Roma (NEV), 12 marzo 2014 - In una lettera indirizzata al Consiglio delle chiese e delle organizzazioni religiose di tutta l'Ucraina la Conferenza delle chiese europee (KEK) ha espresso la sua preoccupazione per il benessere delle persone e delle chiese in Ucraina, a seguito della militarizzazione della crisi nella regione. “Attraverso questa lettera, desideriamo riconfermarvi la nostra solidarietà e sostenere il vostro appello per la pace e per l'immediata cessazione di ogni interferenza che possa causare ulteriori divisioni nella società ucraina”, hanno affermato il vescovo anglicano Christopher Hill e il pastore Guy Liagre, rispettivamente presidente e segretario generale della KEK, firmatari della missiva. “La KEK vuole assicurarsi che ogni mezzo diplomatico e pacifico venga impiegato affinché la sovranità dell'Ucraina e la sua integrità territoriale sia preservata”, continua la lettera che conclude: “Preghiamo che forza e saggezza guidino i leader politici a rappresentare i legittimi desideri di tutti i cittadini ucraini e a scegliere la diplomazia e il dialogo piuttosto che l'intervento militare, la democrazia e i diritti umani piuttosto che l'autoritarismo”.

Una piccola voce che chiede saggezza a tutte le parti in causa si è levata anche in Italia tra le centinaia di credenti avventisti che risiedono nel nostro Paese. “Siamo preoccupati per le nostre famiglie, per i parenti e gli amici che abitano nelle zone dove la crisi è più intensa”, fanno sapere attraverso un comunicato stampa dell'agenzia stampa Notizie Avventiste. “La chiesa avventista italiana si unisce nella preghiera alle comunità ucraine e di varie nazionalità perché il buon senso, la pace e la concordia prevalgano in questo momento di grandi tensioni", ha dichiarato il pastore Stefano Paris, presidente dell'Unione italiana delle chiese cristiane avventiste (UICCA) del 7° giorno. Nella UICCA sono presenti quattro comunità di lingua ucraina.