Elezioni Amministrative
Un test decisivo per il cambiamento

di NINO LANZETTA

  Le elezioni amministrative, specie quelle di medio termine, assumono sempre un significato politico. Berlusconi, stavolta, giocandosi il tutto, come un giocatore di poker che bara, e fidando sulle sue indubbie qualità manipolatorie e sul controllo, pressoché totale, dei media, le ha caricate del maggior significato politico possibile, facendone un test per la sua popolarità e leadership. Si è addirittura candidato capolista del Pdl a Milano dove ha schierato la linea del Piave. Con la solita spregiudicatezza si è inventato il fronte dei nemici che, poi, sono sempre le toghe rosse che gli ordiscono complotti e gli eterni “comunisti". La sua maggioranza sta messa così male politicamente ed il suo prestigio è caduto tanto in basso in Europa e nel mondo, che non ha più nulla da perdere e si gioca il tutto per tutto. L’unica vera sorpresa sarebbe quella di misurare il grado di indifferenza e la scarsa reattività degli italiani addormentati da anni di sopore televisivo. Per il resto, anche nel caso di una debacle, fintanto che ci sono i voti dei nuovi arrivati, Berlusconi non si dimette e la Lega non ha interesse a dimissionarlo fino a quando non avrà ottenuto il “suo” federalismo che, ormai lo hanno capito tutti, preclude alla secessione. Altro che erede di De Gasperi, Berlusconi ha fatto suo il noto aforisma di Andreotti, secondo il quale “meglio tirare a campare che tirare le cuoia”, soprattutto se gli evita i processi! Certo da Milano potrebbe cominciare l’implosione. Test importanti sono, però, anche Torino, Bologna e Napoli.

Napoli è un caso a parte e paradossale. La cui situazione fotografa plasticamente il punto di degrado politico e morale in cui è piombata la città ed il suo retroterra dopo l’effimera stagione del “rinascimento”del primo Bassolino. Rosetta Iervolino è persona degnissima, di alta moralità e di indubbie qualità politiche che, però, si sono dissolte nel covo di interessi e affari personali e trasversali, trasformismi, clientelismi, collusioni e comportamenti equivoci ed inefficienze conclamate. Del resto il vento della politica disinvolta e della gestione spregiudicata ed affaristica del potere con presunti legami col mondo della para legalità sono oggetto di numerose inchieste giudiziarie. Nei confronti dell’on. Cosentino, coordinatore regionale del PDL è stato, invano perché negato dal Parlamento, chiesto l’arresto, confermato anche dalla Cassazione. Le liste, soprattutto quelle del PDL, sono inquinate da elementi chiacchierati, indagati, imputati e persino arrestati. Non parliamo – per carità di patria – del trasformismo, del rampantismo, del clientelismo e dell’uso pregiudicato del potere. Gli errori, pur notevoli, del centro sinistra non sono un alibi sufficiente a giustificare la calata del comitato di affari che si accinge a conquistare, dopo la Regione e la Provincia, anche il Comune di Napoli. Berlusconi scenderà a Napoli, preceduto dall’esercito per togliere la spazzatura dalle strade, per le ennesime promesse. Ancora una volta, se si dovesse arrivare ad un possibile ballottaggio l’UDC di De Mita sarebbe decisivo. Che Iddio lo illumini! Anche a Napoli, arriverà Berlusconi ad illudere il popolino, come per i rifiuti. Davvero non se ne può più!

In Irpinia le cose appaiono più calme, anche se il berlusconismo è arrivato fin qui e si è aggiunto al demitismo continuando a limitare l’autonomia e il discernimento degli elettori più condizionabili. Il simbolo dei partiti è scomparso e le liste civiche sono state sostituite da quelle personali e gli stessi candidati a sindaco si smarcano dai partiti . La stagione dei sindaci, inaugurata nel 1993, che ingenerò tante speranze (chi non ricorda Bassolino a Napoli, De Luca a Salerno e Di Nunno ad Avellino?) nel senso di favorire una politica più partecipata è ormai al tramonto. Il clientelismo ed il trasformismo, mali endemici di queste terre, non è scomparso, si è solo trasferito, in molta parte, dai partiti ai sindaci, che hanno un potere smisurato ed una libertà d’azione incontrollata. I consiglieri non contano nulla e gli assessori, scelti dal sindaco, sono, per lo più, esterni. La frizione tra i consigli comunali e i sindaci riempiono le pagine della cronaca e il malessere e palpabile. I casi di Avellino e Atripalda, dove la maggioranza si sfalda continuamente e i gruppi del PD si moltiplicano, sono sotto gli occhi di tutti. I soldi sono finiti, i fondi europei sprecati. Si preannunciano tempi duri. Ma di possibili rimedi, nuove strategie, nuovi orizzonti, coraggiosa politica degli Enti locali nessuno parla.

NINO LANZETTA



Venerd́ 13 Maggio,2011 Ore: 13:10