Elezioni Amministrative
Un test decisivo per il cambiamento
di NINO LANZETTA
Napoli è un caso a parte e paradossale. La cui situazione fotografa plasticamente il punto di degrado politico e morale in cui è piombata la città ed il suo retroterra dopo l’effimera stagione del “rinascimento”del primo Bassolino. Rosetta Iervolino è persona degnissima, di alta moralità e di indubbie qualità politiche che, però, si sono dissolte nel covo di interessi e affari personali e trasversali, trasformismi, clientelismi, collusioni e comportamenti equivoci ed inefficienze conclamate. Del resto il vento della politica disinvolta e della gestione spregiudicata ed affaristica del potere con presunti legami col mondo della para legalità sono oggetto di numerose inchieste giudiziarie. Nei confronti dell’on. Cosentino, coordinatore regionale del PDL è stato, invano perché negato dal Parlamento, chiesto l’arresto, confermato anche dalla Cassazione. Le liste, soprattutto quelle del PDL, sono inquinate da elementi chiacchierati, indagati, imputati e persino arrestati. Non parliamo – per carità di patria – del trasformismo, del rampantismo, del clientelismo e dell’uso pregiudicato del potere. Gli errori, pur notevoli, del centro sinistra non sono un alibi sufficiente a giustificare la calata del comitato di affari che si accinge a conquistare, dopo la Regione e la Provincia, anche il Comune di Napoli. Berlusconi scenderà a Napoli, preceduto dall’esercito per togliere la spazzatura dalle strade, per le ennesime promesse. Ancora una volta, se si dovesse arrivare ad un possibile ballottaggio l’UDC di De Mita sarebbe decisivo. Che Iddio lo illumini! Anche a Napoli, arriverà Berlusconi ad illudere il popolino, come per i rifiuti. Davvero non se ne può più! In Irpinia le cose appaiono più calme, anche se il berlusconismo è arrivato fin qui e si è aggiunto al demitismo continuando a limitare l’autonomia e il discernimento degli elettori più condizionabili. Il simbolo dei partiti è scomparso e le liste civiche sono state sostituite da quelle personali e gli stessi candidati a sindaco si smarcano dai partiti . La stagione dei sindaci, inaugurata nel 1993, che ingenerò tante speranze (chi non ricorda Bassolino a Napoli, De Luca a Salerno e Di Nunno ad Avellino?) nel senso di favorire una politica più partecipata è ormai al tramonto. Il clientelismo ed il trasformismo, mali endemici di queste terre, non è scomparso, si è solo trasferito, in molta parte, dai partiti ai sindaci, che hanno un potere smisurato ed una libertà d’azione incontrollata. I consiglieri non contano nulla e gli assessori, scelti dal sindaco, sono, per lo più, esterni. La frizione tra i consigli comunali e i sindaci riempiono le pagine della cronaca e il malessere e palpabile. I casi di Avellino e Atripalda, dove la maggioranza si sfalda continuamente e i gruppi del PD si moltiplicano, sono sotto gli occhi di tutti. I soldi sono finiti, i fondi europei sprecati. Si preannunciano tempi duri. Ma di possibili rimedi, nuove strategie, nuovi orizzonti, coraggiosa politica degli Enti locali nessuno parla. NINO LANZETTA Venerd́ 13 Maggio,2011 Ore: 13:10 |