampada a resistenza dura 1000 ore. Ma soprattutto so che dopo 600 ore di accensione (che corrispondono a tre mesi se si tiene accesa mediamente per sei ore al giorno, per esempio in cucina) ho risparmiato il costo dell’energia e mi son ripagato il prezzo della lampada. Questa mia scelta comporta che le lampade a resistenza resteranno nello scaffale invendute e le fabbriche modificheranno la loro produzione in base alla scelta del consumatore consapevole. Di conseguenza avrò ridotto il fabbisogno energetico, diminuito il riscaldamento globale e l'impatto sul clima, aumentato la crescita occupazionale, promosso lo sviluppo di quei prodotti e di quelle tecnologie più rispettose della biosfera, ecc. ottenendo tutta una serie di ricadute positive.

E poi. In città camminiamo a piedi o usiamo la bici. Oltre a ridurre l’impronta ecologica faremo del bene alla nostra salute. Utilizziamo il trasporto pubblico. Per tratti lunghi evitiamo l’aereo, meglio usare il treno. Ma l’attenzione maggiore si deve avere quando si fa un acquisto. Se si acquista un’auto preferire una utilitaria visto che il 75 per cento delle auto è occupata da una sola persona. Oggi alcune utilitarie fanno quasi 30 km con un litro di combustibile ed alcune sono ibride. Non compriamo i grandi SUV che consumano fino al 70% in più di un’auto di pari cilindrata.

La conoscenza delle conseguenze a catena delle nostre azioni, la consapevolezza che ogni nostro acquisto è uno strumento importante per orientare il mercato, la tecnologia e la politica, la responsabilità nei confronti di chi ci seguirà su questo pianeta ci fanno sentire parte integrante dell’umanità e ci rendono intimamente felici perché protagonisti della nostra vita, del futuro della nostra specie e di tutta la biosfera.

Il futuro dell’Homo sapiens è nelle nostre mani. Ognuno di noi deve prendere coscienza e comportarsi di conseguenza: utilizzare sapientemente le risorse del pianeta per quanto basta, senza sprechi, vivendo nei limiti delle risorse che il pianeta ci può dare. Cambiamento è la parola giusta. Cambiare il punto di vista, cambiare lo stile di vita. Rifiutare di inquinare, di sprecare e di sporcare quella che è la nostra bellissima “casa azzurra” che gira, gira, gira nell’universo da oltre 4,56 miliardi di anni.

Gesualdo, 1 giugno 2014

Michele Zarrella

Per contatti zarmic@gmail.com

sito web: digilander.libero.it

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Domenica 01 Giugno,2014 Ore: 23:04