Treviso, Sud Africa

Bruno Gambardella

Chi segue con una certa costanza Sparta e Atene sa che in diverse occasioni abbiamo avuto modo di commentare le gesta “eroiche” del super sindaco di Treviso, l’ineffabile Giancarlo Gentilini. Per i pochi che non lo conoscessero diciamo che l’autorevole leader leghista è un uomo senza peli sulla lingua, uno abituato a dire pane al pane, terrone al terrone, culattone al culattone, bingo bongo allo straniero di colore. Un vero gentlemen della politica…

Assieme al suo omologo piemontese Mario Borghezio ha promesso di andare a pisciare sulle moschee, ha portato innocenti maiali a pascolare nei terreni individuati dalle amministrazioni comunali proprio per la costruzione degli edifici di culto islamici, ha invitato la Marina Militare a prendere a cannonate le imbarcazioni cariche di clandestini che si avvicinano alle nostre coste.

Treviso ha eletto questo signore alla carica di sindaco o consigliere comunale molte volte e con percentuali che una volta venivano definite bulgare. Non conosco la cittadina veneta. Da quanto so è la classica, ricca, persino ridente cittadina del nord est italiano. Qui una volta tutti erano cattolici e votavano Democrazia Cristiana; oggi le chiese sono vuote, la Lega supera di gran lunga il partito di Berlusconi e riduce la sinistra a percentuali umilianti.

Non intendo generalizzare né etichettare tou court un’intera città come razzista, ma una qualche ragione deve pur esserci se certi episodi di intolleranza e di violenza si sono ripetuti proprio lì. L’ultimo è stato reso noto dalla stampa nazionale solo qualche giorno fa. Una signora napoletana, da anni residente a Treviso con la sua famiglia, ha denunciato pubblicamente il clima ostile in cui viveva a scuola suo figlio. Il ragazzo era spesso apostrofato  come “coleroso”, “terremotato”, “sporco terrone”, isolato dalla classe, sottoposto all’umiliazione di dover assistere alla “disinfestazione” del banco e della sedia che occupava e persino delle penne e dei quaderni che usava. I professori, intervistati da una televisione privata, hanno minimizzato e hanno definito “difficile” e “poco estroverso” il loro giovanissimo allievo. Si sa, i bambini sanno essere feroci e il loro modo di giocare spesso è tutt’altro che angelico, ma è chiaro a tutti che certe cose si apprendono in famiglia, dai parenti e dagli adulti. La scuola dovrebbe essere un argine all’intolleranza, al disprezzo per gli altri, per i “diversi”: la minimizzazione non fa onore a degli educatori. In passato, dinanzi a casi simili ma forse meno gravi, le autorità scolastiche avevano inviato ispettori e promosso momenti di riflessione comunitaria. Questa volta, a quanto pare, nulla si è mosso e questa famiglia, sperando in una sorte migliore, è stata costretta a chiedere il trasferimento del ragazzo ad altro istituto .

Non so se i giornalisti locali hanno ritenuto opportuno ascoltare un commento del Sindaco o di qualche esponente leghista. Di solito Gentilini non si lascia tentare dall’ipocrisia ed è piuttosto netto nel ribadire con i cronisti i concetti espressi durante i comizi. Ultimamente gli esponenti del Carroccio si sono concentrati più sulla caccia allo straniero che su quella al terrone, ma, evidentemente, tanti anni di polemiche antimeridionali hanno lasciato un segno profondo nella mentalità della gente, soprattutto dei più giovani.

Speriamo che la Treviso civile sappia reagire e voglia comunicare i propri giovani valori diversi da quelli che hanno fatto di una tranquilla cittadina del nord Italia una comunità degna del vecchio Sud Africa.

 



Venerd́ 24 Luglio,2009 Ore: 07:47