MESSAGGIO EVANGELICO E OBBEDIENZA CIECA: TUTTI, PRETI, VESCOVI, E CARDINALI AGGIOGATI ALLA "PAROLA" DI PAPA RATZINGER ("DEUS CARITAS EST", 2006). Il teologo Ratzinger scrive da papa l’enciclica "Deus caritas est" (2006) e, ancora oggi, nessuno ne sollecita la correzione del titolo. Che lapsus!!! O, meglio, che progetto!!!
LA FRANCIA E' SOTTO IL PATRONATO DELLA VERGINE MARIA, MA I VESCOVI FRANCESI (E NON SOLO) CONFONDONO ANCORA "MAMMONA" CON MARIA, "LA PIENA DI GRAZIA"! La Chiesa resta troppo rigida rispetto al matrimonio gay. Da "Le monde", l'editoriale e un articolo di Laure Beaulieu

(...) se la Chiesa francese vuol fare battaglie di retroguardia, ne ha tutto il diritto ed è affar suo. Piuttosto che levare alte grida, è meglio opporle delle argomentazioni. Tanto appare difficile giustificare il rifiuto categorico del matrimonio omosessuale - ed il suo corollario, cioè il diritto all'omogenitorialità... Il dibattito è tutt'altro che anodino. Porta a ripensare la famiglia e la genitorialità. Una ragione in più per non affrontarlo irrigiditi sulle proprie posizioni (...)


a c. di Federico La Sala

PER UNA  TEOLOGIA E UNA  ANTROPOLOGIA CRISTIANA (NON "CATTOLICO-COSTANTINIANA").  Materiali sul tema:

 

SINODO DEI VESCOVI. L’ANNO DELLA PAROLA DI DIO: AMORE ("CHARITAS") O MAMMONA ("CARITAS")?! Fatto sta che la prima enciclica di Papa Benedetto XVI (Deus caritas est, 2006) è per Mammona.

UN CHIARIMENTO DI GIOVANNI PAOLO II SULLA "PORTA DELLA FEDE": LA PIENA DI GRAZIA, IL DOGMA DELL’ASSUNZIONE E LA FEDE TRUCCATA E MAMMONICA DI BENEDETTO XVI.

PER LA CHIESA CATTOLICA, SAN GIUSEPPE E’ ANCORA UN "GOJ", UNO STRANIERO.  

PER UNA NUOVA TEOLOGIA E PER UNA NUOVA CHIESA.
L’INDICAZIONE DI GIOVANNI XXIII E DI GIOVANNI PAOLO II: LA RESTITUZIONE DELL’ANELLO DEL PESCATORE A GIUSEPPE.   Il loro successore ha il cuore di pietra e se lo tiene ben stretto. Per lui Dio è Valore e tutto ha un caro-prezzo ("Deus caritas est")!!!
 
(Federico La Sala)

 


La Chiesa resta troppo rigida rispetto al matrimonio gay

Editoriale ("Le Monde”, 16 agosto 2012 -traduzione: www.finesettimana.org)

 

Quando l’episcopato cattolico, due anni fa, si è espresso con forza contro il discorso di Grenoble del presidente Sarlozy sui rom, tutti o quasi hanno ritenuto che la Chiesa fosse fedele alla propria vocazione. Quando i vescovi francesi, a più riprese, hanno espresso la loro preoccupazione per le minacce che la crisi fa pesare sui poveri e sui diseredati, nessuno l’ha accusata di andare oltre la sua missione.

Sembrerebbe quindi un atteggiamento ipocrita, oggi, indignarsi per il fatto che il cardinale André Vingt-Trois chieda ai cattolici, nel giorno della festa dell’Assunta, di elevare una preghiera nazionale in cui si esortano i responsabili politici ad operare per il “bene comune”. E ci sarebbe anche una certa leggerezza nell’offendersi sentendo il presidente della Conferenza episcopale francese dichiarare che la Francia è stata “posta sotto il patronato della Vergine Maria”, visto che è ciò che egli pensa. E ci sarebbe ipocrisia, anche, nel negargli la libertà di difendere la sua concezione di matrimonio e di famiglia, poiché sono in gioco i suoi valori.

Dopo tutto, se la Chiesa francese vuol fare battaglie di retroguardia, ne ha tutto il diritto ed è affar suo. Piuttosto che levare alte grida, è meglio opporle delle argomentazioni. Tanto appare difficile giustificare il rifiuto categorico del matrimonio omosessuale - ed il suo corollario, cioè il diritto all’omogenitorialità.

Infatti, la rivendicazione delle coppie omosessuali di godere degli stessi diritti e doveri delle coppie eterosessuali - sostenuta dalla promessa di François Hollande di legiferare in tal senso entro la primavera 2013 - risponde ad una triplice logica.

Innanzitutto di tipo storico. In una trentina d’anni, gli omosessuali sono passati dall’ostracismo (nel migliore dei casi considerato una malattia, nel peggiore un crimine) alla tolleranza, poi al riconoscimento, e addirittura ormai all’indifferenza. In tutti i paesi occidentali, l’evoluzione dei costumi e delle mentalità è stata spettacolare, come testimoniato da tutti gli studi sull’argomento.

