La settimana politica Irpina
Mai caduti cosė in basso

di Nino Lanzetta

LA NUOVA PROVINCIA.
Il nuovo eletto presidente Sibilia, del centro destra, si è appena insediato alla Provincia che subito è partita la corsa all’accaparramento dei posti in Giunta. Chi si illudeva che col cambio del maestro anche la musica sarebbe cambiata, ha dovuto ricredersi. Siamo pur sempre nel paese di Re Michele ed il trasformismo non è affatto un fenomeno in calo: si è solo aggiornato nella forma ( inventando nuovi partiti, nuovi movimenti, nuovi raggruppamenti) ed è diventato di massa: lo fanno anche i consiglieri provinciali e quelli comunali. Il consigliere Giovanni Romano – a quanto dicono i giornali- è il primo dimissionario dall’Udeur dell’immarcescibile on. Mastella.
Anche Merito e Libertà, un movimento di appoggio al Presidente Sibilia, di Benigni e Grasso, ha preso le distanze. Per la formazione della Giunta, il nuovo Presidente “avrebbe usato gli stessi metodi del predecessore”. Del resto la Giunta e lo stesso Consiglio sono costellati di ex che, diventati demitiani, sono rimasti nella nuova maggioranza. Altro che discontinuità!
AL COMUNE CAPOLUOGO.
La musica non cambia al Comune capoluogo, anche se il dottor Galasso è stato rieletto sindaco con un grande successo personale. Nonostante l’indubbio prestigio, la nomina della Giunta è ancora in alto mare a dieci giorni dal termine ultimo per la convocazione del Consiglio. I motivi sono chiaramente individuabili: i posti da distribuire sono appena dieci, gli aspiranti almeno il doppio e gli sponsor altrettanto. C’è da giurarci la battaglia non si fermerà con le nomine: proseguirà, da parte degli esclusi subito dopo, per ricominciare, poi, ancora una volta dopo il primo rimpasto. Almeno questo insegna il passato. Alcuni segnali sono eloquenti: le tre liste che appoggiavano l’ex verde Festa, si sono divise subito dopo il voto, con la conseguenza di penalizzarlo nell’elezione a consigliere. Oggi è un esterno di lusso e reclama – per accordi presi - un’idonea sistemazione con un assessorato o la nomina a Vice sindaco.
Nella corsa affannosa ad un posto in Giunta c’è anche chi rinuncia! A prima vista si resta increduli. Poi se ne capisce il motivo. Il consigliere eletto in quota Italia dei Valori, che – stando agli accordi- dovrebbe ricoprire un posto di assessore e pertanto dovrebbe dimettersi da consigliere ci pensa bene e rinuncia. A ben pensarci il gioco non vale la candela perché il “posto” di consigliere è assicurato per 5 anni, quello di assessore per quanti mesi?
IL PARTITO DEMOCRATICO.
Per la nomina degli assessori in quota DS al comune capoluogo, infuria la battaglia senza esclusione di colpi, perché ad Avellino il PD non è un partito ma un insieme di persone ed interessi talmente diversi e contrastanti che faticano a stare insieme anche fisicamente. Per cui non è un’esagerazione che di tanto in tanto volino per aria scrivanie e tavolini! Le fazioni non fanno neanche capo ai vecchi partiti di appartenenza, se la componente dei bassoliniani ( che buffo richiamarsi ad un perdente ormai squalificato nell’opinione pubblica!) pretende di agire come un partito nel partito dettando legge, non si capisce in base a quali numeri, ed imponendo il nome di un “proprio” candidato alla poltrona di vicesindaco. Le varie fazioni hanno ottenuto le dimissioni del coordinatore Vittoria come se fosse lui il responsabile unico di uno sfascio che appare inarrestabile e le cui colpe sono diffuse e collettive. Quanto più gridano e si agitano tanto più dimostrano povertà di idee e di poca cura per gli interessi generali. Gruppi, gruppuscoli, singoli esponenti e semplici iscritti sono tutti, l’un contro l’altro armati.
In questo contesto appare surreale la notizia che il circolo PD di Paternopoli ha rilasciato la tessera al comico Beppe Grillo. C’è sempre un Pierino di turno! Senza entrare nel merito della questione, che ha assunto rilevanza nazionale nelle settimane precedenti e sulla quale si sono espresse, con uniformità di giudizio, le autorità nazionali, regionali e provinciali, può un illustre sconosciuto, mettersi contro tutto il partito con l’unico e sicuro obbiettivo di contribuire ad aumentare le già molte difficoltà che lo attraversano, per un po’ di gloria televisiva?
L’AVELLINO CALCIO ESCE DAL PROFESSIONISMO.
E’ finita come si temeva! Con l’Avellino che non viene iscritta al campionato professionisti del girone C, dove era retrocessa, perche il patron  Pugliese non vuole pagare i debiti. Ora può iscriversi solo al girone dei dilettanti nel quale militano paesi di piccole dimensioni che non hanno la storia dell’Avellino Calcio, società fondata nel 1912.
Nessuno si è fatto avanti per evitare l’umiliazione della mancata iscrizione e accollarsi i debiti rilevando la società. Nessuno, purtroppo, si è fatto avanti per iscrivere al girone dilettanti una nuova società, ricominciare daccapo e garantire un ritorno in pochi anni al campionato professionisti.
I tifosi sbraitano ma, poi, si dividono sempre su tutto. Ce ne sono alcuni (molti?) che addirittura si danno da fare perché la società la riprenda ancora Pugliese anche nel campionato dilettanti! E questo, francamente, ci sembra il massimo!
Anche nel calcio l’Irpinia è caduta in basso! La città, i tantissimi giovani, che hanno ripreso la via dell’emigrazione al centro-nord, i tanti lavoratori e pensionati che si dannano l’anima per mettere insieme il pranzo con la cena, coloro che modestamente - e sono tanti- fanno il loro dovere senza passare per le televisioni, non lo meritano! Anche perché, poi, in qualità di cittadini, di elettori o di semplici tifosi, vengono strumentalizzati e turlupinati!
NINO LANZETTA


Lunedė 20 Luglio,2009 Ore: 15:41