Morire dal ridere

Bruno Gambardella

Negli ultimi giorni alcuni personaggi pubblici hanno offerto all’Italia intera un saggio del loro (involontario?) umorismo.

Guido Bertolaso, testimonial del governo del fare, tostissimo capo della Protezione Civile, frequentatore di esclusivi circoli privati romani  dove esperte massaggiatrici allietano serate alleviando dolori vari, presunto leader di una cricca di speculatori e sanguisughe, ha dichiarato che i manifestanti contrari all'allestimento di una seconda discarica a Terzigno devono fidarsi dello Stato e delle sue istituzioni. Si sono fidati gli abruzzesi colpiti prima da un terremoto devastante e poi dalla propaganda berlusconiana: guardando i cantieri desolatamente fermi e le macerie non ancora rimosse si saranno fatti un sacco di risate…

Straordinaria la performance di Sergio Melchionne, amministratore delegato della FIAT, cittadino italiano e canadese con residenza in Svizzera: ha dichiarato a Che tempo che fa che il nostro Paese è per l’azienda torinese un freno, una palla al piede, una sorta di buco nero. Il grande manager, quello che indossa anche in pieno agosto un maglioncino blue (crediamo e speriamo non sia sempre lo stesso!) ha regalato all’Italia dei momenti di straordinario divertimento. Hanno riso a crepapelle gli operai spinti fuori dal mercato del lavoro a causa delle frequenti “ristrutturazioni economiche” del gruppo torinese, le migliaia di cassaintegrati, tutti i cittadini italiani (generalmente lavoratori dipendenti) che con i soldi delle loro tasse hanno foraggiato per decenni la casa automobilistica con una cifra che si aggira sui 43 miliardi euro!

Resta però irraggiungibile e inimitabile il senso dell’umorismo di Berlusconi. Tutti gli italiani hanno sghignazzato quando hanno sentito re Silvio affermare che lui del lodo Alfano non sapeva e non vuol sapere niente. L’iniziativa è tutta di quei monelli del suo partito (quel lazzarone di Ghedini in primis) che, sordi alle preghiere del Presidente o a sua completa insaputa, stanno litigando con mezzo Parlamento per tentare di salvarlo dalle fauci di una magistratura politicizzata (leggi comunista).  E’ noto che il Caro Leader non ha alcuna influenza sulle scelte politico-giudiziarie del Popolo delle Libertà. E poi: perché insistere con quella vecchia storia della “discesa in campo” solo per salvare le sue aziende dai debiti e dalle inchieste giudiziarie? Roba da morire dal ridere…

I nostri lettori sanno che qui, tra Sparta e Atene, amiamo molto Ennio Flaiano. Egli scriveva, pensando all’Italia, che il dramma di un Paese si realizza quando le tragedie diventano farse. Farsa per farsa, affidiamoci al grande Totò. Signor Bertolaso, Signor Melchionne, Signor Berlusconi: ma  fateci il piacere!

 



Mercoledì 27 Ottobre,2010 Ore: 22:21