NATALE. LA STRADA PIÙ DIFFICILE

AUGURI DI ALBERTO MAGGI E RICARDO PEREZ DEL CENTRO STUDI BIBLICI “G. VANNUCCI” – MONTEFANO (MC)


“Salirò in cielo, sopra le stelle di Dio innalzerò il trono… mi farò uguale all’Altissimo” (Is 14,12.14). Da sempre l’aspirazione di ogni potente è stata quella di diventare come gli dèi, per innalzarsi al di sopra degli altri uomini e poterli meglio dominare. Raggiungere il Signore è stata anche la massima aspirazione di ogni persona religiosa: salire, spiritualizzarsi, per fondersi misticamente con il Dio invisibile.
“Sareste come Dio” (Gen 3,5) è la menzogna che dagli inizi della storia il serpente ingannatore continua a proporre agli uomini, per separarli gli uni dagli altri. I governanti credevano di raggiungere Dio e di essere al suo pari mediante l’accumulo del potere; le persone religiose attraverso l’ammasso delle devozioni. Potenti e religiosi pensavano di innalzarsi alla condizione divina separandosi dagli altri uomini, i primi per dominarli, i secondi per essere pienamente assorbiti dalla divinità.
In questo contesto culturale, se Gesù si fosse presentato come un uomo che per la sua eccezionalità aveva raggiunto la condizione divina, sarebbe stato meglio compreso e anche accettato, allora come oggi. Invece no, Gesù ha scelto la strada più difficile, e ha spiazzato tutti, manifestandosi come il Dio che si è fatto uomo. Solo la “follia di Dio” (1 Cor 1,25) poteva spingere l’Altissimo a diventare uomo e a rimanerlo “diventando simile agli uomini” (Fil 2,7).
Con Gesù Dio ha posto definitivamente la sua dimora tra gli uomini (Gv 1,14), non per dominarli, ma per servirli. Non più un Dio da cercare, ma da accogliere (Gv 1,12), e con lui, e come lui, andare verso ogni persona per inondarla d’amore. Dio vuole fondersi con l’uomo per dilatarne al massimo la capacità d’amore e renderlo così l’unico e vero santuario dal quale si irradia la sua energia vitale (1 Cor 3,16).
Più gli uomini accolgono l’unico Dio e più gli consentono di manifestarsi nella molteplice varietà dell’umanità, in una crescente espansione d’amore, affinché “Dio sia tutto in tutti” (1 Cor 15,28).
Solo aprendosi all’umano si scopre e si libera il divino che è in ciascuno di noi. È questo il messaggio del Natale.
Auguri!
 


Giovedì 10 Dicembre,2009 Ore: 12:31