Evangelici e Primavera araba.
A Beirut la prima Conferenza internazionale

di Agenzia NEV del 22/02/2012

Lanciato un appello a favore della creazione di autentici Stati di diritto


Roma (NEV), 22 febbraio 2012 - Si è conclusa con un appello rivolto "a tutte le persone impegnate a favore di un Medio Oriente pacifico, fondato sulla giustizia, la libertà, il rispetto e la tutela dei diritti umani", la prima Conferenza internazionale su "Presenza evangelica e cristiana nel Medio Oriente" tenutasi dal 13 al 15 febbraio a Beirut (Libano). Organizzata dalla Comunione delle chiese evangeliche mediorientali (CCEM) (luterani, anglicani, riformati), la Conferenza - che ha visto la partecipazione di numerosi leader religiosi della regione, ma anche di altri paesi del mondo - ha voluto mettere al centro i radicali cambiamenti sopraggiunti nei paesi sull'altra sponda del Mediterraneo con la "Primavera araba". Cambiamenti che secondo gli organizzatori hanno un impatto diretto sul destino degli abitanti cristiani della zona, e che sono vissuti non senza timore per quel che è ancora di là da venire.

L'appello, indirizzato anche ai concittadini musulmani e a tutte le autorità attualmente al potere, chiede nella regione la creazione di autentici Stati di diritto fondati su una comprensione moderna di democrazia, basata non solo sul concetto di libere elezioni, ma anche sull'uguaglianza e la non discriminazione tra cittadini. "Solo così sarà possibile garantire a tutte le comunità, evangeliche e non, un Medio Oriente sicuro e prosperoso, in cui nessuno debba vivere nella paura o essere tentato ad emigrare". Alla luce degli sviluppi che vedono un revival dell'islamismo più radicale nella zona, scopo della Conferenza è stato quello di aumentare la consapevolezza non solo nell'opinione pubblica, ma anche nelle autorità politiche, sui rischi che corrono in questo momento tutti i cristiani mediorientali, e soprattutto gli evangelici che rappresentano una minoranza nella minoranza.

Non è mancato un appello di incoraggiamento rivolto specificamente agli evangelici mediorientali e in particolare ai giovani: "Non perdete la speranza nonostante le sfide che avete davanti, tenete fortemente alla fede dei vostri antenati e rimanete radicati alle vostre origini e alla vostra patria. Invitiamo tutti a lavorare per la riconciliazione e la pace in Medio Oriente tenendo fermi i valori della libertà e della dignità umana per tutti". L'appello si conclude con l'augurio che tutti i cristiani mediorientali possano impegnarsi a favore di un rinnovamento delle proprie chiese e che possano essere partecipi alle riforme delle loro società.

Tra i relatori sono intervenuti Rosangela Jarjour, segretario generale della CCEM; il pastore Salim Sahiouny, presidente del Consiglio superiore della Comunità evangelica in Siria e Libano; Andrea Zaki, presidente della CCEM, nonché vicepresidente del Consiglio delle chiese evangeliche in Egitto; il vescovo Munib Younan, presidente della Chiesa evangelica luterana in Giordania e Terra Santa, nonché presidente della Federazione luterana mondiale (FLM); Paul Rouhana, segretario generale del Consiglio delle chiese del Medioriente (MECC); il pastore Thomas Wipf, presidente della Comunione delle chiese protestanti in Europa (CCPE); Tarek Mitri, deputato e già ministro libanese; e il deputato libanese Farid El Khazen.



Giovedì 23 Febbraio,2012 Ore: 15:32