Un Paese fuorilegge

Bruno Gambardellla

Il Tar del Piemonte ha accolto in parte uno dei ricorsi presentati per verificare la validità del voto di fine marzo che ha sancito la vittoria di Roberto Cota (centrodestra, ex presidente dei deputati della Lega Nord Padania) su Mercedes Bresso (centrosinistra, governatrice uscente). Si dovranno ricontare i voti dati a due liste che avevano sostenuto il luogotenente di Bossi e quindi la sua elezione, avvenuta per una manciata di voti, rimane in bilico, appesa proprio ad un filo.

Ancora una volta si è in presenza di un voto irregolare, uno degli ennesimi pasticci all'italiana, un classico esempio di improvvisazione e pressapochismo se non di aperta illegalità. Dopo le firme false in Lombardia, i pasticci compiuti a Roma dai dirigenti locali del PdL al momento della presentazione delle liste,  l’inquinamento clientelare e mafioso del voto nel Sud e non solo, cosa dobbiamo aspettarci ancora?

E' sempre più triste considerare come in questo Paese poche cose siano oramai rimaste "regolari".  Da qualsiasi parte si volga lo sguardo non si scoprono altro che "irregolarità",  commesse da politici  che si definiscono  “babbeo” (il Presidente della Regione Sardegna Cappellacci, coinvolto nell’inchiesta sulle pale eoliche), “il più fesso” (l’ex assessore Sica, da poco dimissionato dalla giunta regionale della Campania), “disattento” (l’ex ministro Scajola, al quale hanno pagato una casa a sua insaputa, o Guido Bertolaso, mister protezione civile, che non si era accorto del magna magna sui grandi eventi e sulle emergenze).

Forse qualcosa farà eccezione. E quando questo accade, è solo per confermare la regola generale di un’Italia  allo sfascio.

 



Domenica 18 Luglio,2010 Ore: 18:29