C’è poi una logica antropologica. Anche se la famiglia resta, secondo l’espressione consacrata, la cellula base della società, essa non obbedisce più a un modello unico e neppure dominante: meno della metà delle coppie francesi sono “legali” (solo il 44% sposate e il 2% coppie di fatto regolarizzate secondo i “pacs”). Il matrimonio stesso non obbedisce praticamente più ai motivi tradizionali dell’origine e della religione, ma alle esigenze della vita affettiva, che sono simili tra persone dello stesso sesso o di sesso diverso.

C’è infine la logica democratica, già operante in paesi estremamente vari, come la Svezia, la Spagna, la Norvegia, i Paesi Bassi e il Belgio. L’introduzione [in Francia, ndr.] dei “pacs” nel 1999, ha riconosciuto legalmente la coppia omosessuale, ma l’ha esclusa dal diritto alla famiglia (tramite adozione o procreazione medicalmente assistita). In nome di che cosa, se non di un postulato implicito poiché indifendibile - due donne o due uomini sarebbero meno capaci di un uomo e una donna di educare dei figli?

È questo principio di uguaglianza che consacrerebbe, che consacrerà, il matrimonio gay. Il dibattito è tutt’altro che anodino. Porta a ripensare la famiglia e la genitorialità. Una ragione in più per non affrontarlo irrigiditi sulle proprie posizioni.

______________________________________________________________________________

 

Matrimonio omosessuale: certe parrocchie scelgono la loro preghiera per l'Assunzione

di Laure Beaulieu 

in “www.lemonde.fr” del 15 agosto 2012 (traduzione: www.finesettimana.org)

Questo 15 agosto, nella chiesa Saint-Merri, nel quartiere del Marais a Parigi, Jacques Mérienne, prete della parrocchia, non leggerà la preghiera universale inviata dal cardinale André Vingt-Trois ai vescovi per la festa dell'Assunzione. “Abbiamo preferito fare diversamente, e redigere un testo sulle testimonianze di vita dei parrocchiani”, spiega il prete. Che la parrocchia di Saint Merri scelga di non leggere questo testo non è una sorpresa. Conosciuta per la sua apertura alla comunità degli  omosessuali, la chiesa accoglie un venerdì al mese, da una decina d'anni, l'associazione David et
Jonathan, movimento omosessuale cristiano, per un momento di preghiera. “Gli omosessuali sono
accolti per loro stessi, nella nostra chiesa, allo stesso titolo di altri gruppi, in una perfetta ospitalità”, spiega Jacques Mérienne.

“Presentiamo a Dio, per intercessione di Nostra Signora, le nostre preghiere (…) per i bambini e per i giovani (…); che cessino di essere oggetto dei desideri e dei conflitti degli adulti per godere pienamente dell'amore di un padre e di una madre”: questa parte della preghiera inviata dal cardinale André Vingt-Trois, presidente della Conferenza episcopale francese, rinfocola la polemica sulla linea della Chiesa sul matrimonio omosessuale. “Il tono è cortese, ma è chiaro che si tratta di una contestazione del matrimonio civile per gli omosessuali. È un uso deviato della preghiera con lo scopo di denunciare le politiche future del governo”, afferma Patrick Sanguinetti, presidente dell'associazione David et Jonathan.

“Peccato che ci siano reticenze sul dibattito sul matrimonio omosessuale [nel testo del cardinale], la preghiera inviata ai cristiani è diventata un volantino per i cittadini”, ritiene Jacques Mérienne. A suo avviso, il matrimonio e l'adozione per le coppie omosessuali “è un problema complesso, e non bisogna fare della predicazione su questo”. “Occorre distinguere tre livelli per riflettere su questo argomento: il livello cittadino, il livello spirituale e il livello cattolico”, aggiunge il prete. La Chiesa Saint-Merri “non è una 'gay church' all'americana, unicamente riservata agli omosessuali”, precisa Patrick Sanguinetti. “La chiesa è aperta a tutti, anche a coloro che hanno delle reticenze nei confronti dell'omosessualità. Nella nostra parrocchia, ci sono gli uni accanto agli altri degli islamofobi, degli omofobi, persone contrarie all'immigrazione: questo porta al dibattito”, racconta Jacques Mérienne.

Più refrattari delle media nazionale al matrimonio omosessuale, i cattolici praticanti sono tuttavia per il 45% favorevoli al matrimonio omosessuale, contro il 65% dei francesi e per il 36% favorevoli all'adozione da parte di coppie omosessuali contro il 53% dei francesi, secondo un'inchiesta IFOP pubblicata il 15 agosto su “La lettre de l'opinion”. 
 
Promessa del programma di François Hollande, “il diritto al matrimonio e all'adozione sarà aperto a tutte le coppie, senza discriminazione, nel primo semestre del 2013”, aveva dichiarato Jean-MarcAyrault, nel suo discorso di politica generale, il 3 luglio. Il dibattito rischia quindi di amplificarsi nella Chiesa e nella società. “Il 15 agosto, il prete di Saint-Merri potrebbe non essere il solo a non leggere la preghiera del Cardinal André Vingt-Trois, altri potrebbero preferire leggere preghiere alternative, ma preferiscono non essere mediatizzati", ritiene Sanguinetti.

 



Giovedì 16 Agosto,2012 Ore: 12:11