La scuola ideale

Bruno Gambardella

 Lo diciamo senza ironia: questa volta Berlusconi ha le sue ragioni! Durante un lucido intervento al congresso dei Cristiano Riformisti  ha detto chiaramente, a gran voce che la scuola pubblica inculca nei giovani valori che sono in contrasto, addirittura in antitesi, con quelli delle buone famiglie italiche. Solo la sua proverbiale moderazione gli ha impedito di aggiungere che bambini e adolescenti rischiano di essere segnati, rovinati a vita dai “cattivi maestri” in cattedra.

Nello stesso, storico consesso (ma chi diavolo sono i Cristiani Riformisti?) Silvio il Cattolico ha anche ribadito che mai e poi mai in Italia le coppie di fatto (soprattutto se omosessuali) potranno godere degli stessi diritti dei coniugi etero, che i single (specie se gay) non potranno adottare bambini e che il governo difenderà sempre i principi cattolici sulle questioni della vita e della morte. Il pubblico in sala ha applaudito fino a spellarsi le mani. A dire il vero, più che un congresso di cristiani riformisti sembrava un incontro di sanfedisti o lefevriani, ma poco importa…

L’Italia è l’Italia e occorreva mandare , presto e chiaramente, segnali decisi al più forte degli italici poteri forti: il Vaticano. La gerarchia cattolica ha molto a cuore due cose: denaro e potere di condizionamento sulla società. Se a garantirli è un pluridivorziato, un puttaniere o un bestemmiatore poco importa: gli affari sono affari!

Ma entriamo nel merito dei problemi posti dallo statista brianzolo. Nonostante tanti anni di televisione commerciale, molti professori si ostinano a leggere quotidiani, riviste, persino libri (considerati i magri stipendi sono dei pazzi!), ad andare a teatro, a dialogare con i loro studenti senza discriminare nessuno per la sua provenienza geografica, credo religioso o condizione sociale. Qualche docente addirittura diviene punto di riferimento per giovani che vivono storie terribili proprio all’interno di quel sepolcro imbiancato che è la famiglia. Ma, come abbiamo detto prima, Berlusconi, almeno dal suo punto di vista, ha ragione. Se il modello che ha in testa è quello della famiglia Letizia (i genitori di Noemi sono “cari amici” dell’anziano signore che teneva molto alla loro giovanissima figlia) o quello delle tante madri o dei tanti padri che spingevano le loro figlie tra le sue braccia; se l’ideale a cui tendere è quello dell’ipocrisia italica (messa domenicale, rispettabilità formale e poi corna a tutto spiano quando nessuno vede) il cavaliere ha centrato il problema: una buona parte degli insegnanti italiani trasmette ai giovani valori molto diversi da quelli realmente vissuti dalle famiglie in cui crescono. Un miserabile professorino che legge in classe un brano tratto da Se questo è un uomo di Primo Levi, Odio gli indifferenti di Antonio Gramsci o una poesia di Sandro Penna rischia di rovinare tanti anni di tette, culi e consigli per gli acquisti. E questo Silvio non se lo può proprio permettere…



Mercoledì 02 Marzo,2011 Ore: 23:05