Il coraggio di una madre

Bruno Gambardella

East Sussex, Inghilterra sud orientale. In un’aula del locale tribunale, dopo che la giuria ha emesso il verdetto di non colpevolezza nei confronti di Kay Gilderdale, il giudice alla pubblica accusa ha chiesto:  “Che ci fa questa imputata in tribunale?”. Protagonisti della vicenda una ex infermiera di Stonegate e la figlia trentunenne, affetta da quindici anni dall' encefalomielite mialgica.

La vicenda, esemplare nel suo genere, si è svolta è stata riportata dall’Agenda Coscioni, mensile dell’omonima associazione che si occupa dei diritti e della dignità degli ammalati.  Lynn non aveva più le forze necessarie per sopportare il male incurabile che da quasi due decenni la dilaniava e aveva più volte espresso alla madre la volontà di morire. Dopo aver tentato senza successo il suicidio e aver dichiarato nella sua scheda medica di non voler essere rianimata e tenuta in vita artificialmente qualora fosse subentrato il coma, la giovane donna ha finalmente trovato la pace desiderata con l'aiuto della madre.

Kay Gilderdale ha procurato alla figlia due siringhe di morfina ma, non avendo ottenuto l'effetto desiderato, la donna ha somministrato direttamente alla ragazza altre due pasticche della stessa sostanza e le ha iniettato aria per provocarle un embolo. "Ti senti il cuore strappato dal petto perché l'unica cosa che vorresti è farla stare meglio" ha dichiarato la madre in quel tribunale dove era giunta con l'accusa di omicidio volontario.

Davanti alla corte, poi, l'ex infermiera ha confessato di aver collaborato al suicidio della figlia e molte testimonianze hanno avvalorato la tesi secondo cui la ragazza aveva più volte consapevolmente chiesto di morire. A questo punto, senza altre remore, il giudice ha dichiarato la donna non colpevole, condannandola però per un reato minore a dodici mesi di libertà condizionata.

L’opinione pubblica britannica ha seguito con molto interesse la vicenda. Non sono mancate le divisioni e le opposte considerazioni, ma il dibattito non ha mai assunto toni simili a quelli che in Italia siamo costretti a sentire quando si affrontano temi eticamente sensibili. Proprio in questi giorni il Parlamento scozzese sta lavorando ad un disegno di legge secondo cui i malati terminali o i disabili fisici permanenti avranno la possibilità di richiedere aiuto per porre fine alla propria vita. Secondo quanto riportato dalla Bbc, a presentare la proposta sul suicidio assistito è la deputata scozzese Margo Macdonald, affetta dal morbo di Parkinson.

Il coraggio di una madre scuote la politica, ha titolato un quotidiano inglese. Quando i nostri parlamentari avranno il coraggio di dare libertà di scelta ad ammalati che chiedono soltanto di non soffrire più e di concludere con dignità il loro percorso terreno?

 

 



Giovedì 28 Gennaio,2010 Ore: 01:39