Progetto NUSCO … qui TERRA

Trivellazioni: incontro in Regione


di Michele Zarrella

Ieri, dopo un periodo di silenzio, l’Unità Operativa Dirigenziale “Ambientale” della Regione Campania ha convocato i “portatori di interesse” delle aree interessate dal pozzo esplorativo “Gesualdo 1”.
Molti i sindaci presenti: Gesualdo, Montella, Torella dei Lombardi, Frigento, Taurasi, Ariano Irpino, Teora, Fontanarosa, Flumeri, Montecalvo, Volturara, Castelbaronia, Chiusano San Domenico, San Mango sul Calore e Lapio, il Comitato “no petrolio in Alta Irpinia”, i rappresentanti di Legambiente e i tecnici Sabino Aquino e Alessio Valente, il responsabile provinciale “ambiente” del PD, Mario Pagliaro.
Emblematiche le assenze dei sindaci di Nusco, Villanova del Battista e Castelvetere, dei rappresentatni delle province di Avellino e Benevento e della ditta concessionaria.

Tutti hanno espresso la loro contrarietà per i pericoli e i danni attesi in una zona sismica di prima categoria, nel bacino imbrifero più potente del Sud nonché per il mancato recepimento delle previsioni del Piano Territoriale Regionale e ambientale. L’on. Luigi Famiglietti ha invitato la Giunta Regionale della Campania a sospendere il parere in attesa dei risultati dell’indagine in corso in Emilia Romagna sulla connessione fra trivellazioni e incremento degli eventi sismici. Restiamo in asttesa e intanto continuiamo ad esprimere la nostra convinzione sulla necssità di puntare su altre forme di energia e a lasciare sotto terra tutte le fonti fossili. La questione petrolio implica diversi punti di vista: sanitario, ambientale, geologico, giuridico, politico, ma ci soffermeremo soprattutto su quello ambientale.
In ogni progetto industriale c’è un rischio e lo scopo dello Studio di Impatto Ambientale è quello di verificare gli impatti diretti ed indiretti su:
a) l’uomo, la flora e la fauna;
b) il suolo, l’acqua, l’aria ed il clima;
c) i beni materiali ed il patrimonio culturale;
d) l’interazione tra i fattori di cui sopra.
Il punto a) non è rispettato, in quanto l’immissione nell’atmosfera di gas serra incide sulla composizione dell’atmosfera con conseguente effetto serra e cambiamento climatico, che incidono in maniera pericolosa sull’uomo, sulla flora e sulla fauna. L’abbondante documentazione scientifica internazionale a disposizione (vedi ultimo rapporto dell’IPCC, James Hansen, Luca Mercalli et altri) dimostra che la combustione di fonti fossili immettono ingenti quantità di anidride carbonica nell’atmosfera modificandone la composizione con conseguente effetto serra e cambiamento climatico.
Il punto b) non è rispettato, per l’aria e il clima, per quanto già detto: immissione di gas serra. Per l’acqua c’è da considerare che l’Irpinia è il bacino idrico più capiente del Sud che serve circa 4 milioni di persone e che le trivellazioni hanno un’altissima probabilità di intercettare le falde acquifere con conseguente possibilità di inquinarle, creando problemi gravissimi alle popolazioni che usufruiscono di tali acque (v. Aquino Sabino et altri). Per il suolo, oltre al rischio industriale della lavorazione degli oli, oltre alle relazioni geologiche generali e puntuali della zona (v. prof. Ortolani et altri) che ne sconsigliano la realizzazione del progetto, c’è da tener conto anche del rischio di rottura delle infrastrutture (oleodotti, tubazioni e incamiciamenti dei pozzi, strade, ecc.) essendo la zona a rischio sismico di prima categoria.
Il punto c) non è rispettato, in quanto a Gesualdo, ma anche in tanti altri paesi interessati all’esplorazioni (Taurasi, Montella, ecc.) si è usufruito, e si sta usufruendo, di contributi pubblici (anche europei) finalizzati ad incrementare le pregiate produzioni locali (vino, olio, castagne, ecc.), a conservare le feste tradizionali (Carnevale montemaranese, Volo dell’Angelo, Tiro del Carro ecc.), a restaurare le bellezze artistiche, architettoniche e paesaggistiche (Castello di Gesualdo, di Taurasi, ecc.) per mettere in moto il volano economico agroalimentare e ambientale della zona. Con le eventuali estrazioni petrolifere, tenendo conto delle attività collegate: movimenti di terra, scavi, trasporti, prospezione e eventuale coltivazione degli idrocarburi liquidi e gassosi, si andrebbe su un tipo di sviluppo che cozza pesantemente con i suddetti progetti riducendone, o addirittura annullandone, tutti i benefici da essi attesi.
Punto d). Le interazioni dei punti di cui sopra costituiscono i cardini dell’economia e della storia di una comunità e tracciano la strada dello sviluppo, del progresso e della modernità. Il disegno dello sviluppo, perché sia buono deve tener conto delle ricchezze locali. Il consumo di fonti fossili è cattivo disegno, cattiva modernità e cattivo sviluppo, mentre le bellezze paesaggistiche, artistiche e architettoniche, le produzioni DOC, DOCG e IGP, le tradizioni e la cultura sono utili per il futuro della collettività e rappresentano il vero progresso e il vero sviluppo. Questo non significa essere nostalgici del passato agricolo, delle tradizioni, della cultura, dei beni artistici architettonici e paesaggistici, ma orgogliosi e felici difensori di tutte queste ricchezze che oggi sono un valore da custodire e incentivare. E per questo abbiamo bisogno di tutti in questa battaglia di "progresso vero": quello che non danneggi la natura e non sfrutti le comunità.
