WEB, WIKILEAKS, EVANGELO E ILLUMINISMO NECESSARIO. "SAPERE AUDE!": IL CORAGGIO DI SERVIRSI DELLA PROPRIA INTELLIGENZA E L’USCITA DALLO STATO DI MINORITA’...
NON CONFONDETE GLI HACKERS, CON I CRACKERS!!! UNA LEZIONE DI AGGIORNAMENTO PER LA GERARCHIA VATICANA. I gesuiti in difesa di Wikileaks. Una nota di Giacomo Galeazzi

(...) è convinzione comune che «gli hacker siano sabotatori o criminali informatici», invece «vanno distinti dai cracker, operatori di illegalità» (...) «Gli hacker hanno molto da dirsi con i cristiani, la loro è una filosofia di vita che spinge alla creatività e alla condivisione»


a c. di Federico La Sala

 I gesuiti in difesa di Wikileaks

di Giacomo Galeazzi (La Stampa, 04.04.2011)

Sì alla fede hi-tech. «Gli hacker hanno molto da dirsi con i cristiani, la loro è una filosofia di vita che spinge alla creatività e alla condivisione». Civiltà cattolica, la rivista dei Gesuiti le cui bozze vengono «controllate» dalla Segreteria di Stato, riabilita gli adepti della «fede nell’informatica». Ormai è convinzione comune che «gli hacker siano sabotatori o criminali informatici», invece «vanno distinti dai cracker, operatori di illegalità».

Indagando «i modelli di vita e di ricerca intellettuale-hacker fondati sulla creatività e la condivisione», Civiltà Cattolica ne decreta la compatibilità con una visione cristiana della vita, «come dimostra l’esperienza degli hacker che fanno della loro fede un impulso del lavoro creativo».

Il termine hacker viene di solito riferito «alla violazione di segreti, codici, password, sistemi protetti». Nel caso Wikileaks «si è addirittura parlato di hacker all’attacco del mondo», identificando in Julian Assange, il suo fondatore, l’«hacker incendiario del Web». Invece: «Gli hackers costruiscono le cose, i crackers le rompono».

Hacker è chi «si impegna ad affrontare sfide intellettuali per aggirare o superare creativamente le limitazioni che gli vengono imposte nei propri ambiti d’interesse». Il termine «hacker» si riferisce a esperti di informatica, ma di per sé «può essere esteso a persone che vivono in maniera creativa molti aspetti della loro vita».

Insomma, «quella hacker è una filosofia di vita, un atteggiamento esistenziale, giocoso e impegnato, che spinge alla creatività e alla condivisione, opponendosi ai modelli di controllo, competizione e proprietà privata». Quindi, «siamo di fronte non a problemi di ordine penale, ma a una visione del lavoro umano, della conoscenza e della vita che pone interrogativi e sfide quanto mai attuali».

Civiltà Cattolica «riconosce una “vita beata” nel codice genetico della visione hacker della vita», cioè l’intuizione che l’essere umano è chiamato a un’altra vita, a una «realizzazione piena e compiuta della propria umanità».

L’hacker «non è l’uomo dell’ozio, anzi, persegue le proprie passioni e vive di uno sforzo creativo e di una conoscenza che non ha mai fine». Inoltre, «anche altre esperienze dimostrano che tra fede ed etica hacker si possono creare sintonie».


Sul tema, in rete, si cfr.:

LA SCUOLA, IL WEB, E LA LEZIONE DI KANT. "SAPERE AUDE!": IL CORAGGIO DI SERVIRSI DELLA PROPRIA INTELLIGENZA E L’USCITA DALLO STATO DI MINORITA’ ..... 
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IL MONDO COME SCUOLA, LA FACOLTA’ DI GIUDIZIO, LA CREATIVITA’, I NATIVI DIGITALI, E L’ATTIVISMO CIECO NELLA CAVERNA DI IERI E DI OGGI. Materiali per riflettere: testi di Gianni Rodari, Immanuel Kant, Emilio Garroni, Roberto Casati, e Armando Massarenti - a c. di Federico La Sala



Lunedì 04 Aprile,2011 Ore: 21:22