Velo integrale: una legge che vieta ma non educa

Bruno Gambardella

Solo poche agenzie di stampa in Italia hanno riportato una notizia che potrebbe riaprire in tutta Europa il dibattito sulla convivenza tra gli usi e i costumi islamici e quelli europei. Il  Parlamento belga nei giorni scorsi ha approvato questa legge con 134 voti a favore, due astensioni e nessun contrario. Se passerà all'esame del Senato e se le Camere non verranno sciolte prima a causa delle dimissioni del primo ministro Leterme, il Belgio sarà il primo Paese d'Europa a vietare il burqa e il niqab, il velo integrale islamico, nei luoghi pubblici come strade, giardini e impianti sportivi. La legge, proposta dai liberali fiamminghi e francofoni è  passata col sostegno di tutti i partiti.

Questa la lettera della norma: “Le persone che si presenteranno in uno spazio pubblico col volto coperto o mascherato, completamente o in parte, con un capo di abbigliamento che non le rende identificabili saranno punite con una multa da 15 a 25 euro o con una pena detentiva fino a sette giorni”. In concreto le cose non dovrebbero cambiare di molto:  sono tanti i comuni  belgi dove vigono già regolamenti di polizia che vietano, per motivi di pubblica sicurezza, di circolare con il volto coperto. Il provvedimento sarebbe dunque una sorta di legge-manifesto, “espressione della volontà di uno Paese di restituire alla donna la dignità di cui il velo integrale è il carceriere e un segnale molto forte inviato agli islamici" ha dichiarato Denis Ducarme.

"L'unanimità raggiunta su questo provvedimento è un elemento di orgoglio per l'essere belgi - ha sottolineato il liberale francofono - siamo il primo Paese europeo a far saltare il chiavistello che aveva messo le donne in stato di schiavitù. E speriamo che altri, come la Francia, l'Italia o l'Olanda ci seguano".

E proprio la Francia infatti sembra voler seguire le orme del Belgio. Il 19 maggio infatti sarà presentata in Consiglio dei ministri la norma, firmata dal ministro della Giustizia francese Alliot-Marie, che prevede pesanti sanzioni per le donne che indosseranno il velo integrale in luoghi pubblici e per gli uomini che imporranno alle donne il niqab o il burqa: le prime saranno infatti multate di 150 euro mentre i secondi rischieranno un anno di carcere e 15.000 euro di ammenda.

Personalmente non sono entusiasta di leggi del genere. Ritengo offensivo nei confronti delle donne islamiche l’imposizione del velo, ma non credo che un provvedimento legislativo possa ottenere l’effetto desiderato. Come dimenticare il fatto che molti islamici conservatori o fondamentalisti preferirebbero il carcere pur di non far togliere il velo alle proprie congiunte!

Al di là delle buone intenzioni, creare contrapposizioni del genere non aiuta il dialogo, la conoscenza e il rispetto reciproci, la “modernizzazione” di abitudini secolari che non hanno a che fare direttamente con una fede, ma con la cultura di alcuni popoli. Il mondo occidentale, con l’aiuto di tanti musulmani e di molti governi arabi, ha ottenuto molti risultati nella battaglia contro l’infibulazione femminile proprio utilizzando l’educazione, la conoscenza e la consapevolezza dei diritti fondamentali dell’uomo. Può una legge sostituire tutto ciò?

 

 



Sabato 01 Maggio,2010 Ore: 16:30