Mandela: il ricordo del movimento ecumenico e dei protestanti italiani

di Agenzia NEV del11/12/2013

Mandela/1. Il movimento ecumenico mondiale ricorda il padre del Sudafrica democratico
Numerosi leader religiosi presenti ieri allo stadio FNB per la celebrazione commemorativa
Roma (NEV) 11 dicembre 2013 - A poche ore dalla morte di Nelson Mandela, scomparso lo scorso 5 dicembre all'età di 95 anni, sono giunti da parte degli esponenti di chiese e di organizzazioni ecumeniche europee e mondiali i messaggi di cordoglio e di vicinanza ai famigliari e al popolo sudafricano. Ricordando non solo l'attivista anti-apartheid, già presidente del Sudafrica e Premio Nobel per la pace "Madiba", ma anche l'uomo di fede e di speranza, capace di perdono e riconciliazione, numerosi leader religiosi hanno reso omaggio all’eredità di Mandela.
Il segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) Olav Fykse Tveit, presente alla commemorazione svoltasi ieri nel FNB Stadium di Johannesburg per l'ultimo saluto al padre del Sudafrica democratico, ha ringraziato Dio per la vita di Mandela, che ha descritto come un dono al Sudafrica e al mondo intero. Evocando lo speciale rapporto che Mandela ebbe con il CEC, Tveit ha ricordato come poco dopo la sua liberazione dal carcere nel 1990, dove trascorse 27 anni della sua vita, fece visita al CEC di Ginevra. In quell'occasione Mandela espresse la sua gratitudine per il sostegno delle chiese alla lotta anti-apartheid. Inoltre, nel 1998, da presidente del Sudafrica, Mandela si rivolse alla VIII Assemblea generale del CEC di Harare (Zimbabwe). Lodò gli sforzi delle chiese contro l’apartheid in Sudafrica, nonché i missionari che portarono alti livelli di educazione all’Africa, educazione di cui lui stesso usufruì da bambino negli istituti metodisti prima di Clarkebury e poi di Healdtown.
La celebrazione commemorativa per questo "gigante della storia", si è aperta con una preghiera interreligiosa guidata dal rabbino capo sudafricano Warren Goldstein. A ricordare la lotta di Mandela contro l'oppressione e l'ingiustizia, nonché la sua fede evangelica metodista, il vescovo sudafricano Ivan Abrahams, segretario generale del Consiglio metodista mondiale (CMM), che ha detto: "Ha saputo portare speranza a chi è strozzato dalla povertà e dalla fame; ai disperati ha permesso di guardare a un futuro migliore; e ai tanti giovani sudafricani ha saputo dare dignità. Mandiba sarà di ispirazione ancora per tante generazioni a venire".
Messaggi di cordoglio sono giunti, tra gli altri, anche dalla Conferenza delle chiese europee (KEK), dalla Comunione mondiale delle chiese riformate, dall'Alleanza battista mondiale, dalla Federazione luterana mondiale, dal quartier generale di Londra dell'Esercito della Salvezza, dalla Conferenza generale degli avventisti e dalla Comunione anglicana.
Mandela/2. I protestanti italiani lo ricordano così
Roma (NEV), 11 dicembre 2013 - "Quando ho saputo della sua scomparsa, la prima cosa che mi è venuta in mente è stata la frase di Gesù che riguarda proprio l’amore verso il nemico e dove Egli dice 'siate misericordiosi, proprio come misericordioso è il Padre vostro'". Sono le parole del pastore battista Massimo Aprile pronunciate in un editoriale dedicato dalla rubrica televisiva "Protestantesimo" di RAIDUE alla figura di Nelson Mandela scomparso lo scorso 5 dicembre. "La misericordia è il segno della perfezione - prosegue il pastore Aprile -. Non voglio dire con questo che lo stesso Mandela non abbia commesso errori nella propria vita politica, ma in quel riconoscimento ufficiale conferitogli, il Premio Nobel per la Pace, possiamo e vogliamo vedere la capacità insita in quell'uomo, di aver saputo preservare la generosità e l'umanità condivisa, in ogni occasione, con il prossimo suo. Un messaggio di forza e di grandissima attualità, per tutti noi". E ricordando un verso della poesia "Invictus" del poeta William Ernest Henley (1849-1903) - “Ringrazio qualunque Dio esista per la mia anima indomita" - poesia che seppe accompagnare Mandela nei lunghi 27 anni di carcere, per Aprile "'Madiba' rappresenta proprio quell’anima indomita che ha saputo resistere con tenacia, malgrado la sofferenza, al regime iniquo e distorto dell’apartheid e al veleno dell’odio".
Anche l'articolo di apertura del settimanale "Riforma" in uscita il 13 dicembre, è dedicato a Nelson Mandela. Qui Febe Cavazzutti Rossi ricorda come le scuole metodiste frequentate dal giovane Mandela, erano niente meno che "un laboratorio di predicazione cristiana sui diritti umani dove ha affinato l’introspezione politica e si è dotato degli strumenti della legge. Per forgiare un nuovo Sudafrica - prosegue Cavazzutti Rossi - ha cercato ispirazione nella sintonia con leader della chiesa, legato da profonda amicizia con Desmond Tutu, l’arcivescovo anglicano figlio di un predicatore metodista". E proprio a Tutu affidò la presidenza della Commissione per la riconciliazione e la verità tesa ad investigare sui crimini commessi durante l'apartheid. "Mandela ha visto nella riconciliazione nazionale l’unica possibilità per un futuro senza sangue", scrive Cavazzutti Rossi, che così conclude: "Fermarsi al suo superamento nel perdono di ogni negatività leggendolo in chiave religiosa sarebbe sminuirne il valore e il significato: Mandela ha usato quelle qualità, che oseremmo dire spirituali, al di sopra di qualsiasi forma religiosa, come lo strumento più efficace per il raggiungimento di traguardi politici. Così Nelson Mandela rimane nella storia quale fulgido esempio e speranza per molti popoli".
Per approfondimenti sul rapporto tra Nelson Mandela e il protestantesimo, suggeriamo di Giorgio Tourn "I protestanti, una cultura. Da Locke a Mandela", e di Giorgio Bouchard "Evangelici nella tormenta", editi dalla Claudiana.
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