Libia.
Il mondo ecumenico esprime preoccupazione per la situazione umanitaria

di Agenzia NEV del 06/04/2011

Appello ai paesi della UE per la condivisione delle responsabilità


Roma (NEV), 6 aprile 2011 - Con un comunicato stampa congiunto diffuso oggi il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), la Conferenza delle chiese europee (KEK) e la Commissione delle chiese per i migranti in Europa (CCME), si sono detti preoccupati per la situazione umanitaria in Libia e hanno espresso solidarietà con tutte le chiese e congregazioni in Nordafrica e in Europa che hanno aperto le loro porte ai profughi.
I tre organismi ecumenici - mentre hanno espresso apprezzamento per il lavoro portato avanti dalle Agenzie umanitarie governative e dalle ONG - hanno tuttavia posto l'accento sulla protezione non solo della popolazione civile, ma anche dei rifugiati, dei lavoratori migranti e di altre persone a rischio, al fine di accrescere gli sforzi a favore di soluzioni pacifiche ed eque della crisi libica. Non senza lanciare un appello alla comunità internazionale: "Condividete le responsabilità nel portare aiuto e protezione ai profughi". In particolare chiedono agli stati membro dell'Unione europea (UE) di farsi carico della crisi umanitaria di cui sono stati investiti i paesi come l'Italia, Malta e la Grecia. L'idea è quella di reinsediare in altri paesi europei rifugiati, sfollati e richiedenti asilo. Inoltre, i firmatari dell'appello, tra cui il pastore Olav Fykse Tveit, segretario generale del CEC, sollecitano i governi coinvolti nella crisi libica a "promuovere insieme alle Nazioni Unite un accordo negoziato del conflitto, ma anche a lavorare a delle soluzioni post-conflitto che rendano giustizia a tutti i libici evitando nel frattempo ulteriori perdite di vite umane".
Nei giorni scorsi anche il Comitato direttivo del Consiglio italiano per i rifugiati (CIR), con la partecipazione, tra gli altri, della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), ha richiamato l'attenzione degli stati membro dell'UE, rilanciando il suo appello per una evacuazione umanitaria dei rifugiati sub-sahariani da Libia,Tunisia, Egitto e Algeria. Di fronte all'insostenibile situazione creatasi a Lampedusa ha inoltre chiesto di concedere a tutti i profughi giunti in questo periodo in Italia "un permesso di soggiorno per protezione temporanea, e di richiedere lo stesso trattamento alla Francia e agli altri stati europei”. Per il CIR sono da escludere il rimpatrio coatto massiccio in Tunisia e da evitare le tendopoli e altri concentramenti di persone, mentre le leggi vigenti sono da applicare scrupolosamente: "Questo include il divieto di trattenere le persone per più di 48 ore senza ordine del giudice; di rispettare anche in situazioni di vera o presunta emergenza i diritti elementari e la dignità delle persone; la protezione dei minori, dei malati, delle donne in stato di gravidanza".


Giovedì 07 Aprile,2011 Ore: 16:47