La Regione Campania è dotata di un PIANO REGIONALE DI RISANAMENTO E MANTENIMENTO DELLA QUALITÀ DELL’ARIA (Approvato, con emendamenti, dal Consiglio Regionale della Campania nella seduta del 27 giugno 2007). È opportuno che lo studio di impatto ambientale si attenga scrupolosamente alle suddette norme e ottemperi a quanto disposto dal D. Lgs. 4 agosto 199, n. 351 per il mantenimento della qualità dell’aria nelle zone e negli agglomerati in cui i livelli degli inquinanti sono inferiori ai valori limite e tali da non comportare il rischio di superamento degli stessi. Questo è un "dovere", e non solo un diritto, delle comunità e delle competenti autorità locali, provinciali, regionali, nazionali e internazionali di sorvegliare che le tecnologie utilizzate, il loro corretto uso e le regole stabilite siano rigorosamente applicate e rispettate, con continui monitoraggi e controlli riguardanti il rispetto delle vigenti norme prescritte dalla Regione Campania e dalla legislazione nazionale e internazionale. Per fare questo l'ARPAC (Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Campania), che svolge attività di monitoraggio e controllo di qualità dell'aria, mediante una rete di monitoraggio composta da poche decine di stazioni, nell’area in esame dovrebbe installare una stazione di monitoraggio dell’aria, ma anche del suolo e dell’acqua. Una contaminazione secolare irreversibile dell’aria, dell’acqua e del suolo di un intero territorio è un concetto di cui bisogna assolutamente tener conto, senza allarmismi ma senza neppure sminuire quanto ci dicono gli scienziati e le esperienze pregresse della Basilicata e del Molise, per limitarci a quelle vicino a noi.
Chi conosce questa terra sa che essa è ricca di acqua e aria pulite, di vini pregiati DOC e DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita) e di produzioni IGP (Indicazione Geografica Protetta); sa anche che essa ha dei panorami bellissimi che si possono ammirare da Frigento, Guardia Lombardi, Nusco…, dal castello di Gesualdo: la Valle d'Ansanto ammantata di fitti boschi che nascondono la Mefite cantata da Virgilio nel VII libro dell' Eneide; Le Terme di San Teodoro e la vallata del Fredane con gli alberi da frutta il cui profumo, d’estate, sale fin sui paesi che la contornano; Lago Laceno famosa località sciistica e estiva; il Passo di Acerno che porta nel salernitano; il Santuario del SS. Salvatore davanti al monte Acellica dove nasce il fiume Calore e  la sua valle con le ondeggianti colline coperte di vitigni autoctoni, di uliveti pregiati, di castagneti IGP, di distese di grano che in primavera sembrano mari verdi carezzati dal vento e baciati dal sole. Cinge il paesaggio la catena dei Monti Picentini con la vetta del Terminio, il caratteristico Monte Tuoro, a seguire vi sono il monte Partenio che ospita il Santuario di Montevergine, il monte Taburno nel beneventano detto "La bella Dormiente del Sannio", per le sue sembianze di una donna supina.
Questo bellissimo quadro si completa con notti stellate e maestose, punteggiate dagli asterismi delle costellazioni boreali e da tanti paesi illuminati che si stagliano nel buio: Frigento, Guardia Lombardi, Rocca San Felice, Sant' Angelo dei Lombardi, Villamaina, Torella dei Lombardi, Nusco, Bagnoli Irpino, Montella, Cassano Irpino, Montemarano, Castelvetere, Paternopoli, San Mango sul Calore, Chiusano San Domenico, Luogosano, Lapio, Montemiletto, Montefusco, Sant' Angelo All' Esca, Taurasi, molti dei quali furono feudi del principe dei musici: Carlo Gesualdo.
Chi progetta di deviare lo « sviluppo » con le estrazioni petrolifere in una terra così bella, nel bacino idrico potabile più capiente del Sud, che serve circa quattro milioni di persone, in una zona a rischio sismico di prima categoria, sta pensando di progettare uno « sviluppo » che va nella direzione sbagliata, uno « sviluppo » che distrugge l’ambiente e le coltivazioni, ovvero i cardini dell’economia, e renderà la gente infelice. Chi conosce questa terra sa anche che è abitata da gente orgogliosa, risoluta, caparbia e convinta che il suo territorio non ha mai avuto una vocazione petrolifera.
Rispettiamo l’uomo, l’acqua, il suolo, l’aria e custodiamo l’equilibrio raggiunto dalla biosfera nel corso di 4,56 miliardi di anni. Lasciamo i combustibili fossili sotto terra. Non c’è futuro per la nostra specie se modifichiamo l’attuale equilibrio della biosfera. Convinciamoci. Dobbiamo concentrare la nostra attenzione sulle nuove tecnologie e sulle nuove fonti di energia, a zero emissioni di CO2. È questa la sfida che dobbiamo affrontare se vogliamo ancora restare nella categoria dell’Homo sapiens, se vogliamo lasciare ai nostri figli e nipoti un mondo ancora a “Misura d’uomo”.
Gesualdo, 23/07/2014
Michele Zarrella
Per contatti zarmic@gmail.com



Mercoledì 23 Luglio,2014 Ore: 17:47