L’EREDITA’ CONCRETA DELLO STATISTA ALCIDE DE GASPERI
di MARIO PAVAN
-Tutti alla stanga per lavorare uniti: specie chi si proclama credente-
Oggi più che mai si vuole dimenticare la Storia, non nominando chi ha iniziato davvero a dare una nuova vita, una speranza reale e una seria scelta alle nazioni, dopo le dittature, i duri regimi assolutistici e le epoche nazifasciste del secolo scorso. Non si vogliono riconoscere i grandi meriti, il laborioso, necessario e faticoso lavoro di chi ha iniziato a ideare e poi a costruire un’Europa unita. Un continente davvero stabile, fondato sul diritto, sulla giustizia e sulla collaborazione! Oggi non si tralasciano alcune grandi personalità soltanto per mera ignoranza ma perché i loro insegnamenti ancora “bruciano” e vanno diretti alla coscienza innanzitutto e poi alla visione di una “politica” di servizio. Molti di noi italiani (per non parlare di chi “dice di governare” in nome del popolo perché è stato eletto), un po’ tutti, abbiamo messo in naftalina le idee vere e attuali di un Carlo Cattaneo, di un Altiero Spinelli e soprattutto, più recentemente, di un Alcide De Gasperi. I nostri cosiddetti “politici”, presi dall’ottenere consensi immediati con promesse, accuse reciproche e frutto di una memoria corta, non sembrano capire invece la differenza fondamentale con gli” statisti”: gli statisti guardano al futuro, operano per le nuove generazioni, costruiscono…seminano, lasciando ad altri raccogliere i frutti. Loro, invece, i cosiddetti politici guardano all’immediato, al solo al voto.
In Europa, grazie a Dio, in tempi forse più difficili di oggi, ma ne Paul Henri Spaak, Joseph Bech e …Alcide De Gasperi. Per questo, si deve ristudiarlo, coglierne ancora i segnali del suo messaggio di libertà interiore, di volere un’Europa proiettata a una difesa comune, ad un mercato accessibile e senza primogeniture, ad una visione permeata dal concetto filosofico del personalismo cristiano di Emmanuel Mounier, quel personalismo del rispetto, della collaborazione, della dignità per tutti. Per questo, specie per chi si proclama un vero credente (o addirittura cattolico!), è il tempo di “mettersi alla stanga”, di lavorare insieme, di essere “liberi e forti”. Sembra invece che si continui sulla scia di mantenere privilegi personali, di aiutarsi tra “amici degli amici”, di “contarsi “e di voler “contare”. Forse davvero occorre ristudiare e rivivere la sostanza della politica, al di là di tante “scuole tenute magari dai soliti noti. De Gasperi invece ha insegnato e lasciato la sua eredità, tutta di fatti e valori. Ed è stato un credente autentico, con la sua coerenza nella sofferenza, creatagli anche, talora, da parte di gerarchie ecclesiastiche ottuse Ma, ai nostri giorni, alla luce di tanti comportamenti, che vanno in senso contrario a questo (lo constatiamo pure dalle “nostre parti” e in diverse sedi ), siamo ancora in tempo per cambiare rotta ?
MARIO PAVAN, Vicenza
Domenica 18 Novembre,2018 Ore: 11:11